Spumanti: ecco come si fanno sull’Etna
Sull’Etna, oltre a grandi vini bianchi e rossi, vengono prodotti anche degli ottimi spumanti: ecco perché.
Se si parla di spumanti italiani, i riferimenti geografici più frequenti sono alla Franciacorta, alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e alle valli del Trentodoc. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a una crescita di interesse nei confronti delle bollicine anche molto più a Sud: una delle aree di produzione più vivaci, infatti, è senza dubbio l’Etna. Cantine Firriato è una realtà che, partendo nel 1978 dall’agro di Trapani, si è espansa in tutta la Sicilia, per valorizzare i vitigni dell’isola, attraverso una viticoltura biologica, sostenibile e a emissioni zero.
Cavanera è il nome della tenuta di 84 ettari che la famiglia Di Gaetano possiede sulle pendici del vulcano: una serie di terrazzamenti che godono di diverse esposizioni e ospitano vigneti antichi, alcuni addirittura ultracentenari. Una degustazione delle loro etichette di Gaudensius, metodo classico, in compagnia di Federico Lombardo di Monte Iato (COO dell’azienda), è stata l’occasione per approfondire i motivi per cui l’Etna è da considerarsi un territorio privilegiato per la produzione di vini spumanti.
Il vitigno
Prima ancora delle peculiarità pedoclimatiche dell’Etna, è bene concentrarsi sul vitigno più tipico della zona: il Nerello Mascalese, che per la sua straordinaria versatilità è paragonabile al Pinot Nero. Oltre che adatto a produrre rossi e rosati, possiede infatti caratteristiche ideali anche per la spumantizzazione: un ottimo corredo aromatico, alti livelli di acidità malica e un basso contenuto di antocianine che dona ai vini un colore scarico.
Le tecniche di viticoltura
Il secondo aspetto da considerare riguarda la viticoltura. Sull’Etna è possibile applicare le tecniche finalizzate alla produzione di spumanti (opposte rispetto a quelle adottate per realizzare i rossi) che portano le viti ad alti livelli di produttività e a una grande vigoria vegetativa (rapporto di metri quadri di foglie per grappolo).
I suoli vulcanici
L’Etna è l’evoluzione di diversi vulcani, ciascuno dei quali ha lasciato qualcosa in termini di ricchezza di minerali. Suoli ricchi di scheletro, che permettono alle radici delle viti di andare molto in profondità, evitando stress idrico alla pianta. La combinazione di queste caratteristiche geologiche gioca a favore sia della già citata vigoria vegetativa che del corredo aromatico che andrà a svilupparsi nei vini.
Il microclima
Gli spumanti dell’Etna sono prodotti con uve di vigneti che si trovano al di sopra di 600 metri di altitudine. Viticoltura di montagna insomma, come accade ad esempio in Trentino, ma con il mare a pochi chilometri e ad una latitudine quasi africana. Le conseguenze sono: notevoli escursioni termiche giorno-notte (che influiscono sulla maturazione dell’uva e sulla sua acidità), ma anche un irraggiamento solare di quasi cento ore in più rispetto ai vigneti del Nord Italia alla stessa altimetria, con ripercussioni significative sull’attività fotosintetica.