Mercato Metropolitano a Torino, un format (g)local
Dopo Milano, ha aperto anche Torino Mercato Metropolitano all’interno della stazione ottocentesca di Porta Susa: ecco cosa troverete.
Quello di Milano, aperto in occasione di Expo, ha avuto 3 milioni di visitatori in poco più di 5 mesi. E squadra vincente non si cambia: infatti lo scorso 12 dicembre ha aperto il Mercato Metropolitano di Torino nella vecchia stazione ottocentesca di Porta Susa (piazza XVIII dicembre, 4), nella vecchia stazione ottocentesca di porta susa a torino ha aperto mercato metropolitano sul modello dei market europei, uno su tutti La Boqueria di Barcellona, un luogo dove trovarsi, guardare, scegliere, conoscere,fare shopping, gustare. I numeri: uno spazio urbano di 2500 metri quadri recuperato, anzi rattoppato come dice l’ideatore Andrea Resca, a tempo di record (9 giorni), 400.000 euro di investimento e 15 botteghe, che nei primi mesi del 2016 raddoppieranno. I visitatori troveranno la pizza del nord di Gabin (da assaggiare alta, interpretazione della classica pala alla romana); la focaccia ligure di Nonna Armida, rigorosamente con lievito madre; tutti i tipi di carne dai brasati agli stufati, il BBQ, il galletto e i burger gourmet di Hambistrò; la polenta, i risotti e la pasta fresca; il fritto di pesce di Freetto; i dolci di Pasti Cheri; l’enoteca, i salumi e i formaggi italiani con le varie specialità della tradizione di L’Agricola; gli okonomiyaki di Maido e, per chiudere, la caffetteria che si trasforma in cocktail bar alla sera con That’s Food – Cocktail&Tartare.
Tra le realtà del paniere piemontese, non i soliti nomi, ma interessanti prodotti del territorio: oltre a una ricca selezione di etichette per i vini, tra gli altri si trova anche Ortopaolo per l’ortofrutta, San Michele per la birra, Barbero per i dolci, Michelis per la pasta, Delper per il pane, Altalanga Azienda Agricola per le nocciole, Azienda Agricola Quota 1116 per il miele.
“Piccolo è bello non è solo il nostro claim – dice Andrea Rasca, anima del progetto – ma anche una dottrina economica degli anni ’70 di Schumacher (si’ come quello della F1), che affermava che nell’economia non sempre il gigantismo fa bene. Infatti, alla fine i retailer di oggi mandano in disgrazia i produttori, schiacciandoli con margini sempre più esigui, e allo stesso tempo cercando di vendere gli stessi prodotti a un prezzo sempre più basso. Invece noi siamo convinti che sia necessario dare valore al lavoro artigianale, dando al consumatore cibo buono che magari costi un 10%, ma facendo capire il valore aggiunto di quella percentuale, che va a nutrire davvero corpo e anima”.
A Torino anche Intesa Sanpaolo collaborerà con Mercato Metropolitano per individuare aziende che abbiano “una storia da raccontare, una tradizione familiare, un successo di prodotto o rappresentano una tipicità locale. L’obiettivo è creare un circuito virtuoso che possa far emergere e crescere iniziative di qualità”. Gli artigiani di Mercato Metropolitano potranno inoltre rafforzare la propria offerta e visibilità con Created in Italia, il canale di e-commerce del Gruppo Intesa Sanpaolo, che offre ai piccoli produttori locali e agli artigiani del cibo un accesso guidato al mondo del commercio on line.
Insomma un circuito virtuoso, anzi un format: nuovi Mercati Metropolitani dovrebbero aprire infatti a Roma, Napoli, Firenze e Venezia. E poi a Dubai, Tokyo, Londra, New York. “E non andremo a colonizzare le città con le eccellenze italiane, ma ogni volta sceglieremo piccoli produttori di quella parte del mondo dove apriremo”, conclude Andrea Rasca.
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- Sara Montali