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Itinerari: mangiare vicino al Vesuvio

di Dora Sorrentino • Pubblicato 19 Settembre 2016 Aggiornato 3 Maggio 2017 17:28

Sono tanti i paesi che lo circondano, partendo da Portici fino all’interno: ecco un itinerario foodie per scoprire dove mangiare bene vicino al Vesuvio.

È considerato il nemico di Napoli, è il vulcano più studiato e controllato al mondo, ma il Vesuvio è considerato anche una ricchezza per la bellezza del suo parco e per tutti i prodotti che riesce ad offrirci. Sono tanti i paesi vesuviani che lo circondano, partendo da Portici fino alla zona interna, tra Ottaviano, Somma Vesuviana e tanti altri. Questo è un itinerario gastronomico che vi porterà a scoprire dove mangiare bene circumnavigando il Vesuvio.

Pizzerie

Fratelli Salvo

Pizzeria Salvo Francesco&Salvatore (largo Arso 10-18, San Giorgio a Cremano, Na): Francesco e Salvatore Salvo provengono da una lunga tradizione familiare di pizzaioli. Passo dopo passo, hanno ampliato la loro sede di largo Arso e si sono affermati tra i migliori pizzaioli della regione, per l’utilizzo di prodotti di qualità e per i loro fritti che richiamano numerosi fans, quello più richiesto è indubbiamente la frittatina di pasta e patate.

Le Scuderie di Villa Favorita (corso Resina 330-332, Ercolano, Na): Gennaro Salvo, anch’egli esponente di una delle famiglie più note del mondo della pizzeria, è da poco approdato a Ercolano. È considerato un ritorno a casa il suo, viste le esperienze maturate in giro, dopo aver lasciato la pizzeria di famiglia, prima con Ciro Salvo, poi con Gino Sorbillo e dopo l’ultima esperienza con la pizza a portafoglio a via Toledo a Napoli. Ma la mano è sempre la stessa e vale la pena provare le sue pizze.

Le Parùle (1)

Ristorante Pizzeria Le Parùle (via B. Cozzolino 70, Ercolano, Na): Giuseppe Pignalosa è l’ideatore di questo progetto che vuole raccontare la storia di un territorio. Parùle significa proprio orti, dove ancora oggi si coltivano numerosi prodotti che caratterizzano l’area vesuviana. Dopo un’attenta scelta di ingredienti di buona qualità, una accurata selezione di farine per gli impasti, Giuseppe è riuscito nel suo scopo, proponendo ottime pizze condite con gli ingredienti di stagione raccolti dagli orti.

Palazzo Vialdo (via Nazionale 981, Torre del Greco, Na): Vincenzo Di Prisco è il patron di questa struttura che non propone solo pizza: c’è il japanese restaurant e una gastronomia dove poter acquistare prodotti di qualità, ma l’attenzione è sempre rivolta alla pizza. Dopo l’esperienza con il pizzaiolo Gianfranco Iervolino, l’avventura continua seguendo le direttive che caratterizzano la lavorazione di una buona pizza. Una delle ultime novità è la 4 Portoni, ossia una pizza con quattro formaggi erborinati tutti di bufala e composta di agrumi.

Massè Pizza e Fritti (corso Vittorio Emanuele III 429, Torre Annunziata, Na): questa pizzeria in passato ha ottenuto un notevole successo grazie alla presenza del pizzaiolo Ciro Salvo. Dopo la sua esperienza, Massè ha mantenuto la sua numerosa clientela grazie ad un lavoro attento sulla pizza. Il termine massè è utilizzato nel mondo del biliardo: si tratta di un tiro difficile che richiede una notevole competenza ed è questa la filosofia portata avanti dai titolari. Una splendida terrazza che affaccia sul mare è il fiore all’occhiello della struttura, oltre alle buone pizze offerte.

Pizzeria Lucignolo (1)

Pizzeria Lucignolo dei Fratelli Prisco (via Argano 1, Boscotrecase, Na): il locale è stato fondato da Nino Prisco e oggi ad aiutarlo ci sono i figli Giacomo e Giovanni. Il primo è un bartender e si occupa della sala e del food&beverage, mentre Giovanni è il protagonista della pizza. L’impasto è ottenuto con farine macinate a pietra, ha una lunga lievitazione ed il risultato è una pizza leggera, con il cornicione ben alveolato, facilmente digeribile. Per condire la pizza, si utilizzano tutti ingredienti di ottima provenienza. Oltre alle pizze classiche napoletane, quelle che riscuotono particolare successo sono la Deliziosa, con vellutata di zucca, provola dei Monti Lattari, funghi porcini, pancia magra e granella di nocciole e la Pestacchiella, con pomodorini gialli, fiordilatte di Agerola, pesto e granella di pistacchio, scaglie di pecorino romano e basilico.

Villa Giovanna 01 (1)

Villa Giovanna (via Valle delle Delizie, Ottaviano, Na): una giovane pizzaiola polacca è il segreto del successo di questa pizzeria, il suo nome è Renata Sitko. L’impasto è realizzato da lei e vicino al forno si fa aiutare da due giovani pizzaioli. Dopo aver seguito alcuni corsi per diventare pizzaiola, dopo una lunga ricerca sui lievitati, è riuscita ad arrivare al punto di pasta che desiderava. La caratteristica di questa pizzeria è che tutti gli ingredienti provengono dal Vesuvio, compresi l’olio, i vini ed anche gli amari di fine pasto. In sala ci sono Francesco Formisano, il titolare, coadiuvato dal figlio e dal fratello. Anche i dolci vengono realizzati in casa e suggeriamo di assaggiare il Babà Sitko, una volta letta la storia sul menu capirete il perché.

Voglia di pizza (1)

Voglia di pizza (via Astalonga 38, San Giuseppe Vesuviano, Na): inizialmente era una pizzeria da asporto, che si è poi trasformata in un locale ampio ed accogliente. Ad occuparsi delle pizze è Luigi Cippitelli che, grazie all’aiuto del fratello Marco, propone pizze realizzate con materie prime di buon livello, a partire dagli ingredienti: tanti i presidi Slow Food utilizzati per il condimento, prodotti d’eccellenza tra cui il conciato romano de Le Campestre. Anche in questo caso l’olio proviene dal Vesuvio. Da assaggiare sia le pizze classiche che le novità proposte periodicamente da Luigi.

Ristoranti e trattorie

Taverna vesuviana (1)

Taverna Vesuviana (via Nuova Saviano 207, San Gennaro Vesuviano, Na): proprio ai limiti della zona vesuviana c’è il ristorante di Alfonso Crisci. Appassionato di cucina da sempre, ha deciso di seguire un corso di chef presso la scuola del Gambero Rosso per ampliare le sue conoscenze. Dopo alcune esperienze maturate un po’ in giro, è tornato alla base, aprendo un locale nella sua terra d’origine. Alfonso è uno di quelli che valorizza molto la tradizione, cercando di rivisitarla in chiave moderna, ma rimanendo legato comunque e quanto più possibile alla cultura culinaria del proprio territorio. Il suo ristorante propone varie tipologie di menu ma è noto soprattutto per i piatti con il baccalà.

Piazzetta Milù (1)

Piazzetta Milù (corso A. De Gasperi 23, Castellammare di Stabia, Na): la famiglia Izzo è riuscita a creare un ristorante che merita di essere annoverato tra i migliori locali della zona e non solo. Dopo l’esperienza con lo chef Cristoforo Trapani, è arrivata poi la volta di Luigi Salomone, formatosi alla corte del Marennà di Sorbo Serpico (Av). Piazzetta Milù è sempre in evoluzione, la ricerca di materie prime di qualità, lo studio e la sperimentazione dello chef sono caratteristiche che stanno a dimostrare quanto la famiglia Izzo creda in questo progetto. Ottima carta dei vini, sapientemente abbinati alle pietanze da Emanuele Izzo.

‘E Curti (Via Padre Michele Abete 6, Sant’Anastasia, Na): La storia di ‘E Curti a Sant’Anastasia è tutta racchiusa nel nome: i curti in questione erano due fratelli, Antonio e Luigi, nati in questo paesino alle falde del Vesuvio, alti poco più di un metro, per questo venivano chiamati curti, cioè corti, e nel 1920 decisero di dar vita a questa trattoria oggi gestita dalla nipote Angela Ceriello. Il menu è molto semplice e racconta la storia della vera cucina napoletana, quella fatta di sapori antichi, di ingredienti genuini, tutti a chilometro zero. Il ragù napoletano viene realizzato all’antica maniera, con i pomodorini del piennolo del Vesuvio, ottima anche la genovese, la zuppa di soffritto e un piatto inventato da Angelina, ‘o sicchio d’a munnezza (lett. il secchio della spazzatura), un piatto che raccoglie tutti gli ingredienti che generalmente i bambini scartano dalle pietanze, come olive, pinoli, noci e pomodorini con la buccia. La famiglia Ceriello produce anche un ottimo nocillo, un liquore da dopo pasto realizzato con le noci raccolte rigorosamente la notte di San Giovanni e lasciate maturare con spezie ed aromi nell’alcol fino al mese di dicembre.

President di Pompei (1)

Ristorante President (piazza Schettini 12, Pompei, Na): il President è uno dei ristoranti che ha da poco ricevuto la sua prima stella Michelin. Si trova a pochi passi dal Santuario della Madonna di Pompei e dagli scavi archeologici e Paolo Gramaglia è lo chef patron della struttura. Accompagnato dall’irrinunciabile presenza della moglie Laila in sala, Paolo ha intrapreso il suo lavoro pur provenendo da un mondo diverso, l’economia, cercando di inseguire la passione trasmessagli dal padre. Infatti il President è nato nel 1993 come attività di famiglia, rilevata da Paolo nel 2006. Il menu proposto da lui spazia tra la cucina della tradizione, la riscoperta di antiche ricette pompeiane, la rivisitazione di ricette classiche e l’interpretazione di piatti della cucina estera, soprattutto orientale. La carta dei vini è stata curata da Laila che è il sommelier del ristorante.

La Lanterna Ristorante (via C.G. Aliperta 8, Somma Vesuviana, Na): Luigi Russo è il discendente di una famiglia che si è sempre dedicata alla ristorazione sin dall’Ottocento. Il locale nasce negli anni Ottanta con Francesco Russo e la moglie Anna, dove si cucinavano pietanze tipiche vesuviane. Nel 2000 il figlio Luigi ha rinnovato la struttura, è molto attento a ciò che il territorio gli offre, sceglie con cura ogni singolo ingrediente che gli servirà per rappresentare al meglio la cultura locale. Ma l’anima del ristorante è costituita anche dalla moglie Consiglia Caliendo, l’architetto in cucina, perché in realtà è a tutti gli effetti un architetto. Questa parte della zona vesuviana è nota per la preparazione del baccalà e uno dei piatti che li ha resi più noti sono le polpette di stoccafisso. Ci sono due cucina nel locale, una per le preparazioni tradizionali e l’altra dedicata alla cucina gluten free, voluta dai coniugi Russo in base alla propria esperienza, visto che una dei loro figli è celiaca.

Viva lo re (1)

Viva lo Re (corso Resina 261, Ercolano, Na): “Viva lo re” è un antico brindisi borbonico ed è stato utilizzato per dar vita a questo ristorante nel 1995 voluto da Maurizio Focone. Si cominciò inizialmente con una vineria, con piccoli assaggi di cucina, ma col tempo si è deciso di trasformarla in un vero e proprio ristorante. Si trova nella zona del Miglio d’Oro ad Ercolano, a pochi passi dalla zona archeologica. Il ristorante si divide in tre ambienti e propone una cucina divisa fra mare e terra. Data la precedente esperienza come vineria, naturalmente sono presenti etichette di un certo spessore, sia nazionali che estere.

La Bettola del Gusto (via Sacra 48, Pompei, Na): anche in questo caso siamo vicinissimi alla zona archeologica degli scavi di Pompei. Il locale è stato creato dai fratelli Fortunato, uno si occupa della sala e l’altro della cucina, insieme al socio Salvatore Filosa. È un locale molto ricercato non solo per la buona offerta gastronomica ma anche per l’attenta selezione dei vini provenienti dalle migliori cantine italiane e non. Tutti i piatti del menu degustazione sono già abbinati ai vini sulla carta, molto gli ingredienti di qualità utilizzati, tra cui i fagioli di Controne e la colatura di alici di Cetara.

Cieddì (1)

Cieddì (Via Salvatore Pagliano 3-5, Portici, Na): il sottotitolo di questo ristorante è “tra mare e Vesuvio”, è una struttura che nasce nel 2010, ubicata in un’antica villa borbonica, Villa Pagliano. Anche in questo caso si dà molta importanza alle materie prime vesuviane e, da alcuni anni, il ristorante si è fornito di un proprio orto, in modo da poter realizzare una cucina a centimetro 0. Il menu prevede sia percorsi di degustazione che scelta à la carte. Tanti i presidi Slow Food utilizzati per la preparazione dei piatti, come il carciofo di Pertosa, il carciofo violetto di Castellammare, la cipolla ramata di Montoro, la papaccella napoletana ed altri ancora. Anche la carta dei vini merita una menzione speciale.

Le Cose Buone di Nannina (via Ferrovia 2, San Gennaro Vesuviano, Na): da un’idea del cuoco contadino Pietro Parisi, noto già per il suo ristorante a Palma Campania “Era Ora” e per essere il cuoco che ha portato alla ribalta tanti produttori agricoli del suo territorio, è nata questa gastronomia a cui è stato dato il nome “Le Cose Buone di Nannina”. Nannina era la nonna di Pietro, colei che gli ha trasmesso la passione per la cucina e per le cose buone. Quindi in questa gastronomia è possibile acquistare tantissimi prodotti di qualità, molti dei quali realizzati dallo stesso Parisi, tra cui le conserve e la famosa parmigiana in barattolo. Prima di acquistare in prodotti della bottega, naturalmente si possono assaggiare in loco attraverso i piatti proposti dallo chef in base, ovviamente, alla stagione.

J Japanese Reastaurant (1)

J-Japanese Restaurant (viale Privato D’Amore 15, Portici, Na): se siete armati di buona volontà e pazienza, allora sicuramente vi diciamo che varrà la pena aspettare tanto tempo che si liberi un posto, ma proprio se siete fortunati. Altrimenti vi tocca prenotare ed anche non è un’azione facile da attuare, per un semplice motivo: J ha pochi posti a disposizione, o meglio, sono piccoli e limitati. Ma si è diffusa in fretta la voce che a Portici esistesse un ristorante giapponese che supera di gran lunga anche i livello di quelli considerati tra i migliori a Napoli. Qui si propone una cucina tradizionale giapponese realizzata con tecniche rigorosamente orientali. Per quanto riguarda la spesa, si butta un occhi di riguardo ai migliori prodotti internazionali, anche se il pescato è tutto mediterraneo.