Ein Prosit Summer Edition 2022: l’evento enogastronomico che vorremmo in tutte le stagioni
Ein Prosit Summer Edition 2022: ci siamo stati e ora vi raccontiamo cosa ci è piaciuto dell’evento enogastronomico che vorremmo tutto l’anno.
Degustare una verticale di Malvasia Istriana del Collio sloveno di Klinec, dal 2018 al 2010, circondati dagli alberi e dalla natura, magari dopo aver aperto i sensi con una sessione di forest bathing nel primo bosco certificato per la terapia forestale in Italia, quello di Fusine che dal Lago Superiore arriva fino in cima ai monti, dove si trovano gli alpeggi e, lungo la strada, il Rifugio Zacchi (1.380 m s.l.m). Ma pure affondare nel voluttuoso frico (patate, formaggio, burro e ancora formaggio e burro, burro e formaggio) del chiosco montano de I Sette Nani o addentare il clamoroso panino (bun soffice tipo pan brioche, hamburger, formaggi friulani, cipolle caramellate e cetrioli sotto aceto) preparato da Eugenio Boer per l’occasione. E ancora, ascoltare uno dei concerti in riva al lago del cartellone del No Borders Festival: evento musicale, senza confini né di genere né di altro (d’altronde qui siamo all’incrocio di tre frontiere nazionali che sfumano tra sentieri d’alta montagna e nel dialetto locale capace di unire sloveno, austriaco e friulano), giunto quest’anno alla sua ventiduesima edizione e che ha visto il pop indie di Tommaso Paradiso (con tanto di spettatrice promessa sposa in pieno addio al nubilato chiamata sul palco a cantare con lui) accanto al raffinato jazz del quartetto Garbarek-Gurtu-Fresu-Cantini, al cantautorato folk romanesco di Mannarino e all’eclettismo internazionale di Benjamin Clementine (di scena il 6 agosto al Rifugio Gilberti di Sella Nevea) solo per citarne alcuni. Infine, approfittare di una passeggiata (e magari un tuffo, per i meno freddolosi) all’incantevole Lago Inferiore. Potrebbero essere questi gli highlight della Summer Edition di Ein Prosit, l’evento enogastronomico diretto (come pure il No Borders, cui si è sovrapposto per gli ultimi due week end di luglio) da Claudio Tognoni, direttore del Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, Sella Nevea e Passo Pramollo per promuovere il bellissimo e poco noto territorio all’estremo nord del Friuli Venezia Giulia.
Ma sarebbero in lizza anche il fare colazione con lo strepitoso buchteln (ribattezzato dolce nuvola, fatto di soffici palline di impasto lievitato farcite con confettura all’albicocca) del Valbruna Inn o con le torte di Casa Oberrichter a Malborghetto. E perché non sperimentare anche gli abbinamenti tra ottime Rauchbeer (stile di birre a bassa fermentazione dalle note affumicate, tipiche di Bamberga) artigianali italiane e i goduriosi salumi dall’affumicatura gentile del salumificio Wolf di Sauris, nella vicina Carnia? Senza contare, naturalmente, le cene stellate – spesso a quattro mani, diventando così degli unicum dove il talento degli chef e la bontà dei piatti si uniscono al fermento creativo dato dalla collaborazione – che rappresentano il clou della manifestazione. Quest’anno, per esempio, c’è stata l’occasione di assaggiare in anteprima i piatti del bravissimo Michelangelo Mammoliti, in attesa di prendere ufficialmente possesso delle rinnovate cucine del lussuoso resort piemontese Il Boscareto, per poi vederlo il giorno dopo camminare scalzo sui prati e accarezzare mucche con savoir-faire francescano e quelli dei fratelli Salvatore e Francesco Sodano, da poco arrivati al Local di Venezia. Oppure i menu scaturiti da accoppiate eccellenti e azzeccate come tra Eugenio Boer (Bu:r, Milano) e Luigi Taglienti (Io Luigi Taglienti, Piacenza), Ariel Hagen (Borgo Santo Pietro, Chiusdino) e Fabio Curreli (AlpiNN, Brunico), Giancarlo Morelli (Pomiroeu, Seregno) e Giuseppe Rambaldi (Cucina Rambaldi, Val di Susa), il cui incasso in quest’ultimo caso è stato devoluto a titolo di beneficienza all’Associazione J per la piccola Gaja, la figlia di Ilija, chef e proprietario del Ristorante Golf Club di Tarvisio – che ha ospitato questa e altre cene – venuto a mancare nel 2021. E ancora, la jam session alla cieca tra Ana Roš (Hiša Franko, Kobarid) e Alessandro Dal Degan (Ristorante La Tana Gourmet, Asiago) e l’incontro calabrese tra Nino Rossi (Qafiz, Santa Cristina d’Aspromonte) e Antonio Biafora (Hyle, San Giovanni in Fiore). Mentre erano decisamente rodate le sei mani del trio dietro al successo del ristorante lucchese Il Giglio, quelle di Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi.
Alla resa dei conti, però, il vero motivo per cui Ein Prosit potrebbe facilmente essere il nostro evento gastronomico preferito sta nell’atmosfera: rilassata, divertente, piena di curiosità e di voglia sincera di stare insieme e riconnettersi in maniera sana, tra gli abbracci tra colleghi che non si rivedevano da troppo tempo e quelli dati agli alberi nelle uscite di forest bathing. Come se la natura (e ok, magari anche un po’ l’alcol) rendesse tutto più fluido, più autentico. Insomma, la stessa atmosfera che ci rimanda alle prime e più belle edizioni di LSDM – non a caso, altro evento fuori dai confini urbani, a ridosso della costa di Paestum – e che oggi è difficile ritrovare altrove. E forse anche con qualcosa in più. Perché qui il bonus, spesso e volentieri, è dato dal sedere al tavolo accanto al proprio musicista preferito o di potersi unire (a proprio rischio e pericolo) all’afterhour con cuochi e bartender – quest’anno c’era Dom Carella del locale milanese Carico, affiancato dal giovane barman locale a pensare ai drink pre e post cena ma ci si è messo anche lo chef Giancarlo Morelli con il suo Gin Tonic arricchito da una spruzzata di Bergam8, essenza agrumata che collega la sua Bergamo alla Calabria. Per poi magari concludersi con una spaghettata d’autore per le brigate affamate e gli ospiti più irriducibili e nottambuli.