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Grappa barricata: cosa vuol dire?

di Marta Manzo • Pubblicato 8 Aprile 2020 Aggiornato 19 Ottobre 2021 16:41

La grappa barricata è tra le più pregiate e il termine si riferisce al tipo di affinamento che subisce dopo la distillazione, un processo molto complicato.

La legge ci dice che si chiama grappa l’acquavite di vinaccia ricavata da uve prodotte e vinificate esclusivamente in Italia. E nel nostro Paese, dice ancora la legge, deve avvenire la sua distillazione.  Questo distillato si può ottenere da diverse tipologie di vinacce: fermentate, come quelle di vini rossi, o semifermentate, come quelle dei rosati e dei vini dolci, che andranno comunque ri-fermentate. Ciò che distingue una grappa dall’altra sono certamente il vitigno di provenienza, la mano del distillatore, gli eventuali aromi. Non ultimo la fase dell’affinamento. Avete mai sentito parlare di grappa barricata? No? Partiamo direttamente da qui.


In base all’affinamento che segue la fase della distillazione una grappa trova la sua definizione. È giovane, per esempio, quando è conservata in contenitori inerti come acciaio e vetro dopo la produzione fino all’imbottigliamento. la dicitura indica il contenitore utilizzato per l'invecchiamento Di solito ha un aspetto cristallino e trasparente. È affinata, quando viene imbottigliata dopo essere stata conservata per meno di un anno in contenitori di legno. È invecchiata o vecchia, quando nei contenitori di legno è rimasta per un periodo tra i 12 e i 18 mesi. È stravecchia o riserva quando in questi contenitori è rimasta per più di un anno e mezzo. Quand’è, allora, che una grappa si può chiamare barricata? Lo spiega ancora la legge, nel decreto Mipaaf del febbraio 2016 di riferimento: questa dicitura, che indica il contenitore utilizzato, si può accostare a quella della categoria di riferimento (vecchia o stravecchia) per quei distillati maturati almeno metà del tempo di invecchiamento in barrique, sotto stretto controllo doganale.

La barrique altro non è che una botte di piccola capacità, normalmente compresa tra i 225 e i 228 litri, realizzata con doghe di legno stagionato e tostato, solitamente in rovere, ma anche castagno, frassino, mandorlo. L'utilizzo della barrique è un procedimento complesso e richiede notevoli capacitàSi utilizza per far fermentare e affinare vini particolari, oltre che per elevare i distillati. Il suo utilizzo, in realtà, è un procedimento complesso che richiede notevoli capacità: le diverse tostature dei legni, infatti, conferiscono ai prodotti qualità differenti, sia in termini di gusto, sia di profumi. Quando il distillato viene messo a riposare nella botte, infatti, il legno, essendo poroso, lo lascia traspirare, entrare in contatto con l’ossigeno dell’aria e, di conseguenza, ossidare. Più il legno traspira, più il distillato si ossida, più ne cambiano il gusto, il colore e il sapore. Visto che la grappa si porta dietro un variegato corredo di aromi e profumi già al momento dell’uscita dall’alambicco in fase di distillazione, parlare di quella barricata significa dunque riferirsi a un prodotto estremamente rotondo e maturo. Perché è l’elevazione del prodotto in barrique, avvenuta lo ricordiamo per almeno 12 mesi, a mettere insieme i profumi e gli aromi del legno, eventualmente affumicato, con quelli già complessi del distillato. E a permettere alla grappa di raggiungere il suo gusto finale unico.