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Wish list: i ristoranti da provare nel 2015

di Alfonso Isinelli

Dove vorreste andare a mangiare durante il prossimo 2015? Questa è la nostra lista dei desideri.

Zaino in spalla, posate e bicchieri in mano: nel 2015 si deve recuperare il tempo perduto. Scrutare le mappe, consultare gli orari ferroviari, appostarsi alle fermate dei bus, trovare un buon tassista, camminare l’Italia e il mondo alla ricerca delle tavole buone. E ora di (ri)cominciare. E dunque fissiamo qualche nome nella lista dei desideri, le tavole da andare a visitare a partire da domani. Già, perché oggi è l’ultimo dell’anno.

SUD

Marianna Vitale
Marianna Vitale

Lì ci sono le radici, il mio DNA. E allora in attesa della Sicilia, terra da cui provengo, si comincia da Campania e Puglia. Un grande di sempre, Don Alfonso, si parte da dove è iniziato tutto, per poi andare a trovare chi, sfidando l’erba cattiva, ha saputo far crescere quella buona in due posti improbabili: Sud, a Quarto, dove Marianna Vitale prepara i migliori primi della ristorazione italiana e Taverna Estia a Brusciano, dove i fratelli Sposito mischiano basso ed alto, come pochi. E in Puglia non mancherà un salto da Angelo Sabatelli (ristorante omonimo a Monopoli) per provare quella melanzana che potrebbe contendere lo scettro alla finora imbattuta tataki di Davide Scabin. E non potrà mancare un salto al Trabucco da Mimì (località Punta San Nicola, Peschici), piedi a mollo, per mangiare il miglior pescato tricolore.

Lopriore e Baronetto

Paolo lopriore
Paolo Lopriore

Sono stati i due grandi ritorni dell’anno, con il 2015 tocca andarli a trovare. Paolo Lopriore – l’allievo prediletto del Marchesi –  lasciata la matrigna Siena si è stabilito a due passi da casa, sul lago di Como, al ristorante del Grand Hotel chiamato Kitchen. Qui ha ripreso la sua marcia di grande interprete del territorio, nonostante gran parte del mondo – chissà perché – pensi il contrario. E allora, spulciando dalla carta, c’è tutto il repertorio del lago (cavedano, luccio, persico, missoltini), il riso in cagnone, gli spaghetti alla lombarda, gli intingoli a riproporre l’ultima fase toscana con il suo inconfondibile tocco.

Baronetto
Matteo Baronetto

E Matteo Baronetto a Torino, a confrontarsi con il ristorante sabaudo per eccellenza, Il Cambio. Confronto rispettoso ma con personalità, portandosi dietro alcuni suoi signature dish del sodalizio con Cracco e rimettendo in gioco il suo essere piemontese, aggiornando tradizione e storia (grande curiosità di assaggiare il Riso Cavour).

Trattorie

Trattoria

Il 2014 mi ha portato a far scorpacciate di lasagne, passatelli, tortellini e tortelli: l’Emilia e la Romagna, infissi nel cuore. Ora tocca andare oltre: a naso mi vengono in mente: Il Caffè La Crepa a Isola Dovarese, in provincia di Cremona, con i suoi epici tortelli burro e salvia, o i Cacciatori a Cartosio in provincia di Alessandria, per toccare con mano la tradizione piemontese espressa ad arte da Federica Rossini. Lo storico Nunzia di Benevento, tra le più antiche chiocciole della guida Osterie d’Italia di Slow food, e La Locandiera a Bernalda (Matera) altro tempio del mangiar regionale. Potrei dirne molti altri, che l’ossatura della cucina italiana è qui.

La new wave veneta

Alessandro Dal Degan
Alessandro Dal Degan

Il grosso dei giovani più interessanti sembra essersi concentrato qui, soprattutto tra vicentino, padovano e bellunese. E allora bisognerà visitare Giuliano Baldessarri all’Aqua Crua di Barbarano Vicentino in provincia di Vicenza, la coppia Oliver Piras e Alessandra Del Favero di AGA, a San Vito di Cadore (Belluno), Alessandro Dal Degan de La Tana di Asiago, senza dimenticarsi i già affermati Lorenzo Cogo (El Coq a Marano Vicentino) e Davide Filippetto (Storie d’amore a Borgoricco). Una squadra pronta a scalare le classifiche.

Le donne

Antonia Klugmann
Antonia Klugmann

Ho già scritto che la maggior parte dei pasti stimolanti fatti nell’ultimo periodo erano cucinati da donne. E dunque dovrò proseguire il viaggio, partendo magari da Antonia Klugmann all’Argine a Vencò nel Collio (Gorizia), o si può andare a trovarla al Venissa di Venezia, a fianco della sous-chef Arianna Della Valeria. Poi si torna a Montemerano da Valeria Piccini al Da Caino, si fa un salto dalle sorelle Fischetti dell’Oasis Antichi Sapori di Vallesaccarda (Avellino) e – immancabile – è un passaggio da Aurora Mazzucchelli al Marconi (Sasso Marconi). Un lungo elenco.

E POI…

Chef Davide del Duca
Davide del Duca

E poi ci sarebbe voglia di tornare in una delle grandi fucine europee, i Paesi Baschi, conoscere la cucina andina, girando per Perù e Cile. O stupirsi nello scoprire che tanti talenti li hai a due passi da casa: e allora attendo con impazienza di provare nella nuova sede l’Osteria Fernanda, per testare con ancora più attenzione la cucina di Davide Del Duca, e di mangiare da quel geniaccio di Massimo Viglietti, protagonista della più stimolante – per quanto misconosciuta – apertura capitolina del 2014, da Achilli al Parlamento.

E altre aperture si accavalleranno nel corso dell’anno: ci sarà tanto da viaggiare e da mangiare nel prossimo 2015. Buon anno a tutti

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