I Gastromondiali di Agrodolce: chi passerà il Girone G?
I mondiali di calcio 2018 sono nel loro pieno: vediamo secondo i Gastromondiali di Agrodolce quali squadre passeranno il Girone F.
È la volta del girone G dei Gastromondiali di Agrodolce. Calcisticamente il pronostico non lascia spazio a dubbi: appare cosa fatta il passaggio del turno di Belgio e Inghilterra, a livello gastronomico Panama e Tunisia possono invece avere qualche asso nella manica. Vediamo insieme perché.
BELGIO
La cucina risente delle influenze della Francia, del Nord dell’Olanda e dell’Est della Germania. Da una parte trovano spazio le ricette del territorio e le tradizioni centenarie, dall’altra si presenta in continua evoluzione. ricette del territorio, tradizioni centenarie e una cucina moderna in evoluzione Una costante nella cucina più familiare sono di sicuro le patatine fritte che sono proposte con la Carbonade flamande, spezzatino di manzo cotto con farina, strutto e birra, o addirittura con le cozze, servite in un pentolino di ghisa, stufate e infine condite con aglio, cipolla e un po’ di vino bianco. Tra le specialità i cavoletti di Bruxelles da provare stufati, saltati in padella, al vapore o nello stoemp, un piatto tipico dove le patate schiacciate sono poi mischiate con verdure. Un’altra specialità tipica è l’indivia, nota anche come insalata belga: gratinata al forno o arrotolata in fette di prosciutto e ricoperta di besciamella. Infine non dimentichiamo che la pralina è stata creata qui un secolo fa da Jean Neuhaus, fondatore dell’omonima cioccolateria. La cucina belga di oggi si affida al talento e all’estro di chef come Gert De Mangeleer, (Hertog Jan, Bruges), Hof Van Cleve (Kruishoutem, Belgium) o Christophe Hardiquest (Bon-Bon, Bruxelles) ma l’elenco di fuoriclasse è così lungo che il Belgio potrebbe mettere su un autentico squadrone.
INGHILTERRA
Nel nostro immaginario, e soprattutto nei nostri viaggi da studenti a Londra per imparare l’inglese, la cucina anglosassone riesce al massimo ad esprimere fish & chips, sausages & mash, il sunday roast, le tradizionali pie, il roast beef e il porridge. tante chef star e piatti tradizionali sostanziosi Insomma, non proprio quel che si chiama alta cucina. Nella realtà dei fatti in Inghilterra e soprattutto a Londra si possono provare le migliori cucine del mondo e l’elenco degli chef stellati conta più di una star. L’Inghilterra non può prescindere, soprattutto in occasione di questi Gastromondiali, dal mattatore Gordon Ramsay. Prima delle tre stelle Michelin, dei programmi tv, Hell’s Kitchen e Cucine da Incubo, e della fama planetaria, lo chef voleva fare il calciatore: ha giocato da professionista nelle giovanili dei Glasgow Rangers. Impossibile non schierarlo in campo. Con Gordon capitano farebbe scintille una squadra composta da Clare Smyth, World’s Best Female Chef Award 2018 dei World’s 50 Best Restaurants, già con Gordon Ramsay come Angela Hartnett, il paladino della cucina molecolare Heston Blumenthal e lo chef anglo-indiano Sat Bains. Non dimentichiamoci anche un altro chef televisivo noto in tutto il globo: Jamie Oliver.
PANAMA
La cucina panamense ha ereditato molte ricette e usanze dai vicini paesi del centro e Sudamerica ma la predisposizione alla contaminazione l’ha resa tra le realtà più interessanti da tenere d’occhio. una cucina predisposta alla contaminazione che propone una varietà di piatti La cucina della tradizione propone di solito piatti a base di pollo o maiale arrosto, accompagnati con riso e fagioli insaporiti con spezie. Tra le specialità il sancocho, stufato di pollo e verdure da accompagnare con i patacones (banane verdi fritte in olio di palma), le empanadas ripiene di pollo e formaggio, le frittelle di yucca e le tortillas di mais. Non mancano piatti a base di frutti di mare e crostacei, il più famoso è il ceviche de pulpo, dove il pesce crudo viene servito con una marinatura a base di succo di lime, chili, erbe aromatiche e cipolla. Se c’è un capitano degli chef panamensi è Mario Castrellòn che trasforma gli ingredienti della foresta pluviale in piatti gourmet. Il suo Maito è stato il primo ristorante panamense ad essere inserito tra i 50 migliori dell’America Latina. Spicca poi la presenza di una donna, Cuquita Arias, chef del Cuquita Cookita: si è formata a New York e Parigi, prima di tornare a casa, tra i 100 migliori chef del mondo per il magazine Saveur. José Carles racconta invece la storia della cucina di Panama nel suo ristorante Donde José. Un’altra istituzione locale è Charlie Collins dell’Hotel Panamonte, sostenitore anche lui della cucina dall’orto alla tavola. Insomma, i fuoriclasse non mancano.
TUNISIA
Dalla cucina berbera a quella andalusa, dalle influenze mediorientali con in testa Arabia e Turchia, da quelle italiane ed ebree. La cucina tunisina nel corso dei secoli ha raccolto con successo le eredità dei paesi vicini. nella cucina tunisina si trova persino la pasta, in diverse varianti Conosciuta per il cous cous (semolino, verdure e carne d’agnello), spesso proposto nella variante djerbien con carne e pesce conditi e stufati con le verdure. Tra le specialità la chorba, zuppa a base di pollo o pesce, prezzemolo, sedano e succo di limone, la chakchouka preparata con uova, patate, pomodori, cipolle, aglio e spezie e abbondante olio d’oliva. L’insalata Méchouia, come da tradizione, a base di verdure grigliate tagliate finemente e servite con cipolle, peperoncini, aglio, coriandolo e cumino in polvere. Un filo d’olio olio d’oliva, harissa e succo di limone per condire e uova, capperi e tonno per guarnirla. Altrimenti non mancano le keftas, polpette di carne o pesce cucinate con cipolla, prezzemolo e uova, poi schiacciate e infine fritte e, udite udite, la pasta: tra le varietà i nouacers (quadratini di pasta al vapore), rechta (simile ai noodles) e la pasta ripiena m’hamsa. La Tunisia può schierare in campo personaggi come il talentuoso Ali Dey Daly (chef del ristorante Babboucha a Tunisi, formatosi all’istituto Paul Bocuse) o il carismatico chef Teyssir Ksouri.
IL NOSTRO PRONOSTICO
Un girone senza storia, pronostico scontato fin dall’inizio. Non basteranno il ceviche e il sancocho e neanche il talento dei suoi chef a consentire il passaggio del turno all’outsider Panama, tanto meno cous cous e chorba per la volitiva Tunisia. Le squadre della vecchia Europa, sono pronte a far valere tradizione, talento e prestigio per superare il turno in scioltezza. Per noi passano Inghilterra e Belgio.
BIRRA CONSIGLIATA PER LE PARTITE DEL GIRONE G
Meantime Raspberry Wheat. Una wheat ai lamponi, perfetta per accompagnare le classiche Gaufres belghe spesso servite proprio con marmellata di lamponi e gelato. Adatta anche a un fish & chips britannico, a un cous cous di frutti di mare tunisino o un ceviche panamense.