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Le 17 ricette di pasta che gli americani mangiano di più

di Alessia Dalla Massara 15 Marzo 2021 09:21

La pasta vista dagli Americani: ecco tutti i primi piatti che sono entrati a far parte della cultura americana.

La carbonara è solo la punta dell’iceberg che nasconde un mondo neanche troppo sotterraneo fatto di primi piatti, rivisitati e arricchiti, entrati a far parte della cultura americana a partire dalla tradizione nostrana. Ed è proprio prendendo spunto dall’articolo uscito qualche giorno fa sul New York Times sulla Smoky Tomato Carbonara, in cui si suggerisce una preparazione a base di uova, parmigiano e bacon (al posto del guanciale e del pecorino romano), che abbiamo indagato su cosa significa mangiare la pasta per gli americani. E lo abbiamo fatto attraverso le ricette di primi piatti più apprezzati e consumate negli Stati Uniti.

  1. Spaghetti e Polpette. Partiamo da un esemplare – e direi ben riuscito – caso di contaminazione tra la cucina italiana e americana: gli spaghetti con le polpette (anche in versione di sformato e di pasta al forno) è uno dei pilastri della tradizione culinaria del Sud Italia. Il fenomeno dell’immigrazione italiana in America ha portato un vero e proprio melting pot gastronomico. Gli italiani del Sud Italia non hanno mai smesso – neanche in America – di cucinare le loro amate polpette di carne. Certo gli ingredienti non erano quelli nostrani, ma si otteneva comunque un risultato soddisfacente. È qui che i ristoranti americani mettono il loro zampino nell’adattare la ricetta italiana al gusto degli americani e alla loro abitudine di unire il carboidrato con la proteina: nascono così gli spaghetti conditi con polpette di carne che oggi viene considerato un piatto italiano al cento per cento.
  2. Mac&Cheese. La strada per la popolarità del Mac&Cheese ha seguito un percorso molto simile a quello della nostrana pasta e patate. Da piatto semplice e povero riservato alle tavole del popolo nei primi del Novecento a comfort food apprezzato anche e soprattutto dai più giovani. Del resto, si tratta di una golosa terrina cotta al forno a base di maccheroni, formaggio filante – di solito cheddar – e besciamella. Ma ci fu un periodo ben preciso a segnare la fortuna di questo piatto: durante la Seconda guerra mondiale, infatti, la produzione industriale da parte della Kraft Foods permise al Mac&Cheese di essere acquistato in grandi quantità, diventando il pasto abituale dell’America di un tempo.
  3. Baked ziti. Se un formato di pasta campano, come quello degli ziti, ha raggiunto la popolarità oltreoceano è grazie alle ricette preparate da donna Carmela, la moglie di Tony Soprano, protagonista dell’omonima serie I Soprano, trasmessa negli Stati Uniti a cavallo tra il 1999 e il 2007. A metà tra parodia e realtà aumentata, la serie ritrae con colori vividi ed efficaci le abitudini culinarie della comunità italoamericana. E tra cannelloni, lasagne e fritti, ci sono anche loro: gli ziti al forno conditi con polpette, parmigiano, ricotta, mozzarella e salsa di pomodoro.
  4. Chicken pasta. Qui, purtroppo anche il più elastico sentimento di immedesimazione difficilmente riuscirebbe a fare effetto. Pensare a una tagliata di petto di pollo che sovrasta un bel piatto di spaghetti cremosi e super conditi non rientra di certo nell’immaginario dell’italiano medio. Gli americani, però, hanno contribuito al successo della Chicken pasta mutuandone alcune caratteristiche dalle più classiche fettuccine Alfredo. Oltre alla presenza del pollo – in genere cotto in padella – e all’utilizzo degli spaghetti, troviamo la sostituzione della panna con un condimento a base di soffritti, cheddar e limone.
  5. Manicotti. A metà tra rigatoni e cannelloni, i manicotti si distinguono per una forma che ben si presta ad essere farcita e condita generosamente. Ecco perché, gli italo-americani la utilizzano in occasioni speciali come il giorno del Ringraziamento. Prima che di servire il tacchino, si porta in tavola questo primo piatto farcito di ricotta e condito con una salsa marinara a base di sugo e aglio.
  6. American chop suey. Una ricetta nata per corrispondenza, grazie ad una lettera mandata da un lettore di San Francisco su una testata di Brooklyn intorno ai primi del ‘900. Le origini di questo piatto, in realtà affondano le loro radici nella cultura cinese, dove il termine chop suey sta a significare cianfrusaglie. Non è difficile dunque capire il senso dell’American chop suey: un goloso e ricco mix a base di maccheroni, salsa di pomodoro, cipolle e carne di manzo, accompagnato da pane, condito spesso con salsa Worcestershire e parmigiano. Da qui anche l’appellativo di “American goulash” con cui viene identificato non solo nel New England ma anche nello stato dell’Illinois.
  7. Spaghetti Bolognese. Piatto immancabile in ogni menu turistico che si rispetti, gli spaghetti Bolognese – conosciuti anche come Spag Bol – sono in realtà una ricetta molto in voga tra le tavole americane. Nonostante le origini incerte (forse portati in America dai soldati di ritorno dall’Italia, o dagli stessi immigrati italiani), gli spaghetti Bolognese rappresentano un netto richiamo all’italianità emulando uno dei capisaldi della nostra cucina, ossia il ragù. Ovviamente, le differenze con la nostra ricetta ci sono e si sentono: le fettuccine sono sostituite dagli spaghetti e il sugo viene preparato con della salsa di pomodoro, carne macinata, aglio e peperoncino.
  8. Cincinnati chili. Se il ragù viene imitato con così tanta frequenza e dalle cucine di tutto il mondo un motivo ci sarà. Questa volta ad aver portato lo stendardo italiano è un immigrato greco di nome Nicholas Lambrinides, che nel 1949 fondò una famosa catena di ristoranti chili a Cincinnati, nell’Ohio. La caratteristica distintiva di questa ricetta sta nell’elevato grado di piccantezza grazie all’utilizzo di un mix sapiente di spezie e di una varietà di peperoncino più forte ed intensa rispetto a quella nostrana. Altro segreto, sta nella cottura lentissima della carne e nella refrigerazione notturna che la rende ancora più saporita e appetitosa.
  9. Toasted ravioli. Meglio conosciuti con il nome di St. Louis Toasted Ravioli, questo primo piatto rappresenta uno dei migliori esempi di ricette riuscite nate da un errore. Lo sbaglio originario fu buttare i ravioli nell’olio invece che nell’acqua: un lavapiatti tedesco del noto ristorante di Angelo Oldani a The Hill – il quartiere italiano di St. Louis, nel Missouri – preso da un momento di panico nel caos della cucina, mise a cuocere i ravioli una pentola di olio bollente, salvo poi recuperarli immediatamente. Troppo tardi, perché i Toasted ravioli erano già nati. Deliziosi e saporiti con un gusto che richiama vagamente quello del pane tostato (da qui l’aggettivo toasted) e un ripieno filante di formaggio, furono talmente apprezzati dai clienti del ristorante, che ancora oggi se ne parla.
  10. Penne alla vodka. Una vera e propria diffusione virale che ha reso uno dei piatti italiani più vintage e conosciuti il nuovo trend culinario a stelle e strisce. È bastato pubblicare sulle storie di Instagram la preparazione delle penne alla vodka che la famosissima modella statunitense Gigi Hadid è stata ripresa da milioni followers oltreoceano fino ad arrivare sulla piattaforma di TikTok e diventare un trend assolutamente imbattibile. La ricetta della vodka sauce appare in numerose versioni, ma quella più apprezzata è senz’altro quella a base di cipolla, passata di pomodoro, panna fresca, vodka e peperoncino, da arricchire se si vuole con pancetta e parmigiano.
  11. Spaghetti pie. Chi è del Sud Italia potrebbe avere un mancamento nel rivedere la classica ricetta della frittata di spaghetti nella versione sdoganata dagli americani. Si sa che tutto ciò che si avvicini alle lasagne richiama una certa attenzione e un tentativo costante di emulazione. Gli americani in questo sono assolutamente abituati, come per gli spaghetti con le polpette, anche in questo caso le varianti sul tema sono numerose. La crosticina in superficie si ottiene da un mix di formaggio e uova che viene versata sopra gli spaghetti (a volte noodles) cotti al dente e conditi con salsa concentrata di pomodoro e formaggio a scelta tra ricotta e cheddar. Tutto in forno e solitamente servito con del pane all’aglio e dell’insalata.
  12. Barbecue spaghetti. La cultura americana del barbecue incontra uno classico della cucina italiana, ossia gli spaghetti. Il risultato è un primo piatto condito con una salsa a base di maiale affumicato sminuzzato, verdure e salsa barbecue. I Barbecue spaghetti sono particolarmente diffusi a Memphis, in Tennessee dove mezzo secolo fa un ex cuoco ferroviario di nome Brady Vincent, aprì un ristorante barbecue chiamato Brady and Lil’s dove inventò la ricetta originale. Negli anni successivi, lo stesso Vincent insegnò i segreti del piatto a Jim Neely, titolare del famoso Interstate Bar-B-Q.
  13. Chicken noodle soup. Cosa accomuna la pizza a una zuppa? In America l’associazione tra i due piatti non è cosi peregrina e trova la sua origine nella BBQ Chicken Pizza tanto apprezzata e popolare negli Stati Uniti. Riuscire a godere dello stesso sapore in una ricetta light non è un’impresa impossibile. La soluzione ha il nome della Chicken noodle soup: una ricca minestra a base di noodles, petto di pollo grigliato, fagioli, aglio, salsa di pomodoro e mais che richiama i nostri minestroni, con l’unica differenza di essere molto più calorica e nutriente.
  14. Alphabet soup. La pasta spezzata o mista con cui si preparano minestre e zuppe rappresenta un comfort food italiano che attraversa lo stivale senza distinzioni. C’è da dire però che non ci siamo inventati niente. A Parigi, già nel lontano 1800, i droghieri francesi vendevano pezzetti di maccheroni da usare nella zuppa stampati con le lettere dell’alfabeto. Questa tendenza originale e all’avanguardia venne ripresa dai ristoratori parigini fino ad essere inserita nel 1883 in un libro di cucina della Chicago Herald Cooking School dove è fornita la ricetta della zuppa con piccoli maccheroni stampati a forma di lettere dell’alfabeto. Oggi non è raro trovarla a New York, condita con concentrato di pomodoro, patate, legumi e verdure.
  15. Johnny Marzetti. Molto simile all’American chop suey, Johnny Marzetti è un piatto di pasta, molto famoso negli Stati Uniti del Midwest, preparato con noodles, formaggio, carne macinata e una salsa di pomodoro che tipicamente include verdure aromatiche e funghi. Il nome della ricetta deriva dall’omonimo chef nato a Columbus, in Ohio, proprietario del ristorante italiano fondato nel 1896 a Woodruff Avenue e High Street. Uno dei piatti che Marzetti offriva ai suoi clienti era una casseruola al forno di carne macinata, formaggio, salsa di pomodoro e noodles che chiamò in onore di suo cognato, Johnny.
  16. Tetrazzini. La nascita di questo ricco e saporito primo piatto si deve alla celebre cantante d’opera Luisa Tetrazzini che, in occasione del suo debutto al Tivoli Theater nel 1905, offrì uno spunto culinario a Ernest Arbogast del Palace Hotel di San Francisco che ideò la ricetta per la prima volta nel 1908. I Tetrazzini si distinguono per una certa complessità di sapore a base di pollo o tacchino a cubetti, funghi, salsa a base di burro o panna, formaggio e vino o sherry. Il formato della pasta può variare – come linguine, spaghetti, o pasta all’uovo – e viene arricchito di solito con un condimento di prezzemolo, pangrattato, mandorle e cipolle fritte. Quanto alla cottura, i Tetrazzini possono essere cotti in forno in casseruola in modo che siano belli croccanti e cremosi al tempo stesso.
  17. Fettuccine all’Alfredo. La semplicità che fa la storia, o meglio, una delle consuetudini culinarie più apprezzate e famose dagli americani. Tutto iniziò da un bel piatto di fettuccine con burro e parmigiano che Alfredo di Lelio, chef del ristorante Angelina di Roma, preparò agli inizi del ‘900 per solleticare l’appetito della moglie che aveva appena partorito. L’apprezzamento fu immediato, tanto che non tardò ad inserire le fettuccine nel menu del nuovo ristorante che aprì in via della Scrofa qualche anno più tardi. Meta frequente degli attori del cinema americano, le fettuccine Alfredo vennero provate e riprovate, fino ad essere esportate in America, dove la ricetta è stata adattata a palati più esigenti. Il burro è stato sostituito dalla panna e non è raro trovare aggiunte a base di pesce e di carne.