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Che cos’è davvero il wasabi?

di Maria Letizia Federici • Pubblicato 16 Luglio 2016 Aggiornato 8 Agosto 2017 15:55

Universalmente riconosciuto come il fedele accompagnatore di sushi e sashimi, il wasabi è molto di più della pasta verde a cui siamo abituati.

Universalmente riconosciuto come il fedele accompagnatore di sushi e sashimi, dal colore verde acido e dal sapore unico nel suo genere, il wasabi si potrebbe definire estremo, perché amato incondizionatamente oppure odiato sin dal primo boccone, una radice, la wasabi japonica, che cresce spontanea nelle zone fredde del giappone, in prossimità dei fiumi mangiato insieme al pesce crudo o sciolto nella salsa di soia, fa in ogni caso avvertire immediatamente la sua presenza. Tutti lo conoscono di vista, è senz’altro uno degli ingredienti asiatici più noti a noi occidentali, ma in pochi sanno cosa sia veramente. La salsa wasabi, dalla consistenza pastosa, tanto da essere distribuita in commercio in tubi simili a quello del dentifricio, è ricavata da una radice, la Wasabi Japonica, cugina del rafano e della senape, che cresce spontanea nelle zone fredde del Giappone, in prossimità dei fiumi. Della pianta si utilizzano sia le foglie che il rizoma: le prime sono essiccate e aggiunte alle pietanze come insaporitore; il secondo, germoglio perenne della pianta spesso confuso con la radice, è usato per preparare la famosa salsa verde, dalla piccantezza profonda e audace.

Sapore

wasabi

Il sapore del wasabi è conosciuto anche come namida, che significa lacrima in giapponese, dato che un’assunzione eccessiva può provocare un pianto pari a un soffritto di abbondante cipolla. È un aroma che immediatamente colleghiamo al sushi perché, oltre a fungere da abbinamento, è inserito tra riso e pesce direttamente dallo chef. Il gusto particolare che lo contraddistingue rende difficile qualsiasi similitudine: alcuni ne riconoscono assonanze con il daikon, ortaggio di origini asiatiche; secondo altri i sapori che più gli si avvicinano sono quello della senape e del rafano, ma dalla piccantezza pari al miglior habanero in circolazione.

Come si mangia

wasabi

I puristi della cucina nipponica storcono il naso di fronte a un piatto guarnito con un mucchietto della famosa pasta verde. Il wasabi, quello autentico, andrebbe servito fresco e grattugiato sulle pietanze non più di 15 minuti prima del pasto, così da conservare le numerose proprietà organolettiche di cui vanta questo prodotto. Dato l’elevato costo, tuttavia, è un prodotto spesso soggetto a contraffazioni, poco riconoscibili dalla maggior parte di noi perché abilmente tagliato con rafano e spezie, per rendere il sapore accattivante anche a lunga conservazione.

Proprietà

wasabi

Buono o cattivo che sia, il wasabi andrebbe adoperato da tutti come medicina naturale, tante sono le sue proprietà benefiche. Innanzitutto facilita la digestione ed è un ottimo antibatterico: ecco qui giustificato il duetto con il crudo, poiché aiuta a sconfiggere eventuali intossicazioni. Se assunto costantemente, sembra avere le stesse capacità antinfiammatorie di un blando paracetamolo. Ricchissimo di vitamina C e, di conseguenza, di antiossidanti, potrebbe essere uno degli elisir dei giapponesi, popolo famoso per la sua longevità. Dall’elevato contenuto di acqua e di minerali, infine, ha un ruolo depurativo per l’organismo, contribuendo all’espulsione delle tossine e alla conseguente pulizia del fegato.