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Eater: 13 mete gastronomiche imperdibili nel 2022

di Irene Cortese 4 Febbraio 2022 11:00

Dopo due anni di stop ai viaggi dovuti alla pandemia, c’è una voglia incredibile di partire. Ecco 13 posti dove si mangia benissimo.

Eater propone una lista di città, isole, quartieri, regioni dove recarsi se si vuole assaggiare il miglior cibo del mondo del 2022. La scelta è tanta, le cucine, le storie e le persone che le narrano sono ancora di più. Basterà affidarsi a questi chef, cuochi casalinghi, venditori e ristoratori per farsi travolgere dall’entusiasmo di viaggiare e assaporare i più svariati cibi. E dopo due anni dallo scoppio della pandemia mondiale queste sono le storie di persone resilienti, non immuni, al virus. Andiamo, quindi, a conoscere le 13 mete gastronomiche imperdibili nel 2022 secondo  Eater.

  1. Guadalajara, Messico. La patria della tequila, dei birria tacos e dei mariachis, è rimasta per anni nell’ombra di Città del Messico, ma secondo Eater si guadagna il titolo di centro gastronomico nazionale. Si è rivelata una meta imbattibile anche per i frutti di mare, tortas ahogadas inzuppate nella piccantissima salsa di Yahualica, ma anche antojos e tacos croccanti. Per questo il fermento della città ruota attorno a taquerias, fondas e street food da scoprire mentre si passeggia per le strade affollate da ambulanti e profumi di spezie. Il periodo migliore: da gennaio a maggio o novembre e dicembre. Da provare assolutamente: Tortas ahogadas, panini di carne inzuppati in una fumante salsa di pomodoro e quintali di chile de árbol.
  2. Kuala Lumpur, Malesia. Altra città che non dorme mai dove immergersi nei rumori di una variegata scena culinaria messi a tacere solo dallo scoppio della pandemia nel 2020. Ma pian piano le strade hanno ricominciato a popolarsi di vecchi e nuovi suoni. Kuala Lumpur, le sue periferie e zone costiere si stanno accogliendo nuovamente turisti affamati e il business dei tour gastronomici è in forte crescita. Il periodo migliore: da maggio a luglio o a dicembre per capodanno. Da provare: Hokkien mee, con noodles grossi stufati in una salsa di soia scura e dolce con pezzi di strutto leggermente bruciati. 
  3. Saint-Martin, Caraibi. L’ufficio del turismo locale ha dichiarato il 2022 l’anno della gastronomia, un segnale di ottimismo e motivazione per i ristoranti dell’isola che stanno prosperando, abbinando bontà locali come frittelle di merluzzo al sale di Accra con champagne. Questi sapori rappresentano la celebrazione dei sapori creoli e francesi che dominano la scena culinaria. Eater propone un menu giornaliero tutto made in Saint-Martin: si inizia la giornata con una tisana alle erbe, una focaccia di granoturco calda, frullato di guava o pain au chocolat; per pranzo un pasto di mare con aragosta fresca e patatine fritte, o piatti più economici di gamberetti al cocco da accompagnare a samosa di manzo; per cena, curry di capra o un menu degustazione, seguito da sigari cubani e rhum invecchiato. Il periodo migliore: da maggio a giugno e da novembre a dicembre. Da provare: curry di capra, rum agrodolce alla guava.
  4. San Antonio, Texas. Una città con una forte identità culinaria che racchiude un lungo elenco di mete ineguagliabili per tacos, barbecue e altre tradizioni gastronomiche. I diners ancora si servono di materie prime locali, come Drive Inn (punto di riferimento del puffy taco), Schilo’s delicatessen (specializzato in salumi), Bill Miller Bar-B-Q e Burger Boy. Negli ultimi anni San Antonio ha messo in atto un cambiamento senza però perdere le proprie radici. In seguito all’apertura del Culinary Institute of America, il panorama culinario sta cambiando radicalmente da nord a sud. Il periodo migliore: ad aprile, quando ha luogo Fiesta, oppure ad inizio inverno. Da provare: Spiedini di pollo con jalapeño, colazione con tacos, punta di petto.
  5. Markham, Canada. Markham è un amalgama di ricchezze gastronomiche provenienti dal continente asiatico. La città si è recentemente ampliata e da ciò è conseguita una ulteriore diversificazione delle comunità locali e anche della ristorazione: si spazia dai più costosi ristoranti cinesi agli stand di Hakka noodles alle attività specializzate in kebab Afgano. Da ottobre le attività sono ripartite alla grande, per questo Eater consiglia di programmare una intera vacanza a Markham, una semplice sosta non basterebbe. Il periodo migliore: tra la fine della primavera e l’estate. Da provare: i centri commerciali asiatici come Pacific Mall, First Markham Place, Langham Square e J-Town.
  6. St. Louis, Missouri. S. Louis si è intrufolato tra le 15 migliori destinazioni di ristoranti in America e si è aggiudicata anche il titolo di capitale culinaria del Midwest e questo è stato possibile solo grazie al lavoro comune di chef e ristoratori locali. Grazie a questo clima di lealtà riescono ad emergere anche attività condotte da immigrati. Il periodo migliore: inizio autunno. Da provare: Pizza in stile St. Louis con cornicione croccante con formaggio Provel sempre tagliata in porzioni quadrate e accompagnata da un contorno di ravioli tostati.
  7. Dubai, Emirati Arabi Uniti. Uno scintillante miscuglio di grattacieli sul Golfo Persico negli Emirati Arabi Uniti, una città trasformata da deserto a una metropoli con una comunità tra le più variegate del pianeta. Sotto la guglia dell’edificio più alto del mondo, una vivace rete di caffetterie, mercati e caffè con i piedi per terra alimenta la popolazione della città con una miscela di cucine mediorientali, dell’Asia meridionale e dell’Asia orientale. La riapertura al turismo ha dato il via anche alla ripresa dell’industria della ristorazione locale, in particolare in combinazione con la food court dell’Expo traboccante di concetti di ristorazione innovativi e sostenibili. Il periodo migliore: da novembre a febbraio. Da provare: Kebab persiano con masala indiano accompagnato da un bicchiere di karak chai (thè con latte e spezie).
  8. Clarkston, Georgia. Clarkston è una comunità piccola, ma ricca e multiculturale: racchiude aziende alimentari di immigrati che rappresentano dozzine di nazioni di tutto il mondo. A partire dagli anni ’90, Clarkston è diventata un luogo sicuro per i rifugiati in fuga dai conflitti. Avendo accolto chef, cuochi e fornai da tutto il mondo, Clarkston è diventata una gemma sulla scena gastronomica di Atlanta. Organizzazioni no profit offrono formazione professionale retribuita con salari di sussistenza, opportunità di lavoro e possibilità di stabilire una sicurezza economica a lungo termine. In un solo pomeriggio, i commensali possono gustare cibo etiope, nepalese, birmano, nord indiano, eritreo e vietnamita, ammesso che abbiano uno stomaco di ferro. Il periodo migliore: qualsiasi momento dell’anno. Da provare: Mohinga, una zuppa con spaghetti di riso venduta solitamente dai venditori ambulanti in Myanmar, or bak kut teh, una zuppa di costolette di maiale che è tipica di Singapore.
  9. Maiorca, Spagna. Maiorca non è solo conosciuta per la sua sangria a prezzi stracciati: per anni, gli chef hanno perseguito approcci sostenibili al cibo e al turismo. La pandemia ha rallentato l’afflusso di visitatori e ingredienti stranieri e i residenti hanno popolato i ristoranti, sfidando gli chef a soddisfare i gusti locali con ingredienti del posto. Anche se Maiorca si rivolge un po’ verso l’interno, decenni di visitatori globali, compresi gli chef internazionali che lavorano oggi sull’isola, hanno lasciato segni indelebili nella gastronomia locale. Il periodo migliore: da maggio a giugno e da settembre ad ottobre. Da provare: Ensaïmada Marocchina, un pane dolce a forma di spirale.
  10. Orange County, California. I residenti sono un gruppo eterogeneo, culturalmente e politicamente, e insieme cucinano alcuni dei cibi più interessanti della California meridionale. La popolazione vietnamita della regione sta crescendo per includere ristoratori di seconda e terza generazione. I moderni chef messicani stanno ridefinendo le relazioni tra ingredienti e patrimonio, mentre prendono posizioni politiche per equità ed uguaglianza. Nel distretto di Little Arabia ad Anaheim, i centri commerciali sbiancati dal sole si riempiono di falafel, shawarma e altre delizie provenienti da tutto il Medio Oriente. Il periodo migliore: da luglio ad ottobre. Da provare: il menu degustazione del ristorante stellato Taco Marìa, una perfetta espressione della complessa relazione con la cucina Messicana.

  11. Nantes, Francia.
    Nantes è tra le piccole città francesi in più rapida crescita, diventando rapidamente un fiorente centro nevralgico per neo-bistrot, panetterie ed enoteche. La pandemia ha trasformato quel ruscello in un fiume, alimentando un entusiasmante boom di bistrot moderni mescolati con cucina raffinata a prezzi accessibili, ristoranti giapponesi, panetterie a lievitazione naturale, pasticcerie, torrefattori ed enoteche naturaliIl periodo migliore: tra inizio primavera e metà autunno. Da provare: Gâteau di Nantes, una torta morbida regionale fatta con farina di mandorle, burro, zucchero e rum
  12. Buenos Aires, Argentina. Dopo una situazione pandemica tra le peggiori al mondo, la rinnovata vitalità è più evidente a Chacarita, che è diventata rapidamente l’epicentro dell’arte, della musica e della ristorazione della città. Negli ultimi anni, l’ex quartiere operaio ha accolto giovani creativi (tra cui chef) e imprenditori senza perdere il senso di comunità. La carne rossa regna ancora nei tradizionali parrilla, ma nuovi ristoranti stanno sviluppando menu sempre più incentrati sulle verdure poiché i commensali stanno progressivamente abbandonando le loro famose abitudini carnivore. Inoltre, Koreatown ha iniziato ad accogliere un maggiore interesse culinario dall’esterno della comunità. Il periodo migliore: da marzo a maggio (autunno) e da ottobre a dicembre (primavera). Da provare: Vermouth, bistecca, vino, gelato.
  13. Berkshires, Massachussetts. Situata a poche ore da Boston e New York City, la contea del Berkshire nel Massachusetts vanta un’orgogliosa storia agricola, con chef che creano menu innovativi a base di materie prime locali in location centenarie. Le istituzioni e le attrazioni artistiche portano costantemente denaro, commensali e ispirazione alle aziende alimentari locali, dove gli chef, proprio come gli artisti, trovano sempre rinnovata ispirazione nella terra. Il periodo migliore: estate. Da provare: pizza all’Hilltown Hot Pies, dove è possibile conoscere la storia dei produttori locali attraverso l’assaggio dei freschissimi topping, abbinata al sidro Berkshires.