Benvenuta Fries, la patatineria della Capitale
Apre a Roma Fries in via Cavalleggeri: in menu chips e stick fries realizzati con patate italiane, fritte alla perfezione e condite con 28 diverse salse.
Ha aperto da soli pochi giorni a Roma (via di Porta Cavalleggeri, 19) e già tutti ne parlano. È Fries, nuovo format ristorativo completamente dedicato allo snack più amato al mondo: le patatine fritte. Quello di Fries è un concept di fast food comune nei Paesi Bassi ma in Italia, Napoli a parte, mancava totalmente. L’idea di importare il format è di 4 amici, già conoscitori del settore ristorativo: Raffaella Ghislandi, interior designer ed esperta di comunicazione, il fratello Francesco Ghislandi proprietario del ristorante Pomodori Verdi Fritti a Casalpalocco, l’imprenditore Giovannino Glorio e Domenico Sciarria, titolare dell’azienda Sciarria da dove provengono tutte le patate cucinate da Fries.
Il locale si raggiunge scendendo da via Gregorio VII o velocemente a piedi da piazza San Pietro. Si fa notare fra i tavolini di un bar e un negozio traboccante di souvenir per turisti: un piccolo spazio subito individuabile grazie a due file di mattoni grigi che racchiudono la grossa scritta FRIES color rosso acceso. A pochi passi da San Pietro questo locale spicca per il design semplice e accattivante Se si riesce a trovare parcheggio, una volta incamminatisi verso il locale non si percepisce un cattivo odore di fritto e si notano soltanto due cassette di patate, che invogliano ad alzare lo sguardo verso il menu. Si nota subito un bel bancone in acciaio smerigliato dalla bombatura anni ’50, su cui campeggiano decine e decine di salse di tutti i gusti e colori. Ci si avvicina incuriositi e indecisi, cercando di capire e scegliere fra le proposte della lista, che per fortuna è breve e chiarissima: 3 misure di stick fries, chips e un tornado di patate su un bastoncino di legno. E poi salse, salse e ancora salse: classiche, artigianali, gluten-free e vegane. Infine, per i patiti dello zucchero, un waffle da ricoprire con crema di nocciole e altri toppings.
La prima volta si assaggia un po’ di tutto e ci si accorge che la frittura è impeccabile: croccante, per niente unta, asciutta. Il sapore delle patate è distinguibile, dolce, dal piacevole retrogusto di frutta secca. Il segreto sta nell’olio di arachidi (italiano e selezionato) nelle moderne friggitrici che eliminano continuamente i residui di cibo e olio bruciato, e naturalmente nelle patate, a polpa chiara e dalla buccia sottile, sode e freschissime. Le patate utilizzate provengono dalle coltivazioni nel viterbese e ad Avezzano Provengono direttamente dal viterbese o da Avezzano, a seconda dei periodi dell’anno, e sono prodotte con il metodo dell’agricoltura integrata nell’azienda di proprietà di Domenico: dal campo al cartoccio. Non provate a chiedere di che patata si tratti: la cultivar è un segreto aziendale. I tuberi arrivano in negozio, sono lavati, tagliati con strumenti appositi, messi a bagno in acqua fredda per perdere amido, asciugati e fritti a due temperature crescenti. Stessa cottura dei carciofi alla giudia per intenderci. Le patatine stick, sono morbide all’interno (e non gelificate, che è un segno di remota precottura) e leggermente salate sulla sottile crosta. Le chips sono croccanti, asciutte e separate le une dalle altre. Il tornado è una spirale di patata tagliata leggermente più spessa e servita arrotolata su un bastoncino di legno. È la versione più croccante e ha a un sapore più rustico e intenso.
Le salse sono 28: ce n’è per tutti i gusti e per tutte le intolleranze, dall’americana BBQ alla greca tzatziki, dalla maionese aromatizzata al curry al ketchup più piccante, dalla senape (in numerose versioni), alla cheddar sauce anche nella variante vegan, fino alla salsa del mese, pensata da uno chef famoso. Quella attuale è un tributo a Roma: la cacio e pepe di Arcangelo Dandini. Potete accompagnare lo snack con 2 birre artigianali Miranda, chiara, e Lady Rosetta, realizzate in esclusiva dal Birrificio Aurelio.