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Tradizione sarde: il pane su Pillu

di Nadine Solano • Pubblicato 24 Marzo 2018 Aggiornato 22 Marzo 2019 14:03

Il pane Su Pillu, molto simile al pane Carasau, è un prodotto tradizionale sardo, in particolare della zona della Barbagia: ecco come si prepara.

Chi ama la Sardegna e i suoi cibi tradizionali, di certo ha gustato almeno una volta il Su Pillu, specialità della Barbagia di Seulo. Variante del più noto Carasau, è un pane secco a doppia cottura di forma ellittica oppure rotonda e si prepara con farina, semola, patate e lievito madre.

Un alimento prezioso

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La Barbargia è una regione dell’entroterra sardo, dominata da rocce, fitti boschi, zone selvagge e in molti casi anche piuttosto impervie. La principale attività economica è sempre stata e continua a essere la pastorizia, anche perché la povertà dei terreni è compensata dalla presenza di diversi corsi d’acqua. un pane prezioso che si conservava anche per mesi Un tempo i pastori nomadi conducevano una vita tutt’altro che facile: viaggiavano spesso, macinavano chilometri a piedi, fronteggiavano stenti e sacrifici. La loro alimentazione risultava scarsa, anche a causa dei lunghi e continui spostamenti. E bisogna proprio dirlo: meno male che c’era il Su Pillu. Oltre ad avere un ottimo sapore, oltre a essere molto croccante, è infatti un tipo di pane che si conserva a lungo, addirittura per mesi. Quindi i pastori potevano portarlo con sé durante la transumanza, contando su una risorsa che non li tradiva mai. Proprio perché gustoso e per molti versi sfizioso, il Su Pillu si è poi diffuso in tutta la Sardegna, conquistando anche le classi sociali più alte: il buon cibo abbatte le barriere.

Come si prepara

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La ricetta del Su Pillu è semplice: si prepara un impasto con farina, acqua, sale, patate bollite e lievito naturale, lo si lascia lievitare per 2 ore e poi, con l’aiuto del mattarello, si ricavano sfoglie sottili ellittiche o rotonde. ormai soltanto un forno antico della zona produce il su pillu artigianalmente Quindi le sfoglie sono messe nel forno caldo e lasciate là fino a quando cominciano a gonfiarsi. A questo punto occorre dividerle in due parti con un coltello e infornarle una seconda volta affinché acquistino la giusta doratura e il tipico colore. Nei tempi remoti erano molte le famiglie sarde che preparavano in casa il Su Pillu, ma l’autoproduzione è andata via via diminuendo anche a causa della nascita dei forni semi-industriali. Oggi soltanto un antico forno della zona continua a seguire artigianalmente la ricetta tradizionale, producendo alcune decine di quintali di Su Pillu all’anno. Quantità assai ridotte rispetto al passato, ma c’è da dire che in Sardegna si trovano rielaborazioni moderne del procedimento originario, le quali prevedono l’aggiunta di oli essenziali di elicriso, timo e rosmarino.

Come si mangia

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Provate il Su Pillu all’ora dell’aperitivo, abbinandolo alla ricotta mustìa oppure a una crema di formaggio pecorino. Approvato anche il sodalizio con il gorgonzola, il prosciutto, la salsiccia. Questo pane speciale, così croccante, può inoltre essere utilizzato per accompagnare piatti di carne e pesce (i più audaci si cimentino con una bella scarpetta), ma c’è chi si preferisce consumarlo come merenda, con un generoso strato di Nutella spalmato sopra. E sapete cosa facevano le nonne sarde? Lo inumidivano, lo cospargevano di zucchero e lo davano ai nipotini.

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