7 ristoranti vegani da provare a Milano
A Milano basta fare una passeggiata per scoprire locali dove gustare un pasto vegano di buona qualità: vi consigliamo 7 ottimi indirizzi da provare.
Un tempo la carne era un privilegio, un alimento riservato ai più ricchi, ai più nobili o alle più alte cariche della gerarchia ecclesiastica: la gente comune si accontentava dei frutti della terra e di una gallina nei giorni di festa. a milano i ristoranti che propongono una cucina vegana di qualità non mancano Oggi invece il manzo, il maiale e persino la selvaggina, sono a disposizione di chiunque, nelle botteghe e nei ristoranti, ma sono in aumento coloro che decidono, a volte d’impulso a volte dopo lunghi ragionamenti, di non mangiarne più, escludendo a volte anche prodotti di origine animale come latte, formaggio e miele. Le ragioni alla base della scelta possono essere diverse: animalismo, ambientalismo, salute e religione sono le più diffuse. Ma c’è anche chi semplicemente riduce il consumo di carne (aumentato esponenzialmente solo negli ultimi 70 anni) per riscoprire sapori antichi come quelli dei cereali e varietà di ortaggi dimenticati. Il vegetarianismo, se non ricorre alla soya e al seitan, riscopre la dimensione locale, in un Paese in cui non mancano sole e terra, frutta, ortaggi e legumi in abbondanza. In Italia tutti i ristoranti propongono almeno qualche piatto esclusivamente vegetale, ma Milano basta fare una pedalata o una passeggiata per scoprire locali dove gustare un pasto vegano di buona qualità, promuovendo il consumo responsabile e la riscoperta di gusti dimenticati.
-
Si comincia con l’aperitivo da Valà (via Daniele Crespi, 14): un calice di vino rosso o una birra artigianale, posati sui tavoli turchesi, donano colore a un ambiente cordiale e luminoso. La bevanda si accompagna con le crescentine della casa, di farina bianca o integrale biologica, prive di grassi animali: fra le opzioni per il condimento, la Hannabel prevede pomodorini confit, cremoso avocado e salsa al basilico. Si prosegue con i rigatoni alla carbonara vegana, con il seitan all’eoliana o con le verdure di stagione in pinzimonio o al forno.
-
Spostandosi verso i Navigli si incontra invece Mudra Cafè (piazza XXIV Maggio, 8), un locale che racchiude in sé l’idea olistica di gastronomia, cultura e spiritualità. Si segue un corso di Bollywood Dance al primo piano e si scende per cenare al piano terra o nel dehors, dove si ordinano piatti come l'insalata russa vegetale, il riso con erbe aromatiche, la zuppa di miso o il brasato di seitan. I colori del rosso e del legno ricordano l’India, ma l’indulgenza in dolci al cioccolato e alla crema (tutti rigorosamente vegetali) è chiaro segno delle concessioni all’Occidente.
-
Per chi in zona Navigli cerca invece un ambiente più moderno, in cui rifugiarsi dopo un aperitivo di Spritz e Franciacorta, c’è Ghea (in via Valenza, 5). Le luci soffuse, le grandi vetrate e le eleganti ma essenziali disposizioni di tavoli e piante, costituiscono lo scenario in cui gustare piatti raffinati dagli ingredienti antichi, come i Falafel di cicerchia con erba cipollina, i Ravioli di barbabietola marinata e gli Scialatelli al carbone fatti in casa. Lo chef Antonio Tomaselli va oltre il vegetariano, oltre il vegano e approda al veganic: ai suoi clienti propone non solo alimenti vegetali, ma la scelta di uno stile di vita più vicino possibile alla naturalità.
-
Improntato al rispetto di natura e animali è anche il menu del Al Grande Cerchio (via Buonarroti, 8). I piatti, che dalla cucina raggiungono le 2 ampie sale vivacemente colorate e il dehors sulla strada, sono tutti preparati con ingredienti salutari e quasi esclusivamente vegani: si propongono tempura di verdure e vellutata di legumi, ma anche la pizza vegana con il formaggio vegetale e il kebab di seitan.
-
Atmosfera più rustica è senza dubbio quella dell’Osteria al 55 (via Messina, 55): un vecchio bar tramutato in ristorante, che non lascia trapelare all’esterno la sua nuova vocazione, camuffato con una veranda verde e un grande bancone all’ingresso. Si scoprono così quasi con sorpresa un proprietario cordiale e un localino luminoso in cui si servono piatti a base di ingredienti italiani ma frutto di suggestioni orientali e francesi, come nel caso dei Gyoza dolci e della Tempura di cime di rapa.
-
Per un vero ambiente famigliare, da vecchia osteria, bisogna però recarsi alla Trattoria Noi Due (via Col di Lana, 1). Ci si siede ai tavoli con tovaglie a quadretti per assaporare piatti della nonna in versione vegana o vegetariana: gnocchi di patate e spaghetti al ragù, polpette e scaloppine al limone. In cucina si utilizzano cereali integrali, semi, ortaggi e verdure italiane, con la necessaria attenzione all’alternarsi delle stagioni.
-
Chi desidera un pasto vegano davvero fuori dal comune, non potrà mancare di visitare il Joia (via Panfilo Castaldi, 18), il ristorante stellato e vegetariano dello chef Pietro Leemann. Qui il menu degustazione, come ogni piatto nel suo piccolo, è un viaggio attraverso i sensi, con coltri di spuma saporita a ricoprire i bocconi e composizioni che rappresentano, con melanzane, finferli, zucca e mirtilli, l’ineludibile scorrere del tempo. Tutti i piatti del menu sono senza carne e senza uova; moltissimi, compresi i dolci, senza latte e senza glutine.
- IMMAGINE
- Ghea
- Osteria al 55
- We Are Lovers