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Capodanno cinese: i migliori ristoranti dove festeggiare l’arrivo dell’anno della Tigre d’Acqua

di A. Iannello, R. Galamini 28 Gennaio 2022 17:32

Anche se sarà un nuovo capodanno cinese un po’ sottotono ecco dove mangiare per festeggiarlo: qualche indirizzo tra Roma, Milano e Firenze.

Non ci sarà il Dragone danzante ad annunciare il Capodanno cinese che aprirà l’anno della Tigre d’Acqua. “Tra le usanze che risentiranno maggiormente delle limitazioni dovute alla pandemia – sottolinea Francesco Boggio Ferraris, direttore della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina – vale la pena ricordare il chunyun, ovvero il “viaggio di Primavera”, un vero e proprio fenomeno migratorio che vede ogni anno centinaia di milioni di persone spostarsi per migliaia di chilometri per potersi ricongiungere alla propria famiglia. Durante i primissimi giorni dell’anno, fare visita ai genitori e passare del tempo di qualità con loro è imprescindibile, come lo è l’abitudine dello scambio di hongbao, le buste rosse che devono contenere sempre soldi in numero pari, perché di buon auspicio. Niente paura se oggi i viaggi sono limitati e consegnare oggetti a mano poco igienico: applicazioni come WeChat consentono l’invio di buste rosse virtuali per raggiungere amici e parenti in tutto il mondo”. Comunque, ad accogliere questo segno, che si celebra ogni 60 anni, il 1 Febbraio si accenderanno le lanterne nelle strade delle Chinatown di tutta Italia mentre nelle case già dai prossimi giorni ferveranno i preparativi per i festeggiamenti che andranno avanti per due settimane.

Capodanno a tavola

In occasione del Capodanno – spiega Vittorio Castellani, meglio conosciuto come Chef Kumalé e autore di diversi libri sulla cucina etnica – si prepara in anticipo cibo sufficiente per durare giorni e per soddisfare sia uomini che Dei, questo perché nessun coltello o altro oggetto affilato deve essere usato nei primi giorni del Nuovo Anno per timore che la buona fortuna venga troncata. Inoltre, ciò permette alle donne della famiglia diversi giorni di relativa tranquillità per godersi le feste.” Terra di grande estensione che racchiude etnie diverse con usi e costumi differenti, la Cina meridionale porta in tavola per Capodanno il niangao, un budino dolce di riso glutinoso cotto a vapore, e i zongzi, una pasta composta di riso glutinoso con ripieni di diverso genere e poi avvolta in foglie di bambù o di giunchi. Sempre a Sud si cucinano anche gli spaghetti Baffi del Dragone mentre a Lanzhou e lungo la Via della Seta, si preparano i Lamian come forma di augurio di lunga vita. “I Baffi del Dragone – spiega lo Chef Kumalé – sono spaghetti che si tirano a mano. Cosiccome i Lamian che sono una specialità di Lanzhou, il capoluogo della Provincia di Gansu. Qui è dove sono nati i noodles. I Lamian, da cui sono derivati i Ramen, sono noti perché sono tirati a mano in maniera acrobatica”.

Nel Nord, invece si preferiscono i panini di grano cotto a vapore (mantou) e i jiaozi, i ravioli di carne e verdura. Un’usanza che raggruppa le famiglie è la preparazione dei ravioli da parte di tutti i componenti. “Se la famiglia ha i mezzi – continua Castellani – generalmente si aggiunge al ripieno di alcuni ravioli, canditi, monete di rame, arachidi, datteri o castagne. Nelle famiglie ricche perfino oro, argento e pietre preziose. Ovviamente trovare uno di questi ravioli è considerato di buon auspicio”. Questa usanza è frutto di una simbologia antica per la quale le monete di rame significano che non sarebbero mai mancati soldi, le arachidi simboleggiano lunga vita, i datteri e le castagne presagiscono l’arrivo imminente di un figlio – questo perché nella lingua cinese le parole dattero e presto e castagna e arrivo di un bambino sono omofone.

Proprio come nelle migliori tradizioni italiane anche in Cina la grandissima quantità di cibo preparata per quest’occasione ha il significato di simbolizzare abbondanza e ricchezza per la famiglia. “A sottolineare l’importanza del cibo nella narrazione di questo periodo festivo – prosegue il Gastronomade – le persone regalano generi alimentari. A riprova di ciò, alcuni anni fa, solo a Pechino vennero venduti circa tre milioni e mezzo di polli freschi o surgelati, un milione di anatre e grandi quantità di carne d’agnello, manzo e maiale”. Immancabile sulle tavole delle famiglie di tutta la Cina è un grosso pesce intero che simbolizza l’unità della famiglia e abbondanza visto che in cinese abbondanza e pesce hanno la stessa pronuncia, yu.

Streetfood e Amarone: il capodanno cinese a Milano

La situazione emergenziale legata al Covid ha portato anche quest’anno alla cancellazione di eventi che da sempre caratterizzano i festeggiamenti del Capodanno cinese. A Milano non si terrà la consueta parata del Dragone fra le vie della Chinatown meneghina mentre rimarrà l’usanza delle lanterne rosse che illumineranno per le prime due settimane di febbraio la zona di via Paolo Sarpi. Sabato 29 si terrà il Wok this Way, un itinerario tracciato dal Gastronomade in zona Sarpi che in cui, in circa tre ore, Castellani racconta la cultura gastronomica cinese. L’itinerario si snoda tra banchi di contadini cinesi che coltivano nelle nostre campagne tuberi e ortaggi asiatici, store cinesi, raviolerie e bubble tea shops. Il tour prevede anche la degustazione itinerante di alcuni ingredienti e specialità xiaochi, le piccole colazioni, che si mangiano per strada a ogni ora del giorno.

Il ristorante Bon Wei propone un menu speciale studiato da chef Zhang Guoqing a cui vengono abbinati gli Amarone prodotti dalle 13 cantine dell’associazione Le Famiglie Storiche. Il menu celebrativo per l’Anno della Tigre segue i canoni del pasto cinese, fatto da un dim-sum misto con jaozi beneauguranti, una zuppa, un classico riso saltato e poi quattro portate importanti (un manzo, un’anatra e un pesce grasso come la cernia gialla, oltre al taro pastellato). Il ristorante Giardino di Giada, tra i primi a portare la cucina cinese a Milano, propone un menu dedicato al Capodanno cinese, ma anche un corso di cucina a tema. Per la serata di Capodanno chef Zhao ha creato una serie di proposte (disponibili anche in delivery) che comprendono un antipasto composto da involtini con ripieno di zucca, wanton fritti con gamberi e carne e ravioli al vapore misti. A seguire, gnocchi di riso piccanti con polpa di granchio, riso saltato con maiale marinato, gamberoni e branzino con pepe selvatico, pancetta stufata con verdure secche, galletto croccante con spezie alla cantonese.

Capodanno cinese a Roma, tra cultura e portafortuna

A Roma l’associazione Viaggi Solidali organizza un Migrantour, una passeggiata interculturale in zona Esquilino in programma sabato 5 febbraio. Il percorso partirà da Piazza Vittorio, cuore multietnico della città, per poi andare alla scoperta delle erbe, dei prodotti medicinali, dell’antichissima tradizione del tè e del tempio buddhista di via Ferruccio con le statue dorate, i tamburi e gli incensi profumati. Fino ad arrivare al Nuovo Mercato Esquilino, per conoscere mille e più tesori alimentari esposti sui banchi. Il ristorante Dao, la sera del 31 gennaio, vigilia del Capodanno lunare, propone un menu con piatti portafortuna. Ideato da Jianguo Shu insieme con lo chef Zhu Guangqiang il percorso di degustazione prevede Baozi Cha Sha Bao ripieni di maiale di cinta senese; l’antipasto di Dao con quattro assaggi di branzino croccante in agrodolce, insalata di pollo all’orientale, manzo speziato con verdure cinesi e pelle di tigre con gamberi in salsa di soia. Segue poi la zuppa della fortuna con ravioli in brodo e gnocchi di riso Wen Zhou saltati con maiale e verdure croccanti (niangao). Main course saranno la pancetta di maiale ripiena di radice di taro; l’ombrina al vapore piccante. Chiudono la cena bon bon di riso al sesamo e con arachidi e radice di taro (tangyuan). A mezzanotte, per il brindisi arriverà un bicchiere di Fenjiu, distillato di riso invecchiato vent’anni. Mentre Song, ristorante dedicato alla tradizione del dim sum propone per il primo giorno del capodanno cinese, il 1° Febbraio, un menu degustazione pensato dal maestro Lin Sang Chu: ravioli creativi, come quelli con astice matcha e quelli al ragù d’anatra, noodles, zuppa di anatra, anatra alla pechinese e molti altri piatti della tradizione verranno serviti in pieno Hong Kong style durante la serata.

Festeggiare il capodanno cinese a Firenze

A Firenze chi vuole festeggiare l’anno della Tigre d’acqua in riva all’Arno può provare le specialità de Il gusto dim sum, un locale piccolo che punta molto sul take away, con una proposta raffinata e decisamente unica: in menu fa la parte del leone lo Sheng Jian Bao, piatto tradizionale popolare di Shanghai. Oltre al classico Sheng Jian di maiale e gamberi, da Il gusto dim sum amano le contaminazioni: questa sorta di dumpling vengono proposti con curry alla giapponese o con il foie gras, con perlage di aceto balsamico di Modena o con il tartufo toscano. Per il Capodanno cinese propongono una grande novità: un pollo intero proposto nella versione shibari. All’attivo il locale ha anche una collaborazione con lo chef Vito Mollica, già executive chef de Il Palagio, ristorante stellato del Four Seasons a Firenze.

Menu alla carta da Fulin, l’indirizzo giusto per chi ama le specialità cinesi e apprezza l’alta cucina: qui si può assaggiare una delle specialità più tradizionali della cucina cinese, l’anatra alla pechinese, a cui si aggiungono grandi classici come il riso alla cantonese, gli spaghetti di bosco o quelli al sugo d’Oriente, l’astice al ginseng, il filetto di maiale all’arancia e un’ampia proposta dim sum tra involtini e ravioli. Atmosfere retrò sui divanetti di velluto rosso e le grandi lampade di Pine&Apple, dove il Capodanno cinese sarà nel segno del menu alla carta e di contaminazioni tra i piatti della tradizione e proposte fusion.

Indirizzi dei ristoranti

  1. Bon Wei – Via Lodovico Castelvetro, 16 – Milano
  2. Giardino di Giada – Via Palazzo Reale, 5 – Milano
  3. Dao – Viale Jonio, 328 – Roma
  4. Song – Via Valadier, 14 – Roma
  5. Il Gusto del Dim Sum – Viale Fratelli Rosselli, 39r – Firenze
  6. Fulin – Via Giampaolo Orsini, 113r – Firenze
  7. Pine&Apple – Via de’ Vecchietti, 6 – Firenze