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La rosa canina è molto più di un fiore, anche in cucina

di Daniela Traverso • Pubblicato 3 Gennaio 2021 Aggiornato 19 Ottobre 2021 14:51

La rosa canina è una specie spontanea molto diffusa in Italia di origine molto antica e dalle mille proprietà: scopritele.

La rosa canina è una specie di rosa spontanea, quella sicuramente più comune in Italia, la si trova molto nelle siepi e ai margini dei boschi, è molto diffusa nell’Appennino e viene chiamata anche rosa di macchia, oppure rosa selvatica. Il nome rosa canina si deve probabilmente a Plinio il Vecchio, secondo il quale un soldato romano fu curato dalla rabbia proprio con un decotto a base di radici di questa pianta. Certo è che la rosa canina è una pianta davvero molto antica, sono stati addirittura rinvenuti reperti fossili che ne attestano la presenza già 40 milioni di anni fa.

Di questa pianta si faceva uso durante il Medioevo, periodo nel quale era considerata quasi una panacea per tutti i mali, veniva usata per curare l’anemia, gli stati di asma ed era regolarmente impiegata per combattere raffreddori e sintomi influenzali invernali. Veniva utilizzata anche per combattere la sudorazione eccessiva, problemi intestinali, il ciclo troppo abbondante, congiuntiviti, prevenire problemi renali, emorragie, dolori articolari, artrosi, artriti e tutti i tipi di problematiche correlate alla fragilità dei tessuti. In poche parole in epoca medievale la rosa canina veniva utilizzata, in generale, per aiutare l’organismo a rafforzarsi.

Le proprietà

Questo largo uso nel mondo medievale prelude alla scoperta in epoca moderna di una grandissima quantità di qualità nutritive e proprietà, infatti la rosa canina è fra le maggiori fonti naturali di vitamina C, una delle vitamine principali utili per irrobustire il sistema immunitario e, grazie alla presenza di acido folico, vitamina B9, la rosa canina facilita l’assorbimento del ferro a livello intestinale e rafforza il metabolismo del cortisone naturale.  Altri componenti molto importanti presenti in questa pianta sono la vitamina A, i flavonoidi, i carotenoidi, i tannini, l’acido malico e citrico, le pectine.

Gli utilizzi

La rosa canina è tutt’oggi considerata a pieno titolo un’erba officinale e medicinale. Le parti che utilizziamo di questa pianta sono foglie, fiori e frutti. Il momento migliore per la sua raccolta è il periodo che va da settembre a novembre. Tutti i principi attivi in essa contenuti, oltre a quelli già citati, vengono utilizzati dalle industrie farmaceutiche, alimentari e cosmetiche. I suoi frutti, esiccati e sminuzzati, vengono utilizzati in erboristeria per infusi e decotti. Come detto prima della rosa canina si utilizza quasi tutto, con i semi si possono preparare antiparassitari, con i petali dei fiori si fa il miele rosato e il suo decotto viene utilizzato per le pelli arrossate e più delicate.

La rosa canina viene in parte anche utilizzata in cucina, con i suoi frutti freschi si possono confezionare ottime confetture, come anche dai suoi petali, la marmellata di petali di rosa canina è davvero un alimento delicatissimo. Con i suoi frutti è possibile preparare anche un liquore, chiamato in termini dialettali gratacül, infatti nei dialetti del nord Italia, soprattutto ligure, lombardo ed emiliano-romagnolo, il frutto della rosa canina si chiama gratacü. Sicuramente in pochi sanno che la rosa canina è anche una pianta mellifera, i suoi fiori piacciono molto alle api, che nel periodo della fioritura fanno incetta del loro polline, ma essendo una pianta piuttosto sporadica la produzione di miele uniflorale è molto difficile, il polline di rosa canina si troverà per lo più nei mieli detti millefiori.