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Bari Vecchia: il nostro tour gastronomico nelle strade della città

di Salvatore Cosenza 10 Gennaio 2020 15:00

Abbiamo scandagliato i vicoli di Bari Vecchia per un tour gastronomico a base di orecchiette, pesce fresco e fritti da sogno: ecco le nostre tappe.

Ora che sono finite addirittura sul New York Times, la fama delle donne che vendono orecchiette fatte in casa, tra i vicoli di Bari Vecchia, ha assunto dimensioni intercontinentali. Non che fossero a corto di celebrità: spesso intervistate dai TG locali, i cui servizi sono diventati virali in rete, le operose massaie rappresentano ormai una sorta di attrazione turistica. Ma allora a cosa è dovuta questa recente attenzione da parte della stampa?

Orecchiette gate

Che le loro orecchiette fossero vendute, a baresi e turisti, in deroga a norme fiscali e sanitarie è cosa nota. Tuttavia nelle scorse settimane, pasta fresca completamente priva di tracciabilità, è stata beccata dalla Guardia di Finanza addirittura in un ristorante e sono scoppiate le polemiche. Da un lato i difensori della tradizione, dall’altro chi fa appello al rispetto delle regole vigenti. La soluzione sta probabilmente in un compromesso che le autorità stanno già cercando.

Non solo orecchiette

Per fortuna sono lontani i tempi in cui il Borgo Antico era quasi off limits per i visitatori e i commerci illegali erano ben altri. Tuttavia, oltre che con le signore delle orecchiette, gli esercizi regolari continuano a convivere con diverse attività tollerate. Adottando un approccio fenomenologico, ecco il racconto di una giornata passata a mangiare cibo di strada a Bari Vecchia.

  1. ‘N derr’ a la lanz’. La prima tappa è al molo San Nicola (‘N derr’ a la lanz’ per chi è del luogo). Qui alcuni pescatori espongono il pesce fresco, mentre altri sono impegnati nelle diverse fasi di arricciatura dei polpi appena catturati. Uno sguardo timido ai banchetti improvvisati e subito sono invitato a provare del pescato, rigorosamente crudo, da accompagnare con una birra ghiacciata del marchio industriale più caro ai baresi. Allievi di seppie, polpo, ostriche locali, ricci di mare e cozze: la voglia di provare queste prelibatezze è più forte delle remore di carattere salutistico. Due minuti dopo, io e i miei compagni di merenda, appoggiamo su una barca i piattini contenenti l’insolita colazione. Gli allievi sono squisiti, il polpo pure, con il pane facciamo scarpetta nei gusci dei ricci.
  2. La focaccia. Amici baresi mi avevano consigliato due forni storici. A giudicare dalla fila, il panificio Santa Rita (strada dei Dottula, 8) è una sorta di istituzione. Qui la focaccia è bassa, croccante e soprattutto unta, com’è giusto che sia. Se la si addenta appena sfornata occorre fare molta attenzione ai pomodori ustionanti. Diversa e cioè più alta e soffice, è quella del Panificio Fiore (strada Palazzo di Città, 38). Non vi svelo quale delle due ho preferito, d’altronde si tratta di gusto personale, il consiglio è di fare come me: provatele entrambe!
  3. Pranzo a Largo Albicocca. Riqualificato di recente, Largo Albicocca è uno dei luoghi più suggestivi di Bari Vecchia. È definita la piazza degli innamorati ma a quanto pare è anche un luogo vocato allo street food più autentico. Qui, a pochi metri di distanza, ci sono la pizzeria Di Cosimo e donna Carmela. Quest’ultima davanti alla sua abitazione ha montato una cucina dove prepara, oltre alle sgagliozze (polenta fritta) reclamizzate nell’insegna, orecchiette alle cime di rapa, polpette, parmigiana di melanzane e popizze (frittelle di pasta lievitata). Sapori autentici per un pranzo sostanzioso consumato sulle panchine.
  4. Panzerotti. Di sera la piazza è molto affollata e ancor più affascinante grazie ad un’illuminazione azzeccata. I tavoli (solo esterni) della pizzeria Di Cosimo (via Modugno, 1) accolgono gli avventori che dopo aver fatto la fila, gustano pizze basse e croccanti (che mi ricordano quella romana) o i celebri panzerotti fritti. Come suggerito dal messaggio in dialetto presente sulla porta del locale: in caso di mancanza di posti a sedere, il panzerotto va mangiato in piedi. E così faccio.
  5. Cartellate. Tra il pranzo e la cena non possono mancare ulteriori ed estemporanei assaggi di specialità baresi: bisogna pur riempire le caselle relative a merenda e aperitivo! Passeggiando nei pressi dell’Arco Basso, le famose venditrici di orecchiette espongono la loro mercanzia che in alcuni casi comprende anche altre preparazioni casalinghe, come biscotti e cartellate al Vincotto, tipiche del periodo natalizio. Prima di tornare a Largo Albicocca per cena, risale la voglia irresistibile di crudo di mare, soddisfatta da tagliatelle di seppia acquistate in una sorta di pescheria.
  6. Spuntino in seconda serata: carne arrostita. Non l’ho fatto (e meno male direte voi) ma avrei voluto! Appena fuori il Borgo Antico, in un parcheggio di fronte al porto c’è il chiosco de U Russ, il rosso (corso Antonio de Tullio, 1): una vera tentazione, specie in seconda serata. Protagonista assoluta qui è la carne arrostita, la prossima volta non mancherò di provare una delle sue braciole.
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