Quante volte capita di dover buttare il cibo non utilizzato? Queste 7 semplici regole vi aiuteranno a combattere gli sprechi alimentari giorno dopo giorno.
Dal 30 agosto 2016 lo Stato italiano ha emanato una legge sugli sprechi alimentari, che mira a ridurli favorendo il recupero delle eccedenze, la donazione di prodotti, il riuso degli scarti, contribuendo così alla ricerca e alla sensibilizzazione sull’argomento.per evitare gli sprechi alimentari sono necessarie poche accortezze Slow Food, da sempre attento a restituire valore al cibo, a incoraggiare il rispetto dell’ecosistema, ha messo a punto l’ennesimo strumento per aiutarci nella vita di tutti i giorni. Il nostro spreco quotidiano è una sorta di prontuario, scaricabile in forma gratuita, che ha lo scopo di aiutare i consumatori a diventare più avveduti e coscienziosi.
Quante volte ci siamo ritrovati in frigo prodotti scaduti da tempo, magari da rifilare al più accomodante della famiglia o ingredienti che non siamo riusciti effettivamente a sfruttare? Senza contare le decine di confezioni che acquistiamo per poi scoprire che in realtà non ne servivano così tante. Ma evitare di buttare cibo e soldi si può, bastano poche e semplici accortezze. Vediamo quindi 7 regole da seguire per ridurre gli sprechi, acquistare con lucidità e mangiare meglio.
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Scrivere la lista della spesa e andare al supermercato con la pancia piena. Se c’è qualcosa che crolla in via definitiva durante la spesa da affamati, è la dignità; prima ancora dell’autocontrollo. In preda al più nero languore, ci scopriamo ad acquistare prodotti che da lucidi non vorremmo nemmeno nominare, vaghiamo dietro al carrello (perché è lui che guida noi) come allucinati. La fame non è mai buona consigliera ma al supermercato ci rende addirittura vittime facili delle seduzioni commerciali pensate appositamente per le nostre debolezze. Non dategliela vinta: selezionate la spesa quando siete davvero in grado di ragionare. La lista fatta a casa, con calma, assennatezza e una penna che scriva bene, può farvi da prezioso alleato: in generale, vi muoverete con le idee più chiare; nello specifico, ridurrete le possibilità di scordare quel che vostra moglie voleva tanto, con relative conseguenze.
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Evitare di fare una spesa unica per un lungo periodo. Secondo il vademecum di Slow Food, occuparsi esclusivamente della spesa utile per pochi giorni può aiutare a mantenere il controllo su quel che si acquista, su come utilizzarlo e anche a calcolare meglio le quantità veramente necessarie. Le spese monumentali per interi reggimenti, quelle che producono scontrini chilometrici e portabagagli straripanti, hanno il loro fascino festoso ma fanno smarrire in oceani di ingredienti di cui non si è più nemmeno in grado di carpire la scadenza.
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Comprare dai produttori. Come Miss Italia, i banconi dei supermercati sono crudeli selezioni di bellezza, in cui riesce soltanto la frutta più levigata, l’ortaggio più lucido, la verdura bella e leziosa. Cominciamo a sprecare cibo quando pretendiamo che questo rispetti canoni estetici fuori natura; se acquistiamo da contadini e coltivatori diretti, troveremo spesso anche quei prodotti normalmente considerati fuori standard, salvandoli.
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Scegliere l’agricoltura sostenibile e di piccola scala. I piccoli agricoltori, presumibilmente, non hanno la capacità, la voglia e le possibilità economiche di sprecare risorse e disperderle a pioggia nei vari passaggi della fabbricazione; scegliere ingredienti che derivino dall’agricoltura di piccola scala potrebbe aiutare a privilegiare metodi di produzione sostenibili, improntati a un uso misurato delle risorse e controllato con rigore in ogni suo processo.
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Comprare meno cibi pronti e più ingredienti. In fin dei conti, pure Benedetta Parodi ha imparato a usare meno buste di surgelati e più ingredienti freschi; possiamo farlo anche noi. Slow Food rimarca da anni come le nuove tecniche di produzione industriale stiano impoverendo i prodotti, con la diffusione di alimenti non più riconoscibili e lontani, anche culturalmente, dal mondo in cui sono stati originati e usati. Scegliere i prodotti freschi significa non soltanto ritrovarne il gusto e l’identità, ma anche riappropriarsi della loro storia.
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Imparare a cucinare con gli avanzi e gli scarti. Ci vuole coraggio per definire scarto un timballo, un pasticcio, una polpetta ben fatta; eppure, tanti dei nostri piatti migliori nascono così, dall’ardimentosa volontà di nonne buongustaie, suore nei conventi, chef dediti a non sprecare quel che avanzava. Con pochi ingredienti passepartout, da tenere sempre in casa e usare in ogni forma, si può continuamente dar vita a nuovi piatti. Ricordatevi che, in senso metaforico e non, si può fare una frittata praticamente con tutto.
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Se si ha voglia di pesce si compri solo quello che c’è. Quando i genitori severi usano nell’arte di educare il monito O mangi la minestra o ti butti dalla finestra, devono ricordarsi di seguire lo stesso criterio nella scelta quotidiana del pesce. All'interno dell'e-book antispreco, Slow Food ricorda che il mare non ha produttori, che le tecniche di pesca sono danneggiate e negativamente influenzate da quello che noi consumatori pretendiamo sul mercato. Fino a quando l’unica guida in cucina era Suor Germana, eravamo costretti a cercare il pesce che usava lei; ma oggi le ricette cascano a pioggia. Tentiamo il processo inverso: accogliamo il pesce che c’è e poi impariamo a conoscerlo.