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La Galleria di Sopra, Albano Laziale

La Galleria di Sopra è un ristorante di Albano Laziale in cui i prodotti di alta qualità compongono piatti estrosi.

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di Salvatore Cosenza 4 Febbraio 2020

Quando si parla di Castelli Romani, inevitabilmente si pensa a un’offerta gastronomica fortemente incentrata sulla tradizione, che si concretizza nei menu delle trattorie e nelle cosiddette fraschette. Enon la classica fraschetta dei castelli, con piatti creativi e materie prime eccellenti ppure c’è chi riesce a esprimere un concetto di ristorazione diverso, in cui il territorio è una grande dispensa da cui attingere materie prime, senza rappresentare un ostacolo alla creatività. La Galleria di Sopra ad Albano Laziale, è il fienile di un vecchio convento di clausura del 1500. L’unica grande sala, posta appunto al piano superiore rispetto all’ingresso, non dispone di finestre, ma i soffitti alti, le soluzioni di design e le luci fanno dimenticare subito questo particolare. Le cantine, visitabili, si sviluppano in lunghezza e ospitano centinaia di bottiglie che vanno a comporre una carta molto variegata, in cui si nota una certa attenzione anche nei confronti dei vini naturali. In sala Andrea Carfagna, commercialista pentito, che per passione ha aperto questo ristorante nel 2003 e che, col tempo, è riuscito a contagiare anche il fratello Claudio, attuale chef. Tre i percorsi di degustazione da 3, 5 o 7 piatti rispettivamente a 33, 45 e 60 euro. Prevalenza di ricette a base di pesce, tanto che il manzo è completamente assente dalla proposta. Tra gli antipasti Battuto di dentice mela e misticanza di erbe aromatiche; Triglia tra le sfoglie di patata, insalata invernale e fondo con zafferano e finocchio. Vero e proprio must sono invece le Foglie spontanee  ripassate (che cambiano a seconda della stagione), tuorlo farcito di pecorino e poi bruciato, ravanello fermentato, topinambur e aceto balsamico tradizionale. Come primo consigliati gli Spaghetti Mancini gamberi rossi, borragine e sommacco. Si prosegue con secondi di mare o di terra: Spada, guanciale salvia e foglia di bieta oppure Coniglio alle erbe con cotoletta di rognone, carota al forno e broccolo romano. Gradevoli gli interludi a sorpresa offerti tra una portata e l’altra dallo chef, che dimostra estro e buona tecnica. Anche i dolci rispettano in qualche modo la stagionalità, durante la nostra visita autunnale ci è stato servito un dessert a base di Castagne cachi e finocchietto, preceduto, com’è d’uopo da un sorbetto (uva fragola e sale al limone) e seguito dalla piccola pasticceria.