Home Guide di cucina Cos’è la Sindrome del Ristorante Cinese (e perché in realtà non esiste)

Cos’è la Sindrome del Ristorante Cinese (e perché in realtà non esiste)

di Nadine Solano • Pubblicato 27 Maggio 2021 Aggiornato 24 Ottobre 2022 14:27

La sindrome del ristorante cinese, detta anche Malattia di Kwow, è una leggenda senza fondamento scientifico nata negli USA nel 1968.

È ormai da molto, troppo tempo che si sente parlare della sindrome del ristorante cinese. La Rete, come spesso accade, ha fatto da grande cassa di risonanza e basta effettuare una semplice ricerca su Google per ritrovarsi davanti decine di post dedicati all’argomento. Questo disturbo, però, è del tutto privo di fondamento. Vediamo di mettere le cose in chiaro.

Cos’è la sindrome da ristorante cinese

La sindrome del ristorante cinese è chiamata anche Malattia di Kwok perché è stato il medico cino-americano Robert Ho Man Kwok, nel 1968, a tirarla per la prima volta in ballo. una serie di sintomi apparentemente apparsi dopo un pasto al ristorante cinese In una lettera apparsa sul New England Journal of Medicine, l’uomo ha raccontato di avvertire uno stato di malessere ogni volta che si ritrovava a mangiare in un ristorante cinese; per l’esattezza ha riferito di vertigini, debolezza generale, difficoltà di respirazione, palpitazioni e dolori al collo, alle braccia e alla schiena. Dopo il suo intervento pubblico, altri lettori hanno inviato alla redazione di quel giornale testimonianze simili. L’elenco dei sintomi si è velocemente allungato, includendo anche svenimenti, vampate, bruciore intorno alla bocca, incontinenza, addirittura mutamenti della personalità. Insomma, il risultato è stato una vera e propria isteria di massa. Che per fortuna col tempo è andata notevolmente placandosi. Ma c’è ancora chi demonizza i ristoranti cinesi e crede in questa sindrome.

La presunta causa

Quale sarebbe la causa scatenante? Manco a dirlo, è stato lo stesso dottor Kwok a suggerire la risposta: un eccessivo consumo di glutammato monosodico (MSG), un sale di sodio dell’acido glutammico, che a sua volta è un amminoacido naturale. Questo additivo è presente in parecchi alimenti, per esempio i dadi da brodo, alcune verdure in scatola, i prodotti congelati o liofilizzati, diversi piatti pronti. Inoltre è naturalmente contenuto in cibi come la carne di manzo, i funghi e le alghe. Questi ultimi due alimenti, si sa, sono abbondantemente utilizzati nella cucina cinese. Più in generale, proprio della cucina cinese l’MSG è un ingrediente tipico. Responsabile, lo ricordiamo, dell’umami. Ovvero il cosiddetto quinto gusto.

I risultati degli studi

Sono stati effettuati numerosi studi clinici, in tutto il mondo, per capire se la teoria della sindrome del ristorante cinese abbia un fondamento oppure no. Anche utilizzando del placebo. Ebbene, non è mai emersa una relazione diretta fra il consumo di glutammato monopodico e i disturbi in questione. Si tratta, quindi, di un mito da sfatare. Vero è, d’altra parte, che alcune persone si sentono poco bene dopo aver mangiato al ristorante cinese, ma i possibili motivi sono altri: in primis allergie o intolleranze a ingredienti come gamberetti e arachidi, bassa qualità delle materie prime, eccessive quantità di fritti e cibi grassi.

Bando ai preconcetti

Diciamolo chiaramente: la sindrome del ristorante cinese è una montatura. Una bufala in piena regola che andrebbe bollata come tale e basta, senza neanche prenderla in considerazione. S’inquadra, è chiaro, nel più generico preconcetto secondo cui tutto ciò che proviene dalla Cina non è affidabile. Anzi, peggio ancora: può essere pericoloso. Doveroso sottolineare anche che non tutti i ristoranti cinesi fanno un uso così abbondante di MSG. E che il nostro corpo lo produce e lo metabolizza naturalmente. La cucina cinese è un piacere, che senso ha privarsene per delle semplici chiacchiere? Importante, piuttosto, è scegliere ristoranti che garantiscano la qualità, sotto ogni punto di vista. Appurato questo, non c’è davvero nulla di cui preoccuparsi.