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Raccolta dei funghi 2022: tutte le regole

di Marta Manzo • Pubblicato 30 Settembre 2022 Aggiornato 14 Dicembre 2022 15:43

La raccolta dei funghi può essere un’attività divertente e gratificante, ma è importante farlo nel modo giusto per evitare multe e intossicazioni. In questo articolo ti forniremo tutte le informazioni di cui hai bisogno per fare raccolta dei funghi in modo sicuro e responsabile.

In quanto alla raccolta dei funghi, il vero consiglio utile è quello di consultare il portale dedicato della propria Regione di appartenenza. Infatti, ciascuna di esse ha messo nero su bianco le regole di base per anche solo pensare a come approcciarsi ai prodotti epigei, cioè quelli che crescono liberamente nei boschi e nei prati. Questo, in risposta a una legge quadro nazionale, la n.352 del 1993, volta alla tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo.

Pur variando per dinamiche – tesserino sì, tesserino no, contributo economico, gratuità della raccolta, eccetera – le varie norme, importantissime, stabiliscono come, quando e dove è possibile darsi all’hobby micologico. Vediamo di chiarire insieme alcune regole generali.

I princìpi fondamentali

Quando si parla di raccolta dei funghi, bisogna ragionare su alcuni elementi di base. Prima di tutto, serve un’autorizzazione che si tratti di una raccolta meramente ludica o di un’ attività remunerativa.

Seconda cosa, c’è un limite massimo consentito in termini di peso che varia a seconda della singola specie.

Terzo elemento da non dimenticare è quello per cui bisogna saper fare la raccolta e saperla farla bene: per evitare di danneggiare lo strato umifero del terreno (ricco di humus) e di rovinare il micelio (l’intreccio di filamenti che è poi l’apparato vegetativo dei funghi). 

Autorizzazione o attestato di corso di formazione micologica

Su questo punto ogni Regione ha un regolamento a sé. Se la Toscana, per esempio, prevede la raccolta tramite un’ autorizzazione rilasciata dalla regione previo pagamento di importi differenti, a seconda del periodo dell’anno, se si è residenti, non residenti, minori e con sconti in caso di raccolta in comunità montane, nel Lazio, invece, la raccolta dei funghi epigei è subordinata al possesso dell’attestato di partecipazione a un corso di formazione micologica di almeno 14 ore, insieme al versamento del contributo annuale (differente per residenti o non residenti) che va affiancato a un documento di riconoscimento in corso di validità. Autorizzazioni speciali e deroghe sono previste in caso di studio e interesse scientifico. 

I chili di raccolta

Altro elemento da non sottovalutare è il limite giornaliero di raccolta dei funghi che, in linea di massima, per tutte le regioni si attesta sui 3 chili a persona. Poi, a discrezione di ciascuna e del territorio su cui vengono raccolti i funghi, cominciano le varianti.

Sempre in Toscana, per esempio, c’è deroga fino a 10 chili per i residenti nei territori classificati montani, come se la raccolta consistesse in un unico grande esemplare o un solo cespo di funghi concresciuti che superano quel peso.

Prendendo nuovamente il Lazio a confronto, si aggiungono anche le dimensioni minime che per tutte le specie devono essere di almeno 3cm mentre per l’ovulo buono, i porcini, l’ agarico geotropo, il prataiolo e il verdone devono essere 4cm e per la mazza di tamburo di 5cm. 

Come raccogliere i funghi

Sulle regole dell’Emilia Romagna, si legge benissimo come si deve fare la raccolta dei funghi: deve avvenire cogliendo esemplari interi e completi di tutte le parti necessarie alla determinazione della specie, procedendo “in luogo a una sommaria pulizia degli stessi”.

I funghi, inoltre, devono essere raccolti in modo da non rovinare il terreno, come si diceva già prima. Perciò, sono vietati rastrelli, uncini o qualsiasi altri utensili che possano danneggiare il micelio. 

Quando si possono raccogliere i funghi

C’è poi ovviamente un momento preciso per la raccolta. E qui ogni Regione si sbizzarrisce. Nel Lazio, la raccolta dei funghi epigei spontanei e degli altri prodotti del sottobosco è vietata durante le ore notturne, da un’ora dopo il tramonto a un’ora prima del sorgere del sole: in sostanza si può raccogliere durante il giorno. Però, la Giunta Regionale può anche disporre limitazioni temporali, a seconda dei periodi, in caso di possibili modificazioni dell’ecosistema oppure di pericolo di estinzione di qualche specie.

La Toscana, invece, stabilisce proprio quando i funghi spontanei non possono essere raccolti e cioè dal 1 aprile al 31 agosto ma solo su segnalazione dei soggetti gestori delle zone e dal 1 settembre al 31 ottobre nei castagneti da frutto. Poi, per gli stessi motivi di tutela dell’ecosistema – base d’ogni regola – si può inibire la raccolta a propria discrezione e con disposizione della Giunta Regionale. 

Dove non si possono raccogliere i funghi

Sul dove non è possibile raccogliere funghi vi rimandiamo alle varie normative specifiche perché il sistema che regola le zone vietate è veramente molto articolato. Nel Lazio, per esempio, sicuramente ci sono in mezzo le riserve naturali integrali regionali così come le aree di parchi e riserve naturali o, ancora, come le aree eventualmente interdette dalla Giunta Regionale per il loro valore naturalistico o scientifico.

Non si possono raccogliere funghi nelle aree dei parchi nazionali e nelle riserve naturali statali (salvo altre disposizioni), nei giardini, nei parchi privati e nei terreni di pertinenza degli immobili a uso abitativo per un raggio di almeno 100 metri, fatta eccezione per i proprietari.

Infine, è vietato raccoglierli nelle aree urbane a verde pubblico e per una fascia di 10 metri dal margine delle strade, nonché nelle aree recuperate da ex discariche e nelle zone industriali. 

Il tipo di cestino

Dopo aver seguito le indicazioni che, più o meno, tutte le Regioni hanno stabilito, una volta raccolti i funghi – se ci siete riusciti senza rischiare multe – questi vanno riposti in contenitori idonei. Rigidi o a rete ma comunque areati e utili a garantire la diffusione delle spore. Scordatevi, quindi, di avviarvi nel bosco con sacchetti o buste di plastica.