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Cos’è la jicama? Proprietà e usi in cucina

di Carlotta Mariani 13 Agosto 2018 14:01

La jicama è un tubero originario del continente americano e più precisamente del Messico: venite a scoprirne le proprietà e gli usi in cucina.

Jicama. Non è il nome di un cantante rap. Non è la destinazione delle nostre prossime vacanze. Non è il titolo della nuova saga cinematografica. Allora che cos’è la jicama? È un tubero originario del continente americano e più precisamente del Messico. Il nome scientifico è Pachyrhizus erosus ma gli amici chiamano questo prodotto semplicemente patata messicana. Appartiene alla famiglia delle leguminose ed è una materia prima antica, con una lunga storia nascosta tra la sua buccia e la polpa croccante. Era infatti ben conosciuta fin dalle civiltà pre-colombiane. Jicama deriva dall’atzeco xicamalt, termine con cui si indicava al tempo questo prodotto.

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Grazie agli spagnoli questo tubero è arrivato fino alle Filippine e qui si è diffuso in varie parti dell’Asia, entrando a far parte della tradizione culinaria di questi paesi. Il sapore della jicama è dolce, con delicate note di frutta secca. A qualcuno ricorda il sapore di una mela molto saporita. La consistenza della polpa invece è più simile a quella di una pera o di una patata cruda. Insomma, un soggetto molto particolare. Come si può gustare in cucina un ingrediente così speciale?

Jicama in cucina

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Di solito questo tubero si mangia crudo, aggiunto a qualche esotica insalata. Ricordate di pulire bene la jicama dalla buccia esterna, scura e spessa che contiene sostanze tossiche. Tagliate la polpa e unite l’ingrediente ad altre verdure oppure gustatelo da solo in pinzimonio. Alcuni amano condirlo semplicemente con succo di lime, un pizzico di sale e uno di peperoncino. ricordate di pulire bene la jicama dalla buccia esterna, scura e spessa che contiene sostanze tossiche Il suo sapore così dolce si presta all’abbinamento con la frutta, come avocado, cocomero, mela, arancia, melograna. Per esempio, in Messico, e più precisamente nella Penisola dello Yucatan, si prepara un piatto chiamato Xec. Si tratta di un’insalata di frutta con spicchi di mandarini e arance, condita con succo di agrumi (lime, pompelmo, arancia), coriandolo, sale e pepe. Quando la jicama è di stagione (tra novembre e gennaio) la Xec è uno street food molto diffuso tra le strade e i mercati. Nei ristoranti e nelle case, invece, può essere servita come salsa di accompagnamento a piatti di pesce o di carne di maiale.

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Nelle Filippine, dove spesso e volentieri questo tubero si gusta crudo, i condimenti più usati sono l’aceto di riso o la pasta di gamberi. Negli Stati Uniti amano invece aggiungerla alla classica insalata di cavoli e maionese (coleslaw). Non solo. Provatela grattugiata nelle salse. Per esempio, usatela per preparare un delizioso condimento per tacos insieme a cipolla, pomodori tagliati a dadini, fagioli neri, peperoncino, coriandolo e succo di lime. Potete poi aggiungerla alla classica guacamole per proporre qualcosa di nuovo e interessante. Si può cuocere? Assolutamente sì, questo ingrediente può essere usato come sostituto delle patate in verdure saltate in padella, nelle zuppe, nelle torte salate oppure al forno. Le Jicamine fritte sono buonissime! In Vietnam la jicama è inserita tra gli ingredienti del ripieno degli involtini primavera, mentre in Cina in quello dei ravioli. In Malesia un piatto famoso è il Jiu Hu Char che non è altro che jicama saltata in padella con verdure (cavolo, funghi, cipolla, aglio, carote), salsa di soia e seppia.

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Il successo di questo prodotto nei secoli e nei vari continenti non è solo dovuto alla sua versatilità in cucina, ma anche ai suoi valori nutrizionali. La Jicama è infatti particolarmente ricca di potassio, vitamica C, fibre e acqua. Basso è invece il suo contenuto di proteine, grassi e sodio. Contiene inoltre inulina, un olisaccaride che non alza il livello della glicemia per cui si tratta di un tubero adatto ai diabetici. Poche calorie, tanto gusto. Che cosa volere di più?