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La versatilità del tamarindo

di Danny D'Annibale • Pubblicato 18 Marzo 2014 Aggiornato 14 Aprile 2016 14:23

Il tamarindo è un albero parente delle fave e originario dell’Africa il cui frutto possiede un gusto tostato, caramellato e leggermente sapido.

Uno degli ingredienti più caratterizzanti della cucina indiana oltre alle spezie è il tamarindo. Molti di voi lo conosceranno per lo sciroppo dolcissimo, di una nota marca, da diluire in acqua e con cui creare delle rinfrescanti bevande estive. il tamarindo possiede un gusto ricco e tostato che ricorda il caramello e si abbina molto bene ai piatti salati Il tamarindo è un albero parente delle fave e originario dell’Africa, ma utilizzatissimo in tutta l’Asia e anche in America latina. Il frutto ha l’aspetto di un baccello ed è composto da una buccia color nocciola di consistenza legnosa ma molto sottile e abbastanza fragile, simile a quella delle arachidi. Tolto il primo involucro l’aspetto non è dei più invitanti: la polpa di color marrone scuro è molto pastosa, appiccicosa e filamentosa, che lo rende noto col nome di dattero d’India dato che lo ricorda anche nel sapore. Il tamarindo però è più ricco, corposo, con una nota tostata e, seppur dolcissima, leggermente minerale: proprio quel gusto tostato, di caramello e leggermente sapido, lo rende un ottimo abbinamento per piatti salati. All’interno della polpa sono presenti dei semi neri molto duri simili a quelli della carruba.

Tamarindo

La cucina indiana utilizza molti ingredienti dolci, spesso da contrapporre ad altri acidi e freschi; in alcuni casi, essendo una cucina estremamente povera e poco pretenziosa, non si hanno piatti equilibrati come quelli dell’Estremo Oriente, per cui si possono trovare preparazioni tendenti al dolce o all’acido o all’amaro. La polpa del tamarindo viene utilizzata molto spesso, prevalentemente per la preparazione di salse e zuppe. Tra i piatti più noti con il tamarindo ci sono un ottimo chutney (noi di Agrodolce vi abbiamo proposto la variante al mango), delle gustosissime melanzane stufate e anche un profumato piatto a base di riso, succo di tamarindo, arachidi, lenticchie e spezie. Si sposa bene anche con piatti a base di pollo e verdure e persino col pesce.

Pasta di tamarindo
pasta di tamarindo

Al naturale si trova in commercio sotto varie forme: raramente intero, più frequentemente la polpa viene accumulata in panetti e confezionata sottovuoto. Questo prodotto è noto come pasta di tamarindo ed è commercializzato in vari gradi di raffinatura che vanno dalla polpa grezza fino a quella privata di semi e filamenti. Si può trovare anche la polpa frullata e filtrata in bottiglia da usare come topping o per arricchire salse, dolci, zuppe e stufati. Il tamarindo si può trovare abbastanza facilmente in tutte le tipologie sopra indicate anche negli angoli esotici degli ipermercati italiani. A Roma è reperibile al Mercato Esquilino (e negozi circostanti), mentre a Milano si trova da Kathay in Via Rosmini.