San Francisco: 10 posti dove mangiare
San Francisco offre cibi di culture gastronomiche differenti che spaziano dai tacos ai burger passando per il ramen: ecco 10 posti dove mangiare.
Simbolo della rivoluzione digitale, San Francisco ospita in una superficie di 120 km etnie e ceti sociali agli opposti che si emulsionano alla perfezione come l’uovo e l’olio nella maionese. Si è scomodato persino Oscar Wilde per celebrare lo spirito di accoglienza e il fascino di SF, acronimo con cui la chiamano gli americani: la cucina etnica, sia messicana, sia asiatica, è ben rappresentata a san francisco “Quando una persona sparisce dalla circolazione è sicuramente andata a San Francisco. Questa città deve avere le attrazioni più belle del mondo“, scrive lo scrittore inglese. Tanta mescolanza si riflette anche sul piano culinario. L’influenza latina è quella predominante, soprattutto nel colorito quartiere Mission District. Tanti sono gli indirizzi dove magiare tacos, tutti caratterizzati da un comun denominatore: ogni ordinazione è una corrida. Dietro il bancone, la donna a destra unge due tortillas nell’olio e le piastra; la seconda le riempie fino a straripare, mentre la terza incassa e chiede for here or to go? Che domande: come si può mangiare una bomba tracotante camminando? Anche la cucina asiatica è ben rappresentata in città. Non mancano ramen, sushi e ravioli al vapore. Ma visitare gli States significa anche imbattersi in centinaia di food truck: li trovate ovunque e servono di tutto. Arrivati al mare, nel quartiere Embarcadero passando per il Financial District, la città si arricchisce invece di catene di fast food attente alla sostenibilità e alla qualità degli ingredienti. Ecco 10 posti dove mangiare a San Francisco e fidatevi: dopo 14 ore di volo e vaschette di cibo precotto, ne avrete bisogno.
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Taqueria El Buen Sabor al 699 di Valencia Street. Il locale è semplice e spartano. Dietro il bancone sono in quattro. Alle loro spalle il menu. Sulla sinistra i burritos, mentre a destra i tacos. Noi è li che guardiamo. Potete prenderli regular (carne e fagioli), special (carne, fagioli, formaggio e guacamole) o super (con tutto più il riso). Il costo va dai 3,50 ai 5 euro. Prendiamo lo special con carne asada, fagioli neri, guacamole, cheddar e pico de gallo. Ogni morso è come un pasto. Al terzo boccone sarete pronti per la siesta. Mentre al quarto le tortillas, seppure messe a doppio, cederanno all’umidità dei fagioli e sarete costretti a mangiare il ripieno con la forchetta o più semplicemente con le mani. Per irriducibili.
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A 600 metri di distanza, al 515 di Valenzia Street, c’è la Taqueria La CUMBRE. Stile e menu sono simili a quelli del locale precedente, anche se qui sono molto più famosi per il burrito. La scelta dovrebbe cadere sul taco al pastor. Il costo è intorno ai 3,50 euro, ma la dimensione non cambia: il taco è enorme (più o meno 300 g). Qui sono più realisti: forniscono subito la forchetta senza pretendere che le tortillas reggeranno. Occhio alla salsa rossa, è davvero piccante. Per stomaci forti.
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Al 2211 di Mission Street c’è una taqueria anche per chi non ama la carne: Gracias Madre. Ad accogliervi, la Madonna con le braccia aperte e un menu interamente vegetariano. I richiami religiosi sono dappertutto: dall’insegna alle decorazioni interne. I prezzi sono più alti rispetto alla media, circa 7 euro per un taco. Sul menu ce ne sono 4 tutti a base di verdure grigliate o arrostite: zucchine, melanzane, zucca e funghi. Il tutto è arricchito da pesto al coriandolo. In questo caso, la tortilla è più consistenze e incassa meglio i colpi dei pinto beans. Si riesce con facilità a degustare sino all’ultimo boccone senza l’utilizzo delle posate. Il concept vegetariano sembra aver conquistato tutti. Vi conviene prenotare.
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La Taqueria dal 1973 prepara burritos e tacos al 2284 di Mission Street. Si tratta di un locale a conduzione familiare, da sempre osannato da guide e critici, che di recente ha ottenuto il riconoscimento di Classic American Restaurant da parte della James Beard Foundation per avere un appeal senza tempo. Come in tutto il quartiere, i tacos sono regular o super, rispettivamente, 4 e 7 euro. Oltre al manzo (carne asada) e al maiale (carnitas), potete provare sapori più forti come la testa o la lingua di manzo. Per pochi cents in più potete aggiungere queso, avocado o sour cream. Se invece optate per il burrito, sappiate che qui non ci troverete il riso. Secondo il proprietario imbastardisce il sapore seducente della carne. Il posto giusto per gli amanti delle tradizioni e dei ristoranti carismatici. Un’istituzione.
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Gott’s Roadside fondata nel 1999 con una value proposition semplice: soddisfare l’appetito contemporaneo con ingredienti locali. Lo shop si trova dentro il Ferry Building, il porto da dove salpano i traghetti verso Alcatraz. L’arredamento è industrial: sgabelli e bancone di metallo color antracite, tavoli di legno chiaro e neon rossi. Il menu si adegua ai trend del momento. Oltre ai classici della cucina californiana, ci sono poke tacos, insalate asiatiche, sandwich, zuppe e persino burger vegetariani (lo trovate sotto la voce Impossible Burger). Il California Burger (con uovo fritto, rucola, formaggio svizzero e cipolle caramellate all’aceto balsamico) e il sandwich “A” B.L.T. (che, come suggerisce il nome, è farcito con avocado, bacon, lattuga e pomodori e arricchito da una maionese aromatizzata all’jalapeno) sono ottimi. A differenza di altre catene di fast food, Gott’s scommette molto sugli alcolici. Ampia la carta dei vini, sia al bicchiere sia in bottiglia, e quella delle birre artigianali. Tutto prevalentemente prodotto in America. Di tendenza.
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In-N-Out è uno dei simboli della ristorazione veloce californiana che merita sicuramente una visita. Nato nel 1948 come primo fast food dove poter ordinare senza scendere dalla macchina, In-N-Out è famoso per la sua semplicità. Il menu prevede: burger, cheeseburger, e double double. E se non vi basta, potete aggiungere altri patty: 3x3 oppure 4x4. I prezzi sono molto competitivi. Per 4 euro c'è l'hamburger semplice con tutti i condimenti della casa, qui dicono animal style: carne, pomodoro, lattuga, cetrioli, cipolla bianca e pane. La proporzione è matematica. Nessun ingrediente sovrasta l’altro. L’atmosfera è anni ’60: cappellini di carta, divise rosse, e tanti tavoli bianchi. L’ordinazione la ritiri quando urlano al megafono il tuo numero, manco fosse la riffa, e se paghi per i soft drink puoi servirti all'infinito. Meravigliosamente semplice.
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Super Dooper Burger è una catena che fa della sostenibilità il suo mantra. Dai cetriolini alle patate, dalla carne ai buns, è tutto reperito localmente. In linea con le ultime tendenze in tema di cottura e taglio della carne, Super Dooper Burger propone un patty spesso e succoso. Con il peso del panino aumenta anche il prezzo ovviamente. Per un totale di 13 euro c'è il Super, un double cheeseburger che dà il nome alla catena, e patatine fritte preparate al momento. Soldi ben spesi: la carne succulenta e il cheddar filante gli assicurano di diritto un posto nel paradiso dei burgeristi. Sul menu trovate anche burger vegetariani, insalate e shake. Super.
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Per i ravioli cinesi Dumpling Time (11 Division Street) è gettonatissimo. All'entrata una cucina immersa nel vapore anche se dovrebbe essere a vista, mentre in mezzo alla sala tanti tavoli sociali. Del menu incuriosiscono i soup dumpling ossia i ravioli ripieni di brodo e cotti al vapore. Abbiamo provato con soddisfazione i Tom Yum Goong (ravioli impastati con il succo di barbabietola e ripieni di pancia di maiale, gamberetti e latte di cocco) e il King-Dum (così grande da richiedere l’utilizzo della cannuccia per evitare il naufragio). I prezzi sono contenuti e invogliano a provare un po’ di tutto. Prendendone 6 tipi diversi (Har gow con i gamberi e il maiale; Bao con il pollo e i funghi; una versione vegetariana con uova e verdure locali; e i Green tea & milk bun come dessert), il costo finale si aggira intorno ai 35 euro a persona.
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Coco’s Ramen, (3319 Mission Street) merita un più. Non soltanto per il cibo - trovate sia sushi sia spaghetti in brodo - ma anche per la simpatia con cui ci hanno intrattenuto mentre mangiavamo al bancone. Certo, non è stato come la prima volta da Ippudo a New York, quando di fronte a noi si è seduta Drew Barrymore, ma bisogna ammettere che il sushi chef sa ciò che fa. Provate Tonkotsu Ramen e Curry Ramen. Il primo è più ricco e avvolgente rispetto al secondo, ma sono ottimi entrambi. Prezzi onesti e ambiente rilassato.
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Il primo incontro ravvicinato con i food truck è avvenuto a United Nation Plaza. Tra tacos, burger, hot dog e pad thai abbiamo scelto un camioncino rosso che serve lobster roll. La cucina mobile si chiama Lobsta Truck e serve panini con la polpa d’astice o di granchio. Come topping si può scegliere tra maionese di stagione o burro fuso. La brioche utilizzata è buonissima così come il crostaceo: succulento, carnoso e salino.
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- La Taqueria