A Roma apre Centro: novità a via Cavour
Ha aperto in via Cavour 61 il nuovo ristorante all-day-long, con la collaborazione di Arcangelo Dandini: ecco cosa abbiamo assaggiato.
Ne avevamo già parlato. È giunta l’ora di Termini. Se fino a qualche mese fa vi lamentavate per la penuria di indirizzi degni di nota in questa zona, ebbene potete anche smettere di farlo. E se il Mercato Centrale e la Terrazza Termini vogliono ingolosire chi fa del treno il proprio mezzo di locomozione, Centro (via Cavour 61) strizza l’occhio a chi in questo quartiere ci passa per una colazione, un pranzetto, un aperitivo o una cena che non sia raffazzonata. All-day-long. Ma come si fa a soddisfare così tante esigenze? Come si fa business in un quartiere così popoloso ma popolato da decine di ristoranti che sul turismo e la low quality puntano tutto? In controtendenza.
Come lo sappiamo? L’arredo è curatissimo, il grande bancone è fatto su misura con quel gusto retrò che tanto ammalia in questi anni ’10. Prendere un cocktail vi permetterà di puntellarvi su uno degli sgabelli alti di legno e pelle. Le sedie di legno scuro sono perfettamente abbinate ai tavolini che, pur essendo molto prossimi gli uni agli altri, lasciano una discreta possibilità di movimento. Ci siamo divertiti a scoprire pian piano il locale. Passato il bancone troneggia il tavolo sociale poi, nella sala più grande tra le colonne a mattoncini, campeggia la cucina a vista.
Non mancate la sala ricreativa in cui si erge il biliardino perfettamente in tinta con le pareti e l’ambiente. È in fondo a sinistra, la sala è tranquilla e accogliente. I materiali sono naturali, i legni caldi, i ferri tutt’altro che algidi spezzano il continuum. Del vecchio locale, quello che c’era in precedenza, non è rimasto assolutamente nulla. Fatto salvo l’opus grigio delle colonne. Opportunamente riveduto e corretto.
L’apparecchiatura volutamente spartana: niente tovagliati, ma tovagliette. Si impreziosisce dei calici e dei tovaglioli finemente logati, di posate leziose e piatti di buona fattura. Il servizio è oltremodo gentile, splendidamente giovane, attento al cliente e vispo. Attende rodaggio. Non ci si aspetta altrimenti.
Ma veniamo all’offerta. Se l’accoppiata Biagio Minafra – Marco Nuzzo (Executive/Pâtissier in origine in forze al Caffè Propaganda) punta sulla giovane età e i natali pugliesi, è il nome di Arcangelo Dandini a legittimare una cucina che passa dall’inno all’Urbe, per l’omaggio ai buoni prodotti italiani, fino a giungere al respiro internazionale. La consulenza è nelle sue mani, a sua firma alcuni piatti in carta e la ricerca delle materie prime. Fritti croccanti, hamburger e ciriole, (schieratevi pure: chi per l’Usa chi per Roma), pasta, pesce e carne – crudo e cotto- e mai come in questo caso, dulcis in fundo, pasticceria secca, dolci da credenza in bilico tra Italia e Francia.
Se vi venisse voglia di acquistare qualche prodotto, sugli scaffali potrete saziare il vostro instancabile bisogno di shopping. I nomi sono quelli ben noti: Parisi, Verrigni, Pastificio dei Campi, Torrente e molti altri.
Per noi una piccola ciriola con porchetta e cipolle, fiore di zucca in pastella, pappa al pomodoro con baccalà e burrata (l’inno italiano a ben vedere), polpo rosticciato con spinaci, sultanina e pinoli, pasta e patate con briciole di baccalà, guancia su letto di patate fondenti e germogli di alfa alfa e, come se non bastasse, profiteroles al cioccolato, crema inglese e glassa al caramello. Promettono piatti del giorno in accordo con la stagione, cucina romanesca e qualche volo di fantasia. Ci torneremo per testare.
E se siete persuasi a visitare Centro allora non perdete l’occasione di parlare con uno dei quattro soci e patron. Hannan, Halfon, Camerini e Glam, vengono ognuno da un percorso diverso: moda, avvocatura, food e pr. Scambiateci quattro chiacchiere. L’uno vi racconterà come si sono innamorati della sede, un altro delle cementine bloccate su un cargo battente bandiera turca, un terzo del suo amore per il buon cibo. Beh il quarto stringendovi la mano vi inviterà a tornare.