L’amatriciana non è di Amatrice, e altre novità
Se credevate che l’amatriciana fosse un piatto del conforto, una di quelle certezze inossidabili della tradizione culinaria italiana, sbagliavate. È invece fonte di acerrime battaglie e aspre polemiche. Dopo l’aglio di Carlo Cracco, ci hanno pensato i cuochi de La Prova del cuoco a creare scompiglio per via di altre, curiose varianti alla ricetta classica. Sembra che l’antica prescrizione di questo piatto sia intoccabile, una sorta di pozione magica da seguire al dettaglio pena l’infuriarsi del fiero popolo di Amatrice.
Eppure tempo fa avevamo già provato a spiegare con le parole di Angelo Troiani quanto un piatto tradizionale, degno sì di tutto il rispetto possibile, sia in effetti modificabile e addirittura – senza paura di essere blasfemi – migliorabile. La stessa amatriciana fatta ad arte ma con il guanciale croccante, aumenta di parecchio la sua già leggendaria bontà e senza insultare gli avi di nessuno.
Ma cosa avrà mai aggiunto di così grave lo chef di Rai 1 Giampiero Fava, a guanciale, pecorino e pomodoro? Tenetevi forte: i cipollotti, il formaggio grana, il peperoncino e l’aceto di mele. Coraggioso. Il culmine della polemica, comprensibilmente, si è toccato con un’affermazione successiva fatta dall‘esperto che, nel corso della stessa puntata, ha detto: “L’Amatriciana è un piatto attributo alla cittadina in provincia di Rieti per errore”. Apriti cielo. In pratica si tratterebbe di un furto vero e proprio quello messo a punto dagli Amatriciani ai danni della Capitale, dove la ricetta originaria avrebbe invece visto i natali, e il vero nome sarebbe matriciana, per la matrice presente sulle guance dei maiali. Insomma: caos e scompiglio.
Leggiamo dal profilo facebook del comune di Amatrice:
“Cara mamma Rai, basterebbe studiare anche solo un pochino, basterebbe una banale ricerca con google per scoprire che la salsa all’amatriciana è un prodotto della Città dell’Amatrice, e che ciò è riconosciuto non solo dalla De.Co. comunale, ma ancor prima nella pubblicazione in G.U. dei prodotti tradizionali regionali, i cosiddetti PAT, tanto che sulla ricetta tradizionale dell’amatriciana di Amatrice, si è già espresso anche il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. L’amatriciana ha origini pastorali, nasce nel territorio amatriciano, da cui prende il nome: su tutto si possono esprimere opinioni, ma non si può diffondere tanta approssimazione su un canale pubblico RAI. Amatrice, gli amatriciani e soprattutto i tanti telespettatori meritano rispetto, l’amatriciana ha la sua storia, ha la sua verità basata sui fatti”.
Chi avrà ragione? L’amatriciana (o magari si dirà matriciana?) è di Amatrice oppure no? Se qualcuno sa, parli ora.
E il mondo dovrebbe cominciare a mangiare meglio.
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