Home Mangiare Ristoranti Caro Ronaldo, ecco dove devi mangiare a Torino

Caro Ronaldo, ecco dove devi mangiare a Torino

di Marta Manzo

Cristiano Ronaldo è giunto a Torino per giocare con la Juventus: consigliamo al giocatore i luoghi migliori per mangiare nella città sabauda.

A Torino è il tuo momento. Sei arrivato con il jet privato, sei stato accolto dai fan, che erano già in fila dalla sera prima per salutarti e strappare un autografo. Hai avuto il tempo di fare le debite visite mediche, stai certamente lavorando al tuo trasloco. Ma, caro Ronaldo, hai già avuto tempo di pranzare e cenare nella città sabauda? Se vuoi fare uno strappo alla tua maniacale dieta, ecco qualche indirizzo che non puoi perdere.

Alta cucina

Combal.zero

Combal.Zero (piazza Mafalda di Savoia, Rivoli). In un’ala di vetro del museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli c’è il ristorante di Davide Scabin, che trasforma la tradizione italiana: piatti classici sono decostruiti e rimontati, esattamente come il menu. Tra le proposte ci sono anche menu degustazione, come Down&up, che inizia con piatti leggeri, per terminare con alcuni più pesanti, o viceversa su e giù, che inizia con piatti più ricchi e finisce con un’ostrica congelata. Tra i piatti più famosi dello chef c’è il Cyber-egg, tuorlo e caviale in un guscio di plastica, che i clienti mangiano con un bisturi, o la Cotoletta di filetto, filetto di manzo ricoperto di briciole di pane e servito con erbe fumanti. Scabin è colui che ha creato la parmigiana di melanzane disidrata che l’astronauta Luca Parmitano ha mangiato nello spazio.

del cambio

Del Cambio (piazza Carignano, 2). Storico e senza tempo, il ristorante Del Cambio è luogo di culto, storicamente frequentato dagli amanti del bello e della buona tavola. Emblema della cucina torinese (nelle sue sale sono passati gli uomini e le donne che hanno fatto la storia d’Italia), Del Cambio è il sogno che non s’interrompe mai e continua anche oggi, interpretato da Matteo Baronetto, figlio di operai Fiat e piemontese di nascita che ha passato molti anni a Milano al fianco di Cracco. Al Cambio lavora con ingredienti e piatti di stretta tradizione abbinati a tecniche e accostamenti originali. A completare il ristorante, nei dintorni ci sono anche un un bar di lusso e una pasticceria.

magorabin

Magorabin (corso San Maurizio, 61). Tradizione e originalità sono nel menu di Magorabin, dove puoi trovare una particolare Oyster steak tartare, così come i Plìn di nonna Lucia. Merito di Marcello Trentini, chef con i dreadlock, ex studente di cinema, viaggiatore, per un periodo vicino alle culture rastafariane dell’India. Nel suo menu, Ravioli di cipolle con crema di formaggio grana, petto d’anatra alla marengo, cotoletta di spada all’amatriciana. I dolci, del territorio, vedono in prima fila le Langhe, con zabaione, nocciola e torroncino, un crème caramel di foie gras e macaron al tartufo nero. Da fine giugno, il locale si è spostato di pochi metri e, nei vecchi spazi, aprirà Magorabin Alimentari.

Pizzerie

cammafà

Cammafà (via Saluzzo, 35/b). Per la pizza e fritti napoletani puoi scegliere l’ambiente vintage con i panni spasi e le pareti colorate di Cammafà. Il locale in pochi anni ha triplicato gli spazi, aprendo ultimamente a san Salvario. Gli impasti lievitano 36 ore, il cornicione finale è croccante. Con gli stessi, si confezionano calzoni fritti ripieni di ricotta, che sono serviti come antipasto. Ottima la margherita, anche in versione mozzarella di bufala.

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Libery Pizza & Artigianal Beer (via Legnano, 14). In zona Crocetta c’è Libery, che da qualche anno si è imposta come una delle pizze più buone della città. I punti forti sono l’impasto, che lievita anche per 72 ore, e il pomodoro di qualità. Non creazioni eccentriche, ma tradizione e stagionalità: oltre alle pizze base, il menu propone alcune varianti, ogni tanto strappando alla regola e cedendo alle richieste dei commensali, per cui non ti sarà difficile chiedere qualche variante. Nella guida di Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, Libery ha conquistato i tre spicchi per la pizza italiana.

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Al Tegamino (via Giambattista Bogino, 5). Qui si mangia la versione gourmand della tradizionale pizza al padellino torinese, che parte da un lievito madre vecchio di cento anni. Voluto da Gabriele Torretto, ma firmato nella pizza da Beniamino Bilali, il tegamino non somiglia a nessun altro. I condimenti sono poi scelti con grande cura, per garantire alti standard di qualità: la golosissima, con burrata, datterini e rucola o il crostone con verdure di stagione al forno e caprino.

Hamburgerie e ristoranti di carne tradizionali

fassoneria

Fassoneria (piazza Emanuele Filiberto, 4). In una delle zone più chic di Torino, l’hamburgeria Fassoneria è un cult per gli amanti delle svizzere. Locale informale, pane casareccio, la carne è saporita e succosa: il locale, infatti, si avvale del supporto di Compral, fornitore ufficiale della carne piemontese per eccellenza, con oltre 200 soci allevatori di medio piccole realtà provenienti prevalentemente dalla provincia di Cuneo. Devi provare il cheeseburger, con formaggio Raschera mescolato alla carne di Fassone. Sul menu trovi anche fritti e una piccola selezione di birre artigianali.

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Le Vitel Etonné (via San Francesco da Paola, 4). Il nome è un gioco di parole tra il francese e il tipico vitello tonnato della cucina piemontese. Ricette e formaggi piemontesi sono serviti in un ristorante informale con arredi in legno, dehors e cantina dell’800. Qui la cucina tradizionale si rispetta anche tramite la disponibilità del mercato e delle stagioni. La vera specialità è quella che dà il nome al locale, ma non sono da meno il pane e la pasta fresca, preparati a mano tutti i giorni, così come la carne, dalla cruda d’antipasto alla quaglia farcita di asparagi di Santena, fino alla rollata di coniglio grigio di Carmagnola.

Birra e street food

Baladin Torino

Open Baladin (piazzale Valdo Fusi). Noto per la selezione di birre e per i locali di Roma e di Cinzano, il locale a vetrate oltre 130 coperti. Nel menu un’ampia scelta di hamburger con carne da 100% razza bovina Piemontese La Granda e vegetariani, con salse prodotte dalla cucina; le patate fatate e rustiche e ancora altri piatti e dolci del giorno segnati sulla lavagna ben visibile. Il pane è prodotto nella casa circondariale Le Vallette dalla cooperativa Ecosol nell’ambito del progetto LiberaMensa, con Gabriele Bonci maestro d’eccezione. Sul soppalco poi c’è una saletta particolare: una scatola di birra sospesa con una trentina di altri posti a sedere. E in estate è aperto anche all’esterno.

Piole (trattorie tradizionali)

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Antiche Sere (via Cenischia, 9). Sta in una minuscola via di borgo San Paolo, quartiere storico della Torino operaia ed è una delle trattorie più tipicamente piemontesi del capoluogo sabaudo. Nasce sui vecchi locali di una bocciofila, con 3 piccole salette in cui sono stati mantenuti i pavimenti di piastrelle, il bancone del bar, i rivestimenti di legno alle pareti. Durante la bella stagione c’è anche un pergolato esterno. In cucina si osserva strettamente la tradizione piemontese, con alcuni piatti del novarese. Pochi piatti, ma sempre curati, accompagnati da vini attenti alla terra d’origine. Mitico lo stinco di maiale al forno, cavallo di battaglia del locale, così come i tomini e il vitello tonnato, gnocchi alla salsiccia, ravioli al sugo d’arrosto e guancia di vitello.

barbagusto

Barbagusto (via Belfiore, 36). Altra piola tipica in cui non si può mancare è Barbagusto. Alle porte di san Salvario c’è la vecchia cucina piemontese e senza fronzoli. Troverai piatti tradizionali come insalata russa, tomini e acciughe al verde, salsiccia di Bra: la cucina è fatta di semplicità e gusto. In carta i tajarin, nella versione burro, acciughe e topinambur, così come burro acciughe e limone. Quindi gli agnolotti di Bra e Barbera. Per cominciare, l’antipasto misto, con tutte le specialità piemontesi della casa, da dividere bevendo una buona bottiglia di vino. Siccome di piola si tratta, puoi anche solo bere un bicchiere mangiando qualcosa in perfetto stile merenda sinoira torinese.

Bistronomie

Consorzio, Torino

Consorzio (via Monte di Pietà, 23). Nel menu contaminazioni e molte frattaglie, oltre alle erbe dell’orto e alle materie prime iconiche del Piemonte: fassona, cardo gobbo, tajarin alle verdure, bagna caoda. Molti presidi Slow Food e cura per il quinto quarto, oltre alla curatissima selezione dei formaggi. Vini in abbinamento rigorosamente naturali, scelti di etichetta in etichetta, nel gusto dei suoi proprietari.

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Contesto Alimentare (via Accademia Albertina, 21/e). Piemonte nei piatti, ma proposte urbane. Contesto alimentare ti proporrà il Dancing cheek to cheek, guancia di vitello con agresto e insalata mista o ancora il Vocabolario suino, succoso filetto di maiale affumicato abbinato alle pesche bruciate, paste fresche, polenta concia, i plìn al mais ripieni di ricotta di bufala. La ricerca delle materie prime è quasi ossessiva e tutti i produttori sono esplicitati, dalla macelleria di Silvio Brarda a Cavour a Fishbox (che punta sul consumo consapevole del pesce), fino alla Coffeel per le varietà più nobili del caffè.

Novità in città

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Edit (via Francesco Cigna, 96). Al centro di una zona di riqualificazione urbana, Edit unisce la condivisione alla sperimentazione gastronomica. Duemila metri quadri, cinque aree food, una per ogni momento della giornata: bakery, con bancone ad angolo e laboratorio a vista; brewery, con ampia varietà di etichette e 19 spine; cocktail bar, da una parte cantina, dall’altra saletta privata con pareti dorate e poltrone di velluto rosso per riunioni private o meeting aziendali; ristorante, con cucina a vista e finestre ritagliate e le ricette dei fratelli Costardi, che puoi comporre scegliendo tra un mazzo di carte che contiene gli ingredienti; le kitchens, quattro cucine professionali condivise.

piano 35

Piano 35 (corso Inghilterra, 3). Al trentacinquesimo piano del grattacielo Intesa San Paolo di Torino, Piano 35 fa parte di un sistema che comprende anche una lounge al 37esimo e il Chiccotosto. Arioso e luminoso, con vetrate e bioserra, il Piano35 ha uno stile elegante ed essenziale, di giorno aiutato dalla trasparenza delle pareti, di notte dalle luci della città. Dal 4 settembre prossimo, la carta del menu sarà realizzata in collaborazione con lo chef Marco Sacco, conosciuto anche come lo chef d’acqua dolce per l’attenzione con cui in questi anni ha saputo valorizzare i prodotti del suo territorio, con una particolare attenzione per il patrimonio ittico.

Colazione tradizionale

Pasticceria Gerla

Gerla (corso Vittorio Emanuele II, 88). Dal 1927, prima conosciuta con il nome di Eccelsa, questa pasticceria storica si trova sotto i portici di corso Vittorio Emanuele II. Per una colazione classica all’italiana, oggi offre 25 tipi diversi di lievitati, oltre 75 tipologie di cioccolatini (ripieni e non), creme spalmabili, gianduiotti classici e mignon in vari gusti, macaron, biscotti, croissant, pasticceria secca, pasticceria fresca da accompagnare a cappuccino e caffè. Usa materie prime di qualità e le ricette sono tramandate e arricchite di generazione in generazione. Una vera istituzione a Torino.

Colazione moderna

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Orso Laboratorio Caffè (via Claudio Luigi Berthollet, 30/h). Per la colazione moderna, devi andare a San Salvario. Non un bar, non un laboratorio del caffè. Punti di forza sono le materie prime utilizzate per le sue preparazioni: il latte viene da una cascina di Gassino, le brioche da una pasticceria artigianale. E il caffè non è solo caffè: miscele e metodi diversi per avere il proprio caffè personalizzato, dall’Honduras, Etiopia, Tanzania, Indonesia, Nicaragua. Si può anche comprare la tazza, che rimarrà per sempre a disposizione, mentre ogni classica tazzina da caffè ha un numero al suo interno che rimanda alla Sciamana, un foglio che con mistiche predizioni vi darà micro pillole di saggezza o consigli per la giornata. Utile, magari, prima di un match importante.

Gelato

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Mara dei Boschi (via Claudio Luigi Berthollet, 30). Il gelato com’era una volta e il gelato come sarà in futuro. Da Mara dei Boschi fare il gelato è come lavorare in officina. Il laboratorio è sempre in movimento, il gelato è naturale e parte da materie prima di qualità, lavorate poi per essere equilibrate nei sapori con prove ed esperimenti. Niente conservanti e additivi, il gelato è fatto ogni giorno, per una collezione di gusti permanenti e altri invece confezionati in base alla stagionalità. La specialità è il Marotto, interpretazione del classico gianduiotto. Divertenti anche i gusti tailor made, dolci o salati: è sufficiente chiedere un determinato sapore e i gelati gastronomici sono preparati in 48 ore, affiancati dalla ricetta migliore cui abbinarli. Quest’anno Mara dei Boschi si è aggiudicata i tre coni delle migliori gelaterie secondo il Gambero Rosso.

Caffè e dolci

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Al Bicerin (piazza della Consolata, 5). Per chiudere in bellezza, caffè e dolci tipici li devi cercare da Al Bicerin. Questo minuscolo locale di Torino, nato nel 1763 in un angolo di piazza della Consolata, vanta una presenza storica lunghissima. È il luogo in cui ogni giorno Cavour si sedeva a un tavolino e ordinava la sua bevanda preferita, il Bicerin appunto, versione piemontese della bavareisa settecentesca: caffé, cioccolato, latte e sciroppo di zucchero. Questo è il luogo in cui il Bicerin è nato ed è da sempre a conduzione femminile. Da sempre questo luogo è e conduzione femminile e ancora oggi vi si inzuppano i biscottini al burro nel bicerin. Degni di nota sono anche lo zabaione e le cioccolate calde. Si può anche acquistare cioccolata, così come le celebri pastiglie Leones fusa. Al Bicerin non sempre è facile trovare posto a sedere, ma non dubitiamo che per te sarà più facile.

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