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Toglieteci tutto ma non la punta del cornetto

di Walter Farnetti 3 Luglio 2018 09:26

Secondo un chimico dell’Università di Utrecht, la punta del cornetto gelato è un concentrato di grassi saturi da far impallidire.

L’estate è quella stagione ambigua della vita in cui in giro si sentono frasi del tipo “Oggi il sole picchia”, mentre ovunque è caldo e finta allegria e umidità che increspa i capelli. Se a Jovanotti dell’estate piace tutto, a noi resta solo lo scampolo di una consolazione: la punta del cornetto. C’è una ragione se siamo riusciti a comprare una borsa frigo e poi addirittura a usarla: la punta del cornetto; se mangiamo un chilo di gelato alla panna ricoperto di becchime spacciato per nocciola è per arrivare in fondo, alla punta del cornetto. Per la punta del cornetto sopportiamo giornate intere di mare (aspettando che dopo il bagno un dietologo in spiaggia ci conceda il gelato a merenda), tolleriamo le chiacchiere di chi al bar ci è seduto vicino (perché tanto che c’importa: noi abbiamo la punta del cornetto), arriviamo ottimisticamente a pensare che tutto sommato in fondo nella vita qualcosa di bello possa arrivare a sorprenderci.

cornetto

Eppure – era così già ai tempi del liceo – ogni volta che credi di riprendere in mano i tuoi giorni, arriva un chimico e distrugge ogni certezza; il chimico in questione è Bert Weckhuysen, che all’Università di Utrecht ha pensato bene di concentrarsi non, per dire, su strategie innovative per smaltire la plastica, secondo un chimico dell'università di utrecht la punta del cornetto gelato fa malissimo ma sui grassi saturi presenti, guarda un po’, nella punta del cornetto (e qui sarebbe il caso di commuoversi con un altro struggente sonetto sulle gioie della punta del cornetto). Quando arriviamo in fondo al nostro gelato il cioccolato non è né troppo solido, né orribilmente sciolto: non si tratta della magia delle cose giuste, ma di una tremenda addizione di grassi poco salutari. Per spiegare questo drammatico fenomeno dobbiamo richiamare drammatiche nozioni di chimica, come l’idrogenazione, attraverso cui i grassi insaturi sono convertiti in grassi solidi e quindi gli acidi grassi insaturi diventano saturi. In buona sostanza, quando, con la voluttà che non ribadiremo ancora, addentiamo la punta del cornetto (oh, amata), in realtà stiamo mandando giù le stesse sostanze dannose che troviamo nei biscotti industriali, nel lardo, nelle carni grasse, nei formaggi. Tutte cose che, a ben vedere, starebbero bene nella punta del cornetto.

punta-cornetto

Ti risiedi al bar, senti gente che dice “Oggi il sole picchia”, hai persino una borsa frigo; non pensi più a quando arriverà quel solenne momento, quello dell’ultimo morso, in cui il cioccolato, lievemente croccante, poi tenero, dolcissimo, si sprigionerà sul tuo palato e nella tua coscienza; pensi al chimico, alle siepi verdi dell’Università di Utrecht, al colesterolo, ai legami doppi che diventano singoli, per colpa di quella maledettissima idrogenazione. Jovanotti ancora salta tutto colorato biascicando che l’estate è la libertà. Ma tu hai solo una libertà, ormai: quella di rimpiangerla dolce com’era, proibita; la punta del cornetto.