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Perché in Giappone a Natale si mangia il pollo fritto?

di Nadine Solano • Pubblicato 12 Dicembre 2018 Aggiornato 10 Luglio 2019 14:24

In Giappone, da ormai 40 anni, la Vigilia e il giorno di Natale il menu prevede un piatto solo: il pollo fritto. Vi raccontiamo come nasce la tradizione.

Doverosa premessa: in Giappone il Natale non è festa nazionale. Laggiù sono quasi tutti buddisti e shintoisti, i cristiani rappresentano una netta minoranza. Di conseguenza, il 24 e il 25 dicembre le scuole e gli uffici sono aperti, così come i negozi. in giappone è tradizione mangiare pollo fritto alla vigilia e il giorno di natale Ormai da qualche tempo però i giapponesi si lasciano ugualmente travolgere dallo spirito natalizio. La religione non c’entra nulla, ovvio. C’entra, invece, il piacere di mettere addobbi qua e là, ritrovarsi con amici e parenti, scambiarsi regali, magari intonare qualche canzoncina. Mille luci avvolgono le città, proprio come da noi, e non manca chi fa l’Albero. Consumismo a oltranza? Ebbene sì. Ma chi vive nel Paese del Sol Levante non nutre alcun senso di colpa e ogni anno attende entusiasta e trepidante l’appuntamento in questione. Anche perché c’è un rito ben preciso da rispettare: mangiare il pollo fritto di KFC (Kentucky Fried Chicken), celebre catena di fast food statunitense.

Una tradizione irrinunciabile

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Secondo recenti stime, ogni anno 3,6 milioni di famiglie giapponesi trascorrono il Natale gustando il pollo fritto di KFC. E non dovete pensare che un paio di pezzi a testa siano sufficienti: tutti si ingozzano come se non ci fosse un domani, la catena americana arriva a vendere 240.000 cestini colmi del gustoso pennuto. Le ordinazioni sono fatte con settimane di anticipo, chi non prenota se ne sta in fila per ore, ma non rinuncia. Vi pare strana questa smania collettiva per una pietanza a stelle e strisce? Eppure va avanti da oltre 40 anni, non è mica una novità. E tutto è nato grazie a una geniale campagna di marketing.

Un’idea geniale

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Il primo Kentucky Fried Chicken del Giappone fu inaugurato nel 1970. Takeshi Okawara, allora direttore, in prossimità del primo Natale cercò un’idea per incrementare le vendite. Un giorno sentì un paio di americani rammaricarsi fra loro perché quell’anno non avrebbero potuto mangiare il classico tacchino. inizialmente la campagna era destinata agli americani in giappone Okawara pensò che il pollo fritto potesse essere un valido sostituito e propose il Party barrel (barile della festa) proprio per celebrare la ricorrenza. I risultati furono soddisfacenti, ma ancora il bello doveva arrivare. Nel 1974 KFC decise di investire su questa trovata, lanciò un’imponente campagna promozionale e offrì all’equivalente di più o meno 8 euro un menu composto da pollo fritto e vino. Lo slogan? Kurisumasu ni wa Kentakkii, cioè Kentucky per Natale. Ovunque furono distribuiti manifesti e locandine raffiguranti famiglie giapponesi felici e riunite intorno ai cestini di pollo fritto: un successo incredibile.

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A tempo di record il pollo fritto da KFC per Natale diventò, appunto, un must. Un’abitudine che lo scorrere del tempo non solo non ha fatto sbiadire, per quanto ha rafforzato. Anche perché l’offerta si è ampliata: chi lo desidera può comprare un pollo intero o scegliere un menu che include pure torta e champagne. Il messaggio è sempre lo stesso, “A Natale si mangia il pollo”. Vietato dire di no.