Home Chef Davide Oldani: un 2014 D’O(C)

Davide Oldani: un 2014 D’O(C)

di Francesca Martinengo • Pubblicato 24 Dicembre 2013 Aggiornato 22 Giugno 2022 12:23

Davide Oldani, chef del D’O di Cornaredo, ci racconta le sue tradizioni natalizie e quale menu proporrebbe per un Capodanno speciale.

Il 2013 di Davide Oldani è stato speciale: una festa con invitati VIP da ogni parte d’Italia per celebrare i dieci anni del D’O di Cornaredo, due giorni da Re Giorgio all’Armani Hotel di Milano, poi la lezione tenuta ad Harvard, dove era stato invitato per illustrare come si fa un miracolo economico con la cucina pop, tenendo la barra dritta tra qualità, alta cucina e prezzi accessibili.

Come sarà il tuo Natale?
Riposeremo: il ristorante sarà chiuso dal 24 dicembre al 2 gennaio, quindi riprenderemo dopo le feste. Fino al 24 (a pranzo) proporremo in carta i nostri piatti prenatalizi con i prodotti tipici dell’autunno, come carciofo, broccoli, melograno, fichi secchi“.

Se pensi ad un tuo sapore di Natale cosa ti viene in mente?
Lo zafferano, perché un piatto natalizio in famiglia era proprio il risotto con lo zafferano. Anche il paté era una portata tipica, tanto è vero che, sotto il segno di questo ricordo, attualmente abbiamo in carta un paté di fegato con salsa al porto e biscotto di cacao amaro“.

Oldani

E se dovessi suggerire un menu di Capodanno?
Penserei a qualcosa di leggero, per bilanciare gli eccessi gastronomici, ma gustoso: a pranzo servirei semplicemente un brodo di verdure speziato con anice e insaporito con due filetti di sardine, alici o nasello per insaporire senza appesantire. A seguire carboidrati: una pasta corta mantecata, proprio perché mantecando non si aggiungono grassi in più. Infine un dolce: granita di mandorle, polvere di caffè e profumo di rosmarino. Nel pomeriggio farei ancora un tea time con panettone accompagnato da tè oolong bianco agli agrumi“.

Ci indichi i vini ideali con cui accompagnare i menu delle feste?
Sicuramente solo bollicine, con quattro tipologie che dividerei su tutti i giorni di festa: Terzavia per la Sicilia, Ferrari per il Trentino, Monterossa per la Franciacorta e infine uno champagne Krug o Pommery“.

Da poco è uscito Chefacile, il tuo nuovo libro per Mondadori. Il titolo è un gioco di parole per indicare il tema?
Sì, si tratta di un tentativo per indicare come fare davvero della buona cucina in casa e creare un piatto sano, equilibrato e ricco di gusto. Una raccolta di ricette della tradizione, reinterpretate da me e poi proposte secondo una chiave di realizzazione facile“.

Programmi futuri: si parla di una tua stabile collaborazione come resident chef all’Armani Hotel e di un’apertura a New York. È vero?
Per ora non anticipo niente: si tratta di progetti di cui stiamo discutendo, così come anche le idee legate a Parigi e a Singapore“.