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Ghost Kitchen, la nuova vita dei ristoranti

di Mas Silleni 22 Aprile 2020 09:20

Le ghost kitchen o dark kitchen iniziano a proliferare anche in Italia: si tratta di ristoranti senza sala dedicati soltanto alla consegna a domicilio.

Le ghost kitchen hanno fatto la loro comparsa fra le tendenze della ristorazione un paio di anni fa: a seconda del momento e del tono dell’articolo, sono state chiamate anche pop-up kitchen, dark kitchen o dark restaurant. ristoranti privi di sala dedicati soltanto al delivery In tutti i casi si parla di ristoranti privi di sala, dedicati esclusivamente alla consegna a domicilio: fino a poche settimane fa, si trattava di un modo per limare i costi di avvio dell’attività e sfruttare la popolarità crescente dei servizi di delivery. Ma con la svolta inaspettata del Covid-19, le ghost kitchen sono diventate in breve l’unica possibile forma di sopravvivenza per la ristorazione. I ristoranti sono stati fra le prime attività costrette a chiudere o contingentare gli ingressi; dopo più di un mese di stop forzato, in molti hanno cominciato a organizzarsi. Gli chef hanno dovuto pensare a come rendere compatibili le pietanze stellate con le confezioni da asporto, i camerieri si sono trasformati in fattorini – e ci sono persino state delle inaugurazioni.

  1. A Milano, dal 10 aprile, ha infatti aperto Via Archimede, gastronomia di quartiere ideata dall’imprenditore Luca Guelfi. Le cucine e il personale dei locali già attivi in zona – Shimokita, Oyster Bar, Saigon… – vengono ora utilizzati per la preparazione di piatti tipici della cucina lombarda e italiana facili da trasportare e consegnare: dai mondeghili all’ossobuco, dalle focacce alle orecchiette con cime di rapa.
  2. A Milano in realtà era già attiva quella che probabilmente è la più grande dark kitchen italiana: Foorban, fino all’inizio di marzo, si occupava di consegne a domicilio e gestiva anche alcuni corner negli uffici cittadini di società multinazionali. Dopo qualche giorno di incertezza, Foorban ha ripreso le consegne in città, aggiungendo una sezione market: oggi, alle lasagnette e alle polpettine per la pausa pranzo, si possono aggiungere cestini di frutta e verdura, latte, uova e altri beni di prima necessità.
  3. Un servizio simile veniva e viene fornito a Torino da Morsy, attiva a pranzo con la consegna di piatti facili da scaldare, anche in versione vegetariana e vegana. Il menu, consultabile sul sito, cambia di settimana in settimana; a cous cous, insalate e piatti caldi si possono aggiungere dolci, frutta e bevande. 
  4. Fra i ristoranti che si sono trasformati in dark kitchen solo in occasione dell’emergenza c’è invece Da Vittorio, il ristorante della famiglia Cerea a Brusaporto, in provincia di Bergamo. La cucina tri-stellata viene ora proposta in versione da asporto: ci sono i menu degustazione di pesce, di carne e vegetariano, ma anche specialità settimanali come l’ossobuco, la cotoletta a orecchia d’elefante e il baccalà mantecato. Ogni consegna viene accompagnata dalle istruzioni per servire al meglio i piatti. 
  5. A Roma per la consegna a domicilio si è invece attivato lo chef Angelo Troiani, che ha dichiarato di aver eliminato i “fronzoli dell’impiattamento” a vantaggio della sostanza. Durante la settimana, nella capitale si consegnano a domicilio le specialità romane alla carta del Convivio Troiani; nel fine settimana è possibile scegliere anche menu completi con antipasto, primo e secondo. 
  6. Il delivery a Roma è stato annunciato anche da Niko Romito – nel suo caso, le consegne dei piatti alla carta, come le bombe salate e il pollo fritto, e del menu degustazione avvengono tramite Deliveroo. Ma per chi abita nelle vicinanze di piazza Verdi, dove si trova lo Spazio Niko Romito, è possibile anche prenotare al telefono e passare di persona a ritirare il proprio ordine. 
  7. A Bologna il pranzo della domenica si consegna invece tramite MyMenu: è infatti questa la piattaforma che lo chef Massimiliano Poggi ha scelto per il suo nuovo progetto da asporto. I piatti proposti sono quelli della tradizione bolognese, realizzati con materie prime di produttori locali, per dare un sostegno in più alla realtà cittadina. 
  8. A Milano si può ricevere a domicilio anche l’aperitivo, se si sceglie di ordinare la cena da Daniel Canzian. Dal lunedì al sabato, Canzian propone infatti menu completi dall’antipasto al dolce, a cui per dieci euro si può aggiungere l’aperitivo: un assortimento di stuzzichini da abbinare con birra, vino o cocktail preparati in casa. 
  9. Particolare è infine la scelta di Wicky Priyan: i piatti alla carta del suo ristorante Wicky’s, specializzato in cucina giapponese creativa, vengono infatti consegnati in tutta Milano con il supporto dei tassisti cittadini. Preparatevi quindi a gustare maki, nigiri e bottiglie di sake arrivati con tutta la comodità di una corsa in taxi.