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Qual è il momento giusto della giornata per mangiare la pasta?

di Silvia Cutolo 2 Novembre 2020 14:00

La pasta è un carboidrato necessario al funzionamento dell’organismo, ma è meglio mangiarla a pranzo o a cena? Ecco la risposta della nutrizionista.

La pasta è uno dei capisaldi dell’alimentazione mediterranea ed è anche uno dei primi alimenti a essere demonizzato quando decidiamo di iniziare un regime alimentare controllato. La pasta, così come altri cereali e alimenti da essi derivati tra cui riso e pane, contiene un’elevata quantità di carboidrati complessi che, costituendo la nostra fonte energetica primaria, qualora venissero a mancare o fossero carenti, potrebbero creare problemi al nostro organismo. Proprio per questo motivo è importante che a ogni pasto sia presente una fonte di carboidrati che diano energia e che evitino che il nostro organismo la vada ad attingere da altri nutrienti quali, ad esempio, le proteine.

Meglio a pranzo o a cena?

In realtà, come spesso accade, non esiste una regola generale, ma quello che possiamo dire è che la pasta ha una digestione più rapida rispetto alle proteine (secondo piatto) e che, quindi, può essere proprio per questo consumata a cena. Infatti la pasta impegna le funzioni digestive, soprattutto epatiche, per un tempo relativamente breve rispetto ad alimenti a maggiore contenuto proteico e lipidico. un pasto proteico o iperproteico obbliga l'organismo a un lavoro digestivo più lungo Normalmente i carboidrati sono metabolizzati in circa 2 ore, dopodiché gli emuntori organici, in primo luogo fegato e rene, sono liberi di compiere tutte quelle complesse operazioni di pulizia, di detossicazione ed eliminazione, che permettono al mattino un buon risveglio. Al contrario, un pasto proteico o iperproteico obbliga l’organismo a un lavoro digestivo molto più lungo e complesso, con una maggiore produzione di scorie, responsabili di numerosi disturbi come insonnia, risvegli notturni, bocca asciutta o amara con sete, sensazione mattutina di non aver riposato a sufficienza, anche se si è dormito molto, tutti segni di affaticamento del fegato e del rene, organi che non devono mai essere sovraccaricati impropriamente nelle ore notturne. Inoltre, di mattina si può evidenziare un certo grado di imbibizione dei tessuti, se non addirittura un vago malessere.

Inoltre la pasta alla sera, meglio se integrale e con condimenti leggeri, può avere un doppio vantaggio sulla qualità del sonno: non solo ha una migliore digeribilità rispetto ad un secondo piatto, ma stimola anche la produzione dell’ormone serotonina. Infatti nella pasta, e nei farinacei in generale, è presente il triptofano, un aminoacido che, tra le altre cose, è il precursore biochimico della serotonina, ossia il neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di induzione del sonno.

Come condire la pasta

È bene ricordare che ci riferiamo sempre a una porzione giusta ed equilibrata per la singola persona (senza esagerare con le quantità) e poi, per migliorarne la digeribilità e ridurne l’indice glicemico, è sempre meglio scolare la pasta al dente e ripassarla in padella con la salsa prevista. I condimenti della pasta saranno quelli più comuni, ad esempio pomodoro (anche in versione arrabbiata), aglio olio e peperoncino, al pesto genovese o con le verdure di stagione. Infine, se vogliamo equilibrare il pasto serale, possiamo  anche aggiungere una piccola fonte proteica al primo piatto, sia come condimento o come piccolo secondo (ad esempio 1 uovo o una piccola porzione di pesce); nonché una verdura cruda come contorno o all’inizio del pasto.