- SPECIALI
- Identità Golose
Identità Golose 2017: viaggiare con la cucina di Francesco Apreda
A 12 anni da quel primo congresso a Palazzo Mezzanotte Identità Golose è cambiata tantissimo non solo e non tanto per riconoscimento mediatico, importanza e dimensioni quanto per la spinta di filosofia del cibo che racchiude nel proprio motto per l’edizione 2017: La forza della libertà: il Viaggio. La libertà che invoca Paolo Marchi è una libertà a tutto tondo, di pensiero e di azione. Si tratta della libertà da stereotipi e assolutismi dove passione e cuore non possono e non devono limitarci nella curiosità e nel desiderio di conoscenza, di scoperte sempre nuove. Il viaggio diviene il tema dominante di questa azione di profonda rivisitazione ciclica in cui innovazione e tradizione si susseguono senza fine. Il viaggio come fil rouge capace di farci passare attraverso materie prime e luoghi di produzione e di farci comprendere perché il confronto è ricchezza, è conoscenza.
Così ho preso immediatamente la palla al balzo e sabato 4 marzo sono corso all’incontro con Francesco Apreda. Il contenitore era quello di Identità di Formaggio e il tema era Cacio d’Oriente, il viaggio che riporta a Roma. Francesco è uno chef napoletano che ha fatto esperienze significative in tutto il mondo e che tutt’ora segue importanti realtà imprenditoriali italiane in India. La persona giusta per riflettere sul messaggio di Paolo Marchi.
L’emozione con la quale ha raccontato delle proprie esperienze con spezie e prodotti tipici di territori e popoli così lontani e diversi da noi è stata contagiosa. Non si tratta di contaminazione, non si tratta di perdita d’identità, si tratta invece di completezza. Acquisire conoscenze nuove e diverse ti rende più consapevole e più capace di ricevere emozioni. Ti rende più forte, più ricco. Ti consente di avere maggiori strumenti attraverso i quali elaborare nuove alchimie, di ricevere nuove sensazioni, di confrontarti con la tradizione impreziosendola con nuovi ingredienti.
Il viaggio continua e si trasforma. Non è più il viaggio del professionista del cibo e neppure quello della materia prima ma è quello del gusto. Ho lasciato il congresso più ricco, perché ho preso cognizione che al pecorino romano non dispiace affatto incontrare lo shiso in un pesto strepitoso, solo un tantino meno ligure. Ed è sempre il viaggio a rendere un piatto tradizionale e italiano come lo gnocco alla romana, degno di una nuova e intrigante versione Asia Express.
Perché è sempre più vero che vivendo all’estero, a contatto con tradizioni diverse, si ha ancora di più la necessità di raccontare la nostra cucina anche attraverso ingredienti nuovi e diversi. E perché, infine, la prima forma di libertà è proprio quella di poter scegliere il cibo che più ci piace, che abbia viaggiato o che sia a Km 0, che sia lusso o semplicità.
E il mondo dovrebbe cominciare a mangiare meglio.
Agrodolce racconta i luoghi e le persone del buon mangiare e del buon bere. Controlla la nostra Email ogni giorno e dicci se ci riusciamo.
Se vuoi aggiornamenti su identità golose inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Se è la prima volta che ti registri ai nostri servizi, conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.