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Benvenuto Brunello: la top10 dei Brunello 2010

di Alessio Pietrobattista

L’annata 2010 del Brunello di Montalcino è stata valutata con 5 stelle, il massimo, dal Consorzio: ecco la classifica dei nostri assaggi migliori.

Un Benvenuto Brunello mai così atteso come quello di quest’anno, grazie alla presentazione della tanto acclamata annata 2010, valutata con ben 5 stelle dal Consorzio (il massimo della scala). l'annata 2010 del brunello è stata valutata con ben 5 stelle dal consorzio, il massimo dei voti Non solo Brunello però, perché per i Rosso di Montalcino in degustazione, la 2013 si dimostra annata di gran frutto e piacevolezza di beva, in grado di rubare la scena, in qualche caso, alle più blasonate e importanti bottiglie con la fascetta DOCG. Come preannunciato, e in linea con le valutazioni positive del Consorzio, l’annata è certamente molto buona, nel segno dell’equilibrio, con vini di grande giovinezza e prospettiva, solo in alcuni casi ancora imbrigliati dai sentori dei legni di affinamento o con qualche scompostezza e imprecisione gustativa e olfattiva. In linea generale la prova dei vini ai banchi d’assaggio ha evidenziato un’ ottima qualità media, per cui stilare una classifica dei primi 10 assaggi risulta particolarmente arduo, con l’evidente rischio di qualche esclusione eccellente che nel futuro potrebbe dire la propria. Rullino i tamburi, si comincia il countdown!

  1. poggio di sottoPoggio di Sotto: molto equilibrato al sorso, meno carnoso e polputo del solito, ha passo elegante e felpato, appare il più pronto e leggibile tra i primi classificati. Rispetto ad alcune grandi versioni del passato, appare più lineare e meno imprevedibile ma nella bottiglia potrebbe trovare un alleato per quel guizzo in più che attualmente non lo porta nelle primissime posizioni come c’aveva abituato. Fiducioso.
  2. san lorenzoSanlorenzo: dal calice urla di lasciarlo in pace, di restare dentro la bottiglia perché è troppo presto per uscirne. Scuro e introverso, tra cenni terrosi e di frutto scuro, con la mora e il ribes in primo piano, poi il pepe e il chiodo di garofano. La bocca è materica, austera, rabbiosa nella progressione acida e tannica, piena di sapore e di prospettiva futura. Pronto a scommettere che il riposo in bottiglia lo perfezionerà. Toro scatenato.
  3. le chiuseLe Chiuse: una parola per descriverlo: austerità. Vino in veste quasi monastica, essenziale, duro a tratti, tra spigoli tannici e acidità che corrobora il sorso, giocato sull’importante impronta sapida come la casa impone. Olfatto compresso e di grande potenziale, molto nordico, sui toni freschi delle erbe aromatiche e dei frutti rossi, ribes in primis. Neonato capriccioso.
  4. le chiuse di sottoGianni Brunelli – Le Chiuse di Sotto: Brunello carnoso, di sostanza al palato, di piena leggibilità malgrado l’estrema gioventù. Sorso pieno e avvolgente, si contraddistingue per l’olfatto mediterraneo ed esplosivo, tra chinotto e arancia sanguinella, un vino solare in grado di catturare l’attenzione mostrando i muscoli per una futura progressione. Potenza con controllo.
  5. fuligniFuligni: in effetti l’olfatto è un po’ chiuso inizialmente ma ha nella bocca una progressione entusiasmante, tra acidità e freschezza a bilanciare una componente tannica non indifferente. Il bicchiere gli è fedele alleato nel proporre un ventaglio aromatico di grande finezza, in cui la suadenza floreale e vegetale accoglie il naso in un mazzo di rose. Rose rosse per te.
  6. salvioniSalvioni: un classico, un Brunello d’alta classifica. Speziatissimo, floreale, un mix intrigante dove il frutto è chiaro e nitido, senza alcuna sbavatura ma non per questo privo di carattere, ben lontano dal compitino ben fatto. Al sorso è ancora più convincente, elegante e con una trama tannica degna del campione che è. Pronto a scalare la classifica come il miglior grimpeur del ciclismo. Fausto Coppi.
  7. canalicchio di sopraCanalicchio di Sopra: i toni rossi, quasi pastello, che accolgono il naso lo rendono uno dei Brunello in degustazioni più a fuoco e disponibili: fragoline, amarena e rosa si susseguono fino ad arrivare, con il tempo, a un nettissimo e freschissimo sentore di lavanda. Il tutto ad anticipare una bocca convincente e dinamica, fresca e progressiva. Bello ora e nel futuro. Canalicchio inside.
  8. mastrojanniVigna Loreto - Mastrojanni: classico nell’impostazione, elegante nell’incedere, un Brunello in doppio petto di entusiasmante autorevolezza. Ha abito scuro, con liquirizia e pepe, inserti fruttati di arancia e mandarino, sfoggia un fisico atletico al sorso dove è pieno e carnoso, equilibrato e lungo, tannicamente vellutato. Potenzialmente da podio. Il mio nome è Loreto, Vigna Loreto.
  9. le ragnaieVecchie Vigne e Fornace - Le Ragnaie: il dualismo si ripete. Scelta salomonica, nell’indecisione estrema di dover decretare il migliore. Dagli assaggi di botte avevo avuto una lieve preferenza per il Fornace, oggi li trovo appaiati con il dubbio di dover decidere quale dei due vorrei sulla mia tavola il prima possibile. Perché se il Fornace conferma all’olfatto una spremuta d’agrumi, rossi e scuri, la macchia spontanea e la viola, con una bocca leggermente più frenata nel tannino, il Vecchie Vigne ha invece passo felpato ed elegante, disteso e succoso, tannino presente ma di grana finissima. Dovevo scegliere chi mettere primo dei due? Portatemeli ora e ne riparliamo volentieri. Gemelli diversi.
  10. marronetoMadonna delle Grazie - Il Marroneto: la classica situazione in cui tra i due litiganti il terzo gode. E qui si gode parecchio. Un Brunello a tutto tondo: complesso, sfaccettato, intrigante, un monumento al Sangiovese. All’olfatto il frutto tra chiari-scuri, tra fragola e mora, erbe aromatiche, tratti balsamici e mentolati, arioso e fresco, salmastro e inebriante. La bocca ha il suo solito tannino appuntito, ficcante, ma ha freschezza ed acidità da vendere, oltre che sapidità e succo. Campione adesso e nel futuro, quando il tempo gli regalerà ancora più distensione. Grazie davvero.

rosso di montalcino collelceto

A questi 10 campioni mi fa piacere affiancare altri Brunello in degustazione che potrebbero benissimo incalzare e scalare le prime posizioni: ne è un esempio un classico come il Col d’Orcia, probabilmente mai così buono negli ultimi anni, per un vino prodotto di ottima reperibilità grazie alle 250.000 bottiglie prodotte. Per non parlare di Rossi di Montalcino 2013 deliziosi come Tenuta le Potazzine, Collelceto e Pietroso.

Insomma con i Rosso 2013 e i Brunello 2010 c’è davvero di che divertirsi.