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Gastrofisica: mangiare bene con una formula matematica

di Raffaella Galamini • Pubblicato 2 Aprile 2019 Aggiornato 10 Giugno 2020 14:31

Charles Spence, professore dell’Università di Oxford, ha spiegato i fondamenti della gastrofisica, disciplina che studia le variabili per mangiare bene.

È la nuova frontiera dell’alimentazione. La formula matematica che rende l’esperienza al ristorante memorabile. La gastrofisica è una scienza che da 20 anni studia il rapporto con il cibo attraverso i cinque sensi e in funzione dell’ambiente circostante. il rapporto con il cibo anche in funzione dell'ambiente circostante L’argomento è stato al centro della BTO11 a Firenze, nell’ambito della sezione Food & Wine Tourism. A parlare di gastrofisica è arrivato direttamente da Londra Charles Spence, professore all’Università di Oxford. Il professore Spence è un’autorità in materia avendo pubblico il bestseller Gastrophysics: The New Science of Eating. Nel suo intervento alla BTO11 ha anticipato i contenuti del libro, ancora non disponibile nella versione in italiano, spiegando come sia determinante, per cambiare umore e giudizio di quello che stiamo mangiando, il modo in cui percepiamo l’esperienza gastronomica.

È bastato un semplice test per capirlo: la degustazione dello stesso vino in due contesti diversi per luce, ambientazione e musica di sottofondo. Il giudizio finale sul vino è mutato profondamente. Ecco spiegato perché un piatto mangiato in riva al mare non ha mai lo stesso sapore quando lo riordiniamo alla trattoria sotto casa. I ristoranti, compresa l’importanza dell’esperienza multisensoriale, hanno imboccato con convinzione la strada della gastrofisica per rendere memorabili i loro menu. Con proposte anche fantasiose: come far trovare conchiglie e cuffie al tavolo per ascoltare lo sciabordio delle onde. Altri, come Massimo Bottura dell’Osteria Francescana, hanno invece deciso di rivedere il concetto stesso di ricetta, proponendo i piatti della tradizione italiana in un modo così originale e inconsueto da diventare iconici ma soprattutto indimenticabili.

All’estero è da anni che la gastrofisica trova applicazione nei ristoranti. Dove è stata applicata con serietà e rigore, il successo è sempre stato assicurato. A dimostrazione di quanto sia una scienza tanto attuale quanto affascinante. dove la gastrofisica è stata applicata nei ristoranti, il successo è sempre stato assicurato Ecco perché anche il mondo del travel si è impadronito della gastrofisica e sempre di più per la scelta di un viaggio si fa leva sulla cucina. Un’indagine condotta in Gran Bretagna su 2000 inglesi ha dimostrato che il 50% del campione ritiene il buon cibo determinante per la scelta della meta turistica. A essere i più orientati in questa direzione i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni e gli uomini: il 33% del campione sceglie una destinazione solo in base a quello che potrà assaggiare. In un futuro non troppo lontano, secondo Spence, la degustazione di un bicchiere di vino potrà essere trasformata dalla semplice scansione di un qr code sull’etichetta per stimolare il grado di apprezzamento attraverso la musica. A non cambiare mai, a dispetto della gastrofisica, il piacere di socializzare a tavola, meglio ancora se con il partner o con gli amici del cuore.