A Roma, nel quartiere San Lorenzo, apre il siushibar di Kiko, maestro di cucina giapponese già conosciuto nella Capitale.
A piazzale del Verano 90, nascosto da un benzinaio dismesso e dal flusso costante di umanità variopinta, ha aperto il 3 agosto Kiko Sushi Bar, tra i pochi, validi tentativi di (ri)portare la ristorazione di qualità a San Lorenzo. Kiko è Atsufumi Kikuchi, già Sushiko, Hamasei, Kenko. Il suo socio è Roberto “Bob” Angelini, musicista, amante della cucina giapponese, meglio se preparata da Kiko.
Abbandonata l’eccessiva urbanità del quartiere, ci si immerge nella calma zen che ci si aspetterebbe di trovare in un sushi bar di buon livello. Nel locale l’atmosfera è gradevole, essenziale, bianca e nera.
Nella prima sala c’è un bancone con due postazioni per il sushi davanti alle sedute, da una parte c’è Kiko, dall’altra il suo giovane apprendista italo-giapponese.
Nella seconda sala i tavoli sono immersi nella penombra, l’illuminazione studiatissima e l’arredamento curato danno vita a un ambiente davvero suggestivo. Tra i tavoli ben distanziati si muove agile lo staff di sala impegnato su 40 coperti circa.
A pranzo si può scegliere tra 5 diversi menu: Sushi, Sashimi, Salmone Teriyaki, Tempura e Insalata Kiko (da sempre, il suo signature dish). Il costo è di 17,5 €. Oltre ai due menu degustazione per la sera da 42 e 46 € , c’è la carta nella quale è facile perdersi. Carpacci, insalate, tempura, Miso e Sushi in ogni forma possibile, preparato davanti ai vostri occhi dalle abili mani di Maestro e Discepolo. Da bere birre orientali e un paio di referenze di birra artigianale BrewDog. Poche bottiglie di vino per una lista su cui si può ancora lavorare e poi Tè Verde, Sake, Umeshu, Shochu e Whisky, naturalmente giapponese.
Abbiamo assaggiato Miso, Maki e Nigiri, di qualità eccezionale, bevuto tre birre e speso 35 € a testa. I tagli di pesce sono senza dubbio un punto di forza ma la firma di questo Sushiman è nel riso, profumato, perfettamente compatto, notevole. Tutto il pesce crudo è abbattuto a bassa temperatura, e da una cartina inserita nel menu è possibile risalire alla provenienza della materia prima.
Questo ristorante noi lo consigliamo, e lasciamo a Kiko la parola:
Sono Atsufumi Kikuchi, l’Artigiano del Sushi.
Sono passati 37 anni da quando sono diventato cuoco. Lavorando con altre culture come quella newyorkese ho sperimentato gusti e ingredienti nuovi e, mantenendo e rispettando la tradizione della cucina giapponese, sono riuscito a fondere le due culture dando vita a nuovi sapori. Non dimenticherò mai la mia passione originale e farò del mio meglio per portare la cultura della cucina giapponese a voi italiani. Credo che un buon piatto arricchisca il cuore e provochi una felicità inspiegabile.
Prego, godetevi il vero Sushi e il vero sapore del Giappone. Io e tutto lo staff offriamo la nostra ospitalità dal cuore per accontentarvi. Spero passiate momenti felici con noi,
Atsufumi Kikuchi, l’Artigiano del Sushi