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Tendenze insolite: chips di medusa

di Nadine Solano 5 Novembre 2017 11:01

Scoperte da un’equipe di scienziati danesi, le chips di medusa potrebbero pian piano conquistare anche i palati occidentali: ecco perché.

Marinate oppure saltate in padella con aglio, aglio e peperoncino; protagoniste di un profumato carpaccio o di una croccante tempura: incluse nella lista dei novel foods, le meduse a tavola possono dare grandi soddisfazioni. le meduse sono buone e fanno bene, tempo di ricredersi Basta soltanto superare la diffidenza iniziale e lasciarsi andare. Tenendo presente che non solo hanno un gradevole sapore di mare, per quanto sono ricche di proteine, collagene e selenio, minerale prezioso nella lotta contro i radicali liberi e il processo di invecchiamento dell’organismo. Le meduse sono buone e fanno bene, insomma. Per tali ragioni gli chef stellati di tutto il mondo – compresi quelli italiani – gareggiano a colpi di ricette originali e bisogna dire che i commensali reagiscono con entusiasmo. Le chips di meduse riceveranno un’accoglienza altrettanto positiva, saranno perlomeno guardate con curiosità? Domande più che legittime.

Una scoperta degli scienziati danesi

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Partiamo da un presupposto: il 98 per cento del corpo di una medusa è composto di acqua. Per estrarne i liquidi solitamente si utilizzano sale e allume (solfato di alluminio e potassio), ma questa procedura rende necessaria un’attesa di 30-40 giorni prima che si raggiunga il risultato finale. Un’equipe di scienziati danesi, capitanata dalla gastrosofa Mie Pederson (la gastrosofia è “il complesso delle conoscenze che concorrono a costituire un sapere teorico e pratico, unendo scienza dell’alimentazione, della cucina e del convito”), ha ideato un metodo di essiccazione che richiede tempi parecchio più brevi. Si immergono le meduse in contenitori pieni di alcol e poi si lasciano trascorrere soltanto due giorni: sono sufficienti affinché “l’acqua contenuta nelle meduse – spiega la Paderson – sia totalmente sostituita dall’alcol”. Successivamente quest’ultimo evapora e gli animali planctonici perdono il loro volume, quindi anche la consistenza quasi gommosa. Si ottengono, in altre parole, sfoglie croccanti e pronte da mangiare.

Alla conquista dell’Occidente

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La Pederson è convinta che questa nuova procedura, semplice e veloce, possa rendere la medusa ancora più attraente agli occhi degli occidentali. E sottolinea che le chips di medusa sono molto più salutari rispetto a quelle di patate: basti pensare che un sacchetto da 25 grammi contiene soltanto 0,5 grammi di grassi. Le sfoglie di medusa hanno però un difetto: il processo ideato dagli scienziati danesi toglie praticamente tutto il sapore. Tuttavia si sta pensando di risolvere il problema con l’utilizzo di alcol aromatizzati. La volontà di diffondere nel mondo questo snack innovativo non manca, anzi. I più salutisti probabilmente si lasceranno tentare. E voi la sgranocchiereste una bella sfoglia di medusa, magari all’ora dell’aperitivo?

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