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Da Lucullo ai pescatori di Napoli: polpo alla Luciana

di Daniele De Sanctis • Pubblicato 23 Luglio 2015 Aggiornato 17 Novembre 2022 12:20

Il polpo alla Luciana è una specialità napoletana il cui nome ha una connessione diretta con i pescatori del Borgo Santa Lucia: ecco come prepararlo.

Se dovessi determinare un luogo fisico al mondo dove ha inizio la culinaria, non potrebbe essere che Napoli. Goethe scrive nel Viaggio in Italia: “Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate. Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!” La città campana è stata il crocevia, il luogo di incontro del Mediterraneo e la culla della cucina moderna. borgo santa lucia è un rione di napoli nella zona di san ferdinando Attraversando la Sicilia prima, e Napoli poi, le civiltà greca, latina, sveva, araba-spagnola e infine francese, si mescolano e confondono si influenzano a vicenda. A Napoli un luogo in particolare racchiude mille storie e mille incroci: è il Borgo Santa Lucia, un rione di Napoli nella zona di San Ferdinando. La città è stata fondata dai Cumani nel VIII secolo. a.C. tra la spiaggia, l’isolotto di Megaride e il colle di Pizzofalcone. Qui durante la Repubblica visse Lucio Licinio Lucullo nella sua imponente Villa, conosciuta come Oppidum Lucullianum, e nella villa Luciana. Lucullo, generale e politico romano, fu un vero innovatore della pescicoltura di specie pregiate come aragoste, murene e gamberi.

borgo santa lucia
borgo santa lucia

Fra le varie storie di cui è protagonista Lucullo, riporto lo scherzo a Cicerone. L’oratore insinuava che se qualcuno fosse andato a casa dell’aristocratico senza preavviso, avrebbe trovato poca roba, un misero pasto da centurione. Lucullo, che era alquanto ostico, invitò seduta stante Cicerone e altri notabili a cenare da lui, senza avvertire i cuochi. Chiese soltanto di mandare un servo a pregare i camerieri di apparecchiare “nella sala d’Apollo“. I camerieri capirono la richiesta nascosta e allestirono un banchetto per gente importante e numerosa. Con sorpresa dei commensali fu servito un menu di frutti di mare, asparagi, scampi, pasticcio d’ostrica, porchetta, pesce, anitra, lepre, pavoni, pernici frigie, murene, storione di Rodi, dolci e vini.

polpo alla luciana 2

La villa di Lucullo fu successivamente convertita in monastero e la Villa Lucia ospitò un tempio cristiano intitolato alla Santa Siracusana. In epoca normanna fu trasformato in fortezza a guardia del golfo. Gli Angioini vi costruirono un borgo per i mercanti di ostriche (famoso è quello Fisico). Gli spagnoli tra il ‘600 e il ‘700 lo trasformarono in uno dei luoghi più eleganti dell’epoca. Con l’arrivo dei Borboni, i Lucìani divennero intimi dei re, che se ne servirono come artigiani e fornitori della Real Casa. La località divenne meta rinomata del turismo d’élite organizzato nel cosiddetto Grand Tour: ospiti celebri furono Giacomo Casanova e anche Alexandre Dumas (padre) che scrisse il Grande dizionario della Cucina nel 1873. Infine una piccola chicca: qui nel 1960 Ian Fleming (il creatore di James Bond) venne in visita per intervistare Lucky Luciano, il Boss di Cosa Nostra, qui nell’ultimo esilio.

I polpetti alla Luciana sono pronti

Un piatto in particolare, il polpo alla Luciana, porta questo nome in onore del borgo dei pescatori. Per prepararlo si mette il polpo nella casseruola (di terracotta, se possibile) insieme a olio di oliva, filetti di pomodoro, aglio, olive di Gaeta e capperi. Coprite con un coperchio perché la tradizione vuole che ” ‘o purpo se coce int’all’acqua soja“, ossia che il polpo si cuocia nella sua acqua. Una volta terminata la cottura, si guarnisce con pepe e prezzemolo. Alla Luciana si possono cuocere anche totani, moscardini e altri pesci.

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