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Acqua alta a Venezia: come posso aiutare la città a ripartire?

di Carlotta Mariani

L’acqua alta a Venezia non ha risparmiato nessuno, né monumenti né luoghi della ristorazione, la solidarietà però si sta facendo sentire: ecco come

La storia di Venezia e dell’acqua alta non è nuova. Ma quello che è successo il 12 novembre 2019 è stato incredibile. Un picco di 187 centimetri, solo 7 centimetri in meno rispetto al record dell’alluvione del 1966, con danni e conseguenze negative sul patrimonio storico e artistico, sulle case dei veneziani, sul turismo e, naturalmente, sulla ristorazione. Pensate a 187 centimetri (l’altezza di un uomo) di acqua salata in un ristorante, bar o pasticceria, niente si può salvare: tavolini, banconi, attrezzature, fornelli, dispense, ecc.

Il Gran caffè Quadri della famiglia Alajmo ha riaperto i battenti dopo quasi 10 giorni dall’arrivo della grande marea, ma non sono riusciti ancora a terminare la stima dei danni. Si parla di centinaia di migliaia di euro secondo l’Ansa. “I locali di Venezia sono costruiti per fronteggiare il fenomeno dell’acqua alta ma qui siamo davanti a un evento di portata epocale”, ha dichiarato Ernesto Pancin, direttore di Aepe (Associazione Esercenti Pubblici Esercizi di Venezia), in un’intervista pubblicata sul sito della Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi). Problema confermato da Raffaele Alajmo all’Ansa: “I sistemi di pompe, paratie e la vasca non sono stati sufficienti a proteggere il locale”.

Tanti disagi, che per le imprese più piccole sono delle vere e proprie tragedie, ma anche tanta forza e determinazione nel non lasciarsi naufragare in questo mare. Simbolo di questa indole è stata la foto pubblicata sulla pagina Facebook della cantina Venissa. Un cameriere dell’omonima osteria, all’ingresso del locale, con l’acqua fino a metà coscia, un vassoio con un calice di vino e un grande sorriso. “Always positive”, sempre positivi recitava la didascalia. Fin dal giorno dopo il picco dell’acqua alta, Venezia si è infatti rimboccata le maniche e ha iniziato a lavorare per tornare alla normalità, grazie anche alla solidarietà di persone da ogni parte del mondo. Certo, come ricorda il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani sul sito della Federazione, “servono interventi strutturali e un lavoro di prevenzione e protezione di un patrimonio unico che, una volta perso, nessuno ci potrà restituire”, ma è intanto necessario ripartire. “Rialziamoci, rialziamola” è il motto dell’immagine dedicata dall’artista veneziano Zoen alla sua città. Scopriamo quindi le iniziative di solidarietà finora messe in campo da parte del mondo della ristorazione.

Aiutare Venezia

L’associazione Aepe si è impegnata fin da subito a a raccogliere le denunce dei danni subiti dai pubblici esercizi e a supportare i titolari nella richiesta di accesso ai contributi. Il presidente di Fipe, confermato pochi giorni fa per il quarto mandato, ha parlato della creazione di un conto corrente dedicato per aiutare le attività danneggiate. La cantina Venissa, a cui abbiamo accennato sopra, pur se anch’essa danneggiata, ha messo a disposizione sei prestigiose magnum di annate diverse. Il valore varia dai 990 euro per il 2014, la più recente, ai quasi 5000 euro per il 2010, prima annata per questo vino veneziano, unico nel suo genere. Il ricavato sarà totalmente devoluto a sostegno delle famiglie danneggiate dall’eccezionale alta marea. E non si è tirato indietro neanche il ristorante Zanze XVI, nonostante le difficoltà dovute all’acqua di queste settimane. Sul sito zanze.it è possibile comprare una cena con menu degustazione per due. Il 10% delle cene acquistate online nei prossimi tre mesi sarà donato al conto “Un aiuto subito per Venezia” promosso da Corriere della Sera e Tg La 7.

E il sostegno arriva anche da Firenze, città colpita da una storica alluvione nel 1966. Lo chef Paolo Gori della trattoria Da Burde ha ideato l’iniziativa “Un baccalà per Venezia”. In che cosa consiste? A ogni piatto a base di baccalà ordinato, verranno devoluti 5 euro a chi ha bisogno di un supporto per risollevarsi. L’idea è piaciuta, tant’è che in poche ore hanno aderito altri chef toscani e membri dell’Associazione Cuochi Fiorentini. La proposta andrà avanti fino al weekend dell’8 dicembre con l’evento conclusivo a Enogastronomica, manifestazione dedicata all’enogastronomia italiana all’interno della Fortezza da Basso del capoluogo fiorentino.

C’è poi la pagina Facebook “aiuti concreti ai veneziani – acqua alta 12/11/2019”, nata per mettere in contatto i volontari con privati e non, bisognosi di un supporto pratico, dall’elettricista a una barca in prestito per il trasporto di mobili. Venezia è stata ricordata anche nella Settimana della Cucina Italiana. Alcuni eventi dell’ambasciata italiana a Mosca e di quella del Lussemburgo, per esempio, sono state occasioni per lanciare campagne di raccolta fondi per la laguna. E possiamo fare qualcosa pure noi, non solo aderendo a una di queste iniziative ma anche visitando la città nei prossimi mesi, fermandoci a prendere un caffè, un piatto di sarde in saor oppure cicchetti e spritz all’ora dell’aperitivo in uno dei locali colpiti da questa ondata di maltempo. Un piccolo ma importante gesto per aiutare i ristoratori a ricominciare.