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Viterbo in 12 ore: i locali imperdibili

di Raffaella Galamini 22 Novembre 2017 09:30

Viterbo è un labirinto di piazze e vicoli dove trattorie, ristoranti e pasticcerie non mancano: ecco gli indirizzi da non perdere quando la visiterete.

Viterbo è città dei papi per eccellenza, qui si è tenuto infatti il primo conclave della storia. Antiche le origini, addirittura etrusche, anche se a lasciare il segno in edifici e monumenti è stato di sicuro il periodo medievale. un labirinto di vicoli e piazze dove non mancano trattorie, ristoranti, caffè e pasticcerie Lo testimoniano l’imponente cinta muraria che circonda la città e i due affascinanti quartieri, San Pellegrino e Pianoscarano. Tra gli eventi da non mancare il trasporto della Macchina di Santa Rosa il 3 settembre: un’imponente torre luminosa di 30 metri è portata a spalla da un centinaio di facchini per le strade della città in onore della santa viterbese. Di grande suggestione poi il tradizionale appuntamento di primavera con San Pellegrino in fiore, dove il quartiere medievale sboccia tra piante e composizioni floreali. Un labirinto di vicoli e piazze per perdersi anche semplicemente per una passeggiata e dove non mancano trattorie e ristoranti, caffè e pasticcerie. Ecco la nostra breve guida per mangiare bene a Viterbo se avete solo una giornata a disposizione.

  1. pasticceria-casantiniColazione. Per cominciare la giornata con caffè e croissant vale la pena fare uno stop alla pasticceria Casantini (via Cairoli, 27). Lieviti e paste di ogni tipo, non mancano i cioccolatini e i dolci da accompagnare a un cappuccino o a un buon tè nella saletta annessa.
  2. vecchio-orologioPranzo. Nell’Osteria del Vecchio Orologio (via Orologio Vecchio, 25, in foto) si mangia sotto alti soffitti a volta, tra arredi rustici. Il patron Paolo Bianchini  propone una cucina viterbese dove è attenta la selezione delle materie prime e i piatti della tradizione sono riproposti con garbo e fantasia: non mancano i classici come i lombrichelli all’amatriciana o la gricia, le fettuccine alla carbonara con il coregone del lago di Bolsena. Carta dei vini all’insegna delle etichette locali. Poco lontano si trova il ristorante Tre Re (via Macel Gattesco, 3). Sstando ad alcuni documenti, esisterebbe dal lontano 1622: sarebbe quindi il più antico in città. Cucina della tradizione, piatti poveri ma curati con l’olio della Tuscia a far da protagonista. In menu si trovano le zuppe e l’acquacotta, i lombrichelli alla viterbese, le fettuccine ai funghi porcini, il maialino a porchetta con patate arrosto, la trippa e la coratella. Dolci della casa come il vino. Spostandosi a San Pellegrino si arriva da Tredici Gradi (via Cardinal La Fontaine, 28): una vineria che da una semplice mescita si è trasformata in un ristorante apprezzato per la cucina attenta a valorizzare le eccellenze del territorio. In menu la zuppa di lenticchie di Onano, la trippa alla romana con la crema di fagioli del purgatorio, l’acquacotta e lo spezzatino di maremmana. Nella carta dei vini spiccano etichette meno conosciute ma sottoposte a un’attenta e mai banale selezione.
  3. le-cose-buoneAperitivo e merenda. Enotria by L’Angoletto della Luce (via della Valle Piatta, 2/4) è ristorante, tea room, caffetteria e propone orario continuato da mezzogiorno fino a sera. Qui nel pomeriggio si possono assaporare vermouth, cioccolate e tisane e non manca una bella selezione di bottiglie di vino per l’aperitivo. Creativo il menu, con piatti rivisitati e pizze gourmet. Per chi ama il gelato l’Antica Latteria di Porta della Verità (via della Verità, 25) è una tappa altamente consigliata. Propone una selezione di gusti non troppo ampia ma di sicuro particolare come lo Schiaffo del Papa (nocciole in crema e in pezzi, gianduia e cioccolato tritato), la ricotta della Tuscia con l’aggiunta di cannella e durante la festa di Santa Rosa la Crema del Facchino, con castagna e gianduia. Non mancano torte e dolci da poter gustare nello spazio realizzato lungo le mura medievali. Altrimenti chi ha voglia di dolci non può che fare tappa nella pasticceria di Renée Abou Jaoudè, Le Cose Buone (via della Marrocca, 66, in foto). Nelle vetrine frigo mini torte invitanti, da degustare. Crumble, cheesecake, tarte e se non bastasse ci sono le proposte del giorno. Per chi vuole portare un souvenir a casa marmellate homemade, gelatine e dolci da credenza.
  4. danilo ciavattini 1Cena. È il ristorante del momento a Viterbo. Danilo Ciavattini (in foto), lo chef più talentoso della Tuscia, è tornato a casa aprendo un ristorante che porta semplicemente il suo nome. Dopo le Tre Forchette del Gambero Rosso e la stella Michelin con l’Enoteca La Torre, prima a Viterbo e poi a Roma, Ciavattini ha scelto di tornare a casa, in via delle Fabbriche 20-22. Ambiente sobrio ed elegante, due sale, trenta coperti. In menu lo chef propone piatti della tradizione a prezzi popolari (10 euro) ma in versione decisamente gourmet. Una sfida, quella di Ciavattini, per dimostrare che un’acquacotta può essere di alta cucina se correttamente eseguita. Ci sono due menu degustazione. La carta dei vini ha tanta Tuscia ma anche Francia e Piemonte. Per chi ha voglia di vivere un’autentica full immersione nei sapori della Tuscia e provare alcuni piatti poveri, il Richiastro (via della Marrocca, 16) è il posto giusto. Si tratta di uno dei locali più caratteristici di Viterbo, d’inverno si mangia accanto al camino in peperino e d’estate in un cortile interno. È aperto solo in determinati giorni della settimana, di solito chiuso d’estate e nei periodi delle feste di Natale e Pasqua. Meglio quindi verificare l’apertura e prenotare, se si parte per Viterbo con l’idea di venire a mangiare qui. In menu spiccano una grande selezione di zuppe, le fettuccine all’uccelletto fuggito; i pizzicotti alla pecorara; l’arrosto al vino rosso; i lombrichi alla vitorchianese. La scelta può cadere anche su Il Grottino (via della Cava, 7), locale piccolo e accogliente, da sempre una garanzia sia per la cucina che risente anche dell’influenza della vicina Toscana. Tra le proposte il riso con zucca e gorgonzola e le tagliatelle con asparagi e pancetta croccante. Da provare i dolci al cucchiaio: irresistibili. Il servizio è accurato e attento. La carta dei vini è tutt’altro che banale e propone una selezione appropriata alle proposte in menu.
  5. caffe-grandoriDopocena. Prima di ripartire ci si può fermare al Caffè Grandori (piazza della Rocca, 32), all’interno di uno storico Palazzo che si affaccia sulla caratteristica piazza della Rocca e sul Museo nazionale etrusco Rocca Albornoz. Il locale propone spesso dj set e serate a tema. Resta aperto fino a tardi per chi vuole chiudere la serata con un ultimo drink.
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