Sfide piadinare: il meglio di Piade da Chef a Riccione
Siamo stati all’evento Piade da Chef a Riccione e abbiamo assaggiato per voi le 3 piadine gourmet dell’evento: ecco le nostre impressioni.
Pensate a uno dei cibi più poveri e allo stesso tempo caratterizzanti della Romagna, prendete 3 maestri del gusto;aggiungete un imprenditore con salde radici nella tradizione e lo sguardo rivolto al futuro. 3 piade gourmet che entreranno a far parte dei menu di kalamaro piadinaro Bene, avete tutti gli ingredienti giusti per godervi Piade da Chef l’evento organizzato lo scorso lunedì 24 agosto, da Kalamaro Group – con il patrocinio Comune di Riccione e realizzato in collaborazione con Birra Moretti e la partnership di Acetaia Malpighi, Champagne De Venoge, Donnafugata e Zanussi Professional – per fare assaggiare in anteprima a pubblico e stampa 3 piade gourmet che da oggi entreranno a far parte dei menu del Kalamaro Piadinaro di Riccione.
L’idea di Gabriele Urbinati, titolare del Kalamaro Piadinaro, è stata semplice quanto geniale: ha invitato Davide Oldani – chef stella Michelin del D’O di Cornaredo – Vincenzo Cammerucci – proprietario dell’agriturismo Camì – e il maestro gelatiere Angelo Grasso a Riccione; ha presentato loro il suo locale, la filosofia con cui lo porta avanti, le materie prime con cui lavora e gli ha chiesto di creare 3 personalissime versioni di piade farcite che aggiungessero un tocco di creatività alla tradizione. Noi di Agrodolce abbiamo assaggiato tutte e 3 le piade.
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Davide Oldani ha creato Pi.D’O. Un impasto di farina di grano arso appena mescolata a farina bianca e olio extravergine d’oliva al posto dello strutto, ripiegato e steso più volte per ottenere una piada sfogliata. Ricca la farcitura: caprino, fichi fioroni, aceto di lampone, rucola e lardo D’O, parte della sua collezione di salumi. Ingredienti dai sapori decisi, a partire da materie prime di qualità per trasformare un piatto povero e quotidiano in un piatto innovativo.
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Vincenzo Cammerucci ha pensato e realizzato Pi.Crack. La consistenza della piada ha lasciato spazio a un cracker di piadina preparato con farina ai multi cereali e olio extravergine d’oliva; all’interno ricotta Mambelli, culatello di Zibello e marmellata di mela cotogna. Sapori della tradizione emiliano romagnola all’insegna del semplice ma buono.
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Angelo Grasso ha rivoluzionato il concetto di piada con Pi.Grasso, un cassoncino ottenuto impastando gli ingredienti classici della piadina – farina bianca, strutto, acqua e sale – e poi fritto. Nella farcitura un gusto in equilibrio tra dolce e salato: sorbetto alla pera e gelato allo squacquerone e basilico. Un bel contrasto di consistenze e profumi.
La scommessa di Urbinati è stata sicuramente vinta: qualche tradizionalista potrà storcere il naso, ma i sapori, gli abbinamenti, gli spunti creativi, hanno sicuramente generato curiosità e aspettativa attorno a un prodotto semplice, buono e da sempre molto amato come la piada. Se poi quello tra la piadina romagnola e l’alta cucina è vero un matrimonio d’amore sarà solo il tempo a dirlo.
- IMMAGINE
- Giorgio Salvatori