I piatti migliori del neo stellato Marco Martini di Stazione di Posta
A volte ci si aspetta che i meriti siano riconosciuti immediatamente, che siano limpidi agli occhi di tutti, che non ci sia possibilità di errore. A passare una serata in compagnia dei piatti di Marco Martini, marco martini ha conquistato la sua prima stella michelin nell'edizione 2015 della guida giovane chef del ristorante romano Stazione di Posta (largo Dino Frisullo), ci si diverte talmente tanto da non dubitare che la Rossa (nomignolo con cui spesso ci si riferisce alla guida Michelin, di cui stiamo seguendo la presentazione) si accorgesse subito di lui: oggi infatti Marco Martini ha conquistato la sua prima stella, un traguardo fondamentale. Il giovane talento era comunque già noto agli esperti del settore come executive chef dell’Open Colonna di Roma. Nello spazio nuovo e moderno all’interno della Città dell’Altra Economia, Marco e il suo staff coccolano i propri ospiti da quando varcano la porta fino al dolce congedo finale, ossia le ciambelline al vino e l’aromatica tisana con cui fare colazione il giorno seguente: una cura che non può non meritare una stella Michelin. Abbiamo provato la cucina dello chef Martini più volte, l’ultima sabato scorso: sempre una bella conferma.
Spuntatura, patate e barbecue. Un piatto dal sapore rustico e deciso, forse insolito per un antipasto. Lo chef consiglia di mangiare le spuntature con le mani, cosa che indubbiamente accentua l’aspetto ludico del piatto e contribuisce alla soddisfazione. In accompagnamento pak choi croccanti e una polpetta di patate e cheddar saporita e leggerissima, accompagnata da cipolla brasata in polvere e panna acida.
Tortello, mortadella, pizza bianca e pistacchi. La croccantezza della pizza bianca, qui proposta sotto forma di brodo, è affidata ai tortelli passati in padella; il ripieno è ricco e aromatico, con una speziatura ben presente e un aroma di cannella.
Animelle, chinotto e carote. Il chinotto è una salsa seducente che glassa l’animella, dolce e morbida, e le conferisce una benvenuta nota amara in un piatto che sulla carta rischiava di essere troppo dolce. Ogni boccone è completo e per la consistenza viene in aiuto la croccantezza delle nocciole, a contrastare il tenero delle animelle.
Fuori classifica sarebbe ingiusto dimenticare il dessert Cioccolato, zucca e dragoncello.
L’autunno in un piatto, con la dolcezza della zucca a contrasto con il ricco amaro del cioccolato e la sapidità leggere, appena accennata, del crumble alla base. Meritano una menzione anche tutti gli amuse-bouche serviti prima di esplorare il menu, dall’ottimo Origine della carbonara in un guscio d’uovo ai conetti farciti con una corposa mousse di amatriciana.
E il mondo dovrebbe cominciare a mangiare meglio.
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