Speakeasy: cosa sono e perché dovreste andarci
Gli speakeasy sono cocktail bar particolari, accessibili secondo regole prestabilite e difficili da trovare, ma sicuramente un’esperienza da provare.
Nel 1920 una legge sul proibizionismo vietava il commercio e il consumo di alcol in tutti gli Stati Uniti. Fatta la legge, trovato l’inganno, ai tempi in molti avevano trovato una soluzione per aggirare il problema. Tra chi mascherava distillati e liquori mischiandoli con bevande non alcoliche – sembra sia questa la leggenda che circonda la nascita del Long Island – altri si sono spinti ben oltre, creando gli speakeasy, bar nascosti nei retrobottega dei locali più improbabili, dalle macellerie al barbiere, fino anche alle abitazioni private. Il nome sembra essere figlio di una leggenda secondo la quale – in un saloon illegale della Pennsylvania nel 1888 – la proprietaria intimò ai clienti troppo turbolenti di abbassare il volume (“Speak easy, boys!“), per non far scoprire l’attività illegale.
Gli speakeasy oggi
Oggi, pur non essendo più in vigore questo divieto, gli speakeasy (legalissimi) rimangono molto di moda, soprattutto per quell’alone di mistero che ancora li circonda. Prima regola, infatti, è la segretezza: lo speakeasy è un connubio di segretezza, ottimi cocktail e atmosfere anni '20 porte nascoste, ambiente soft, luci basse, buona musica, cocktail di altissimo livello. In uno speakeasy potrete apprezzare stili e tecniche avanzatissime – è obbligatorio eccellere nella materia e conoscere in maniera approfondita le mode, gli ultimi ritrovati, essere insomma sul pezzo – ma anche quest’atmosfera vintage, spesso occhieggiante agli anni ’20 in perfetto stile Grande Gatsby, che vi avvolgerà facendovi dimenticare per qualche ora il tran tran quotidiano e perfino il vostro telefono. Oltre che un modo per sorbire un drink e apprezzare il buon bere quindi – di solito la scelta dei cocktail è molto varia e ogni preparazione nasconde un concept e una storia particolare – anche la sensazione di appartenere a un club esclusivo. Esempi per la scena italiana sono sicuramente il Jerry Thomas di Roma e il 1930 di Milano.
Come trovarli
È proprio questo fascino che dovrebbe spingervi a cercare intorno a voi questi luoghi segreti. Come trovarli? Sicuramente tramite passaparola, di quell’amico esperto o del vostro bartender di fiducia, che potrà tranquillamente indirizzarvi. Ma nell’era digitale vi è di grande aiuto anche il web, dove il passaparola avviene in formato digitale, rendendovi molto più semplice e accurata la ricerca. O, ancora, la barra di ricerca di Google, dove digitare le parole magiche: speakasy e la città in cui vi trovate.
Come accedere
Non pensate, però, di aver finito qui e di poter accedere con tranquillità. Prima di tutto dovete conoscere la parola d’ordine, poi ricordarvi che vige una rigidissima selezione all’ingresso. Infine, dovrete sottostare all’insindacabile giudizio dei bartender: saranno loro a decidere se avrete già bevuto abbastanza e potranno perfino rifiutarsi di prepararvi un nuovo cocktail.