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Sicilia: 5 ristoranti seguendo il Giro d’Italia

di Salvatore Spatafora

La 103° edizione del Giro d’Italia partirà sabato 3 ottobre 2020 da Palermo e rimarrà in Sicilia 4 giorni: ecco dove mangiare bene nelle diverse tappe.

Ottobre è il mese ideale per una vacanza in Sicilia. Quest’anno l’Isola è stata scelta come sede di avvio della 103° edizione del Giro d’Italia:il giro d'italia partirà il 3 ottobre con varie tappe in sicilia per 4 giorni  si parte sabato 3 ottobre con la cronometro Monreale-Palermo e poi tappe ad Agrigento, Alcamo, Enna e Catania con l’Etna. Una grande festa – nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza – che può rappresentare per la Sicilia un ottimo volano per la promozione del turismo regionale anche nel periodo autunnale. Sarà una partenza davvero mozzafiato: i corridori, infatti, saliranno ad uno ad uno verso l’imponente Duomo normanno di Monreale – dichiarato nel 2015 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – per poi scendere a tutta velocità verso Palermo, attraversando tutti i principali monumenti del capoluogo siciliano, dove verrà consegnata la prima maglia rosa. Domenica 4 ottobre la seconda tappa: una frazione di 149 chilometri da Alcamo ad Agrigento, attraverso i paesi della Valle del Belice fino ad arrivare alla mitologica Valle dei Templi, con le colonne magicamente illuminate di rosa per l’occasione. La terza frazione del Giro, in programma lunedì 5 ottobre, partirà invece da Enna per concludersi a Piano Provenzana: il percorso che separa il capoluogo di provincia più alto d’Italia (tra i 900 e i 990 metri di altitudine) dalle falde dell’Etna è un continuo susseguirsi di salite e discese più o meno impegnative, prima della lunga scalata che dal borgo etneo di Linguaglossa sale sul versante Nord-Est del vulcano, lungo tornanti di colate laviche. Infine, martedì 6 ottobre, il Giro d’Italia chiuderà la sua quattro giorni in Sicilia con l’ultima tappa: ben 140 chilometri da Catania a Villafranca Tirrena, fino alle porte di Taormina.

  1. A’nìca Ristorante & Pizza Gourmet (via Alloro 135 – Palermo). Un ristorante accogliente, ubicato nel cuore della Kalsa, storico quartiere della Palermo vecchia. Da quest’anno i due proprietari – Annika Pettersson, svedese innamorata della Sicilia, e Giulio Scaduto, il giovane socio palermitano – hanno deciso di dare una svolta al locale puntando sempre di più su una filosofia di cucina stagionale e senza eccessi, che non ammette sprechi alimentari. Tra i piatti tipici della tradizione da provare: fagottini di pasta fillo con ortaggi e verdure su salsa caponata; fettuccine con bottarga di tonno, vongole e datterino; minestra di pasta all’aragostella e broccoletti; filetto di maialino in crosta di lardo di Colonnata con carciofo alla Viddaniedda. Fiore all’occhiello di A’nica (“la piccola” in dialetto palermitano) è la buonissima pizza, prodotta con farine di qualità e impasto lievitato per un minimo di 48 ore e cotto su pietra refrattaria, con l’aggiunta di prodotti bio e di stagione. Dove dormire: Quintocanto Hotel, un’oasi di relax nel centro cittadino, dotata di centro benessere e ristorante gourmet.
  2. La Terrazza degli Dei (Hotel Villa Athena, via Passeggiata Archeologica 33 – Agrigento). La Terrazza degli Dei è l’unico ristorante di Agrigento che vanta una vista così ravvicinata ai Templi della Concordia e di Giunone. L’anno scorso è approdato in cucina Nino Ferreri – dopo un importante esperienza professionale a Milano con Felix Lo Basso – il quale ha subito dato forte impulso creativo e carattere all’identità del menu. Grande attenzione nella selezione delle materie prime, per dare vita a creazioni contemporanee che evocano la millenaria tradizione siciliana, così ricca di diverse influenze culturali. Tra i piatti da non perdere annoveriamo sicuramente: alalunga e battaglione; passeggiando alla Kalsa (omaggio alle origini palermitane di Ferreri); risotto acqua di pomodoro; lasagna di pesci di scoglio; aguglia imperiale in camicia di sale; e infine il buonissimo dessert “Capra Girgentana”, ottenuto con il latte dei meravigliosi esemplari autoctoni salvati dall’estinzione. Dove dormire: Hotel Villa Athena, una residenza principesca trasformata in hotel di charme, unico 5 stelle completamente immerso nel Parco Archeologico della Valle dei Templi.
  3. Al Fogher Ristorante (piazza Armerina – Enna). Nello spazio un tempo adibito a casello ferroviario di una linea ormai dimessa – fino agli anni Settanta era utilizzata per il trasporto dello zolfo delle miniere – l’istrionico chef Angelo Treno ha ricavato, nel 1992, un ambiente accogliente dove poter gustare le ricette più buone della tradizione contadina siciliana. Piatti dai sapori netti, sinceri e dai colori mediterranei, come per esempio la zuppa di cavolo nero, il macco di fave, la minestra di pasta e il coniglio di fattoria in pasta fillo con riduzione di ciliegia e mosto. In menu anche proposte a base di pesce. Da non perdere i buonissimi dolci preparati in casa. Per gli appassionati del buon bere, un’ottima carta vini con etichette dai principali terroir italiani e internazionali. Dove dormire: Agriturismo Bannata, una tipica masseria in pietra dell’entroterra siciliano, arredata con buon gusto dalla proprietaria Donna Nietta Bruno Grimaldi. 
  4. Dai Pennisi – Macelleria con Cucina (via Umberto I – Linguaglossa). Nella storica bottega di famiglia a Linguaglossa – uno dei borghi più affascinanti dell’Etna, siamo nel versante nord-est del vulcano – i Pennisi hanno riconvertito la storica macelleria in un’originale e divertente bistrot. L’offerta gastronomica propone piatti tipici della cucina siciliana ma il vero must rimane la carne: hamburger d’autore, tagli pregiati con frollatura a vista da scegliere direttamente dal bancone macelleria, preparati tipici della tradizione locale, formaggi e salumi selezionati regionali ed esteri. Tra le specialità da non perdere c’è la salsiccia al ceppo (battuta sul tronco di quercia) preparata secondo l’originale ricetta di Saro Pennisi, da abbinare rigorosamente a un Etna Rosso Doc, ci troviamo infatti in una delle migliori aree vinicole al mondo. Dove dormire: Shalai, a pochi passi dalla macelleria con cucina si trova il resort curato dalla famiglia Pennisi, realizzato all’interno di una antica dimora nobiliare di fine Ottocento. A disposizione degli ospiti anche un centro benessere e il ristorante (1 stella Michelin) guidato dallo Chef Giovanni Santoro.
  5. Ristorante Km.0 (via Antonino Longo 26 – Catania). Due fratelli e un unico progetto: trasformare la bottega dove il nonno forgiava il metallo in un ristorante informale dove riscoprire i sapori sinceri della buona tavola. Grande attenzione, da parte dello chef Marco Cannizzaro, alla valorizzazione dei prodotti del territorio, a chilometro zero appunto. A prendersi cura degli ospiti in sala ci pensano, invece, il fratello Fabio e il sommelier Salvatore Lo Nitro. Il locale, arredato con gusto e semplicità, accoglie al suo interno solo 25 posti a sedere, un numero volutamente limitato per garantire il massimo dell’esperienza culinaria. Tra i cavalli di battaglia di Km.0, segnaliamo in particolare due piatti: la cipolla rossa caramellata con robiola di capra girgentana e la tartare di gambero rosso con salsa di kiwi e sedano. Nota di merito, infine, per la carta vini che include diverse etichette di piccoli produttori naturali, sia italiani che francesi. Dove dormire: Asmundo di Gisira, urban hotel di design nel cuore del centro storico di Catania, con originali art room dedicate alle più celebri leggende siciliane.