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Pesce sintetico: arriva la cernia stampata 3D

di Gaia Sicolo 11 Maggio 2023 11:00

Dopo la carne sintentica, il foodtech si dà al settore ittico. Arriva il filetto di cernia ricreato con la stampante 3D, un progetto di Steakholder Foods e Umami Meats. Costi ancora troppo alti e tante incognite, ma le aziende produttrici si dicono ottimiste. Sperano la commercializzazione per il 2024.

La frontiera del cibo sintetico sembra espandersi ogni giorno tra innovazione e controversie. L’ultimo arrivato sulla piazza è il pesce, con un filetto di cernia sperimentale stampato in 3D. Alle redini del progetto c’è l’azienda israeliana Steakholder Foods, che per questo progetto ha collaborato strettamente con Umami Meats di Singapore.

Pesce sintetico: come viene creato

La produzione parte da Umami Meats. L’azienda singaporiana si occupa di estrarre cellule dalla cernia, sviluppandole in muscoli e grasso. Steakholder Foods poi aggiunge questo preparato a uno speciale bio-inchiostro adatto alle stampanti 3D.

Il filetto, lungo circa un dito, viene stampato livello dopo livello finché non arriva a uno spessore soddisfacente. Secondo l’agenzia di news Reuters, il prodotto finale avrebbe la consistenza tipica del pesce e un sapore che, una volta fritto e condito, non avrebbe niente da invidiare all’originale.

Umami Meats spera di poter iniziare a commercializzare il prodotto a Singapore già dal 2024. Una volta ottenute le regolamentazioni necessarie per export, i primi Paesi che potrebbero vedere la cernia sintetica sulle loro tavole sono Stati Uniti e Giappone.

Incognite e complicazioni

Il campo delle cellule staminali può vantare svariati studi e ricerche per quel che riguarda i tessuti umani e bovini, ma il settore ittico è al momento inesplorato. L’amministratore delegato di Umami Meats Mihir Pershad spiega che, mentre le cellule staminali di mucca sono state studiate a fondo, non è così per quelle del pesce. “Dobbiamo capire cosa piace mangiare alle cellule, come amano crescere, e non c’è molta letteratura da cui partire.”

Un altro problema a cui il progetto è andato incontro è di tipo finanziario. Coltivare le cellule di cernia infatti costa troppo rispetto al prezzo base del pesce. Per questo motivo il bio-inchiostro viene diluito con componenti di origine vegetale. L’amministratore delegato di Steakholder Foods Arik Kaufman è però ottimista. Il suo pronostico è che, con il passare del tempo, “la complessità e il livello di questi prodotti aumenteranno e i prezzi legati alla loro produzione diminuiranno.”

Kaufman poi si appella ai futuri consumatori. “Il processo è trasparente” dice. “Il prodotto finale è privo di antibiotici e presumo che in futuro ne capiremo i benefici per la salute.”