Home Guide di cucina Miti da sfatare: il sale fa male?

Miti da sfatare: il sale fa male?

di Silvia Cutolo • Pubblicato 6 Marzo 2020 Aggiornato 5 Maggio 2020 11:37

Il sale è un elemento essenziale della nostra alimentazione, a patto di non eccedere con il consumo: ecco i motivi per cui assumerlo con criterio.

Il sale è un elemento naturale prezioso, oltre che un minerale essenziale per il nostro organismo e riveste un’importanza cruciale per la salute dell’essere umano. È fondamentale per numerosi meccanismi fisiologici vitali, come la trasmissione degli impulsi nervosi e la regolazione della pressione. Il problema è che spesso, senza neanche rendercene conto, ne abusiamo.

Proprietà del sale

Il sale stimola processi fisiologici importanti per l’organismo. In particolare interviene nella trasmissione degli impulsi nervosi, ma regola anche la pressione e lo scambio di liquidi nel corpo. Aiuta a mantenere i fisiologici meccanismi osmotici cellulari e tissutali. Previene la stitichezza. Il sale marino, in particolare, ha un effetto lassativo. Aiuta a liberare le vie respiratorie: chi ha problemi del genere può avere dei benefici sia dai suffumigi fatti con il sale, sia recandosi in una zona di mare e semplicemente respirando l’aria ricca di iodio.

Come consumarlo in maniera corretta

Il sale non deve essere demonizzato in assoluto, ma il suo utilizzo deve essere contenuto in modo da non eccedere. Le linee guida dell’OMS raccomandano un consumo massimo di 5 grammi al giorno di sale, in italia il consumo giornaliero di sale eccede la dose consigliata dall'oms corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio. In realtà il consumo medio giornaliero di sale in Italia è risultato superiore a 10 g negli uomini e 8 g nelle donne nei campioni di popolazione relativi agli adulti e agli ipertesi, quest’ultimi con valori lievemente inferiori rispetto ai primi. Anche nel campione di soggetti di età compresa tra 6 e 18 anni vengono superati i livelli massimi raccomandati dall’OMS (7,4 g di sale al giorno tra i ragazzi e 6,7 g tra le ragazze). In generale tra gli adulti il 95% degli uomini e l’85% delle donne consumano più di 5 grammi di sale al giorno. Inoltre l’OMS raccomanda una riduzione del consumo di sale del 30% entro il 2025, poiché è stato dimostrato che il sale può essere considerato un importante fattore di rischio per alcune patologie per il suo contenuto in sodio, minerale responsabile di alcuni effetti negativi sulla salute quando assunto in eccessiva quantità.

Perché non bisogna eccedere

Un consumo di sale superiore ai valori sopra consigliati può portare all’insorgenza di diverse patologie ma è anche vero che, eliminarlo completamente dalla dieta quotidiana, comporta altrettante carenze. In ogni caso, un elevato consumo può portare a sviluppare: l’ipertensione arteriosa, diversi disturbi cardiovascolari, come malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, sia per il legame con l’aumento della pressione arteriosa che indipendentemente da questa; la ritenzione idrica, aumentando così i problemi di cellulite; una maggiore incidenza di tumori dello stomaco, a maggiori perdite urinarie di calcio e, quindi, a un maggiore rischio di osteoporosi.

Come ridurre il consumo di sale

Cosa possiamo fare allora per ridurre il consumo di sale? Ecco alcune buone norme da seguire.

  1. Leggere attentamente l’etichetta nutrizionale per scegliere, in ciascuna categoria, i prodotti a minore contenuto di sale e cercare i prodotti a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g (corrispondenti a 0.12 g di sodio)
  2. Ridurre l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo comunque, ove necessario, minime quantità di sale iodato.
  3. Limitare l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese, salse, ecc.) e utilizzare in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire ed esaltare il sapore dei cibi.
  4. Non portare in tavola sale o salse salate, in modo che non si acquisisca l’abitudine di aggiungere sale sui cibi, soprattutto tra i più giovani della famiglia.
  5. Ridurre il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola).
  6. Evitare l’aggiunta di sale nelle pappe dei bambini durante lo svezzamento, almeno per il primo anno di vita.
  7. Scolare e risciacquare le verdure e i legumi in scatola, prima di consumarli.