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Spumante Millesimato: Champagne o Franciacorta?

di Alessandra Iannello 11 Dicembre 2019 14:01

Abbiamo chiesto a un’esperta sommelier di indicarci la differenza tra spumante millesimato – Franciacorta o Champagne – e quale scegliere per le feste.

Ancora pochi giorni e i tappi salteranno per salutare il nuovo anno. Intanto il dilemma è su cosa comprare, Franciacorta Docg o Champagne Aoc (Appellation d’origine contrôlée)? Per risolvere il dilemma ci siamo rivolti alla sommelier Giovanna Pascoli.

Metodo di produzione

Come ci spiega la Pascoli, il confronto tra gli spumanti di Franciacorta e lo Champagne non sussiste. Sono spumanti con lo stesso metodo di produzione: un vino base fermo o da un assemblaggio di più vini è messo in bottiglia (molto più spessa delle altre e con il fondo concavo per sopportare la pressione), sono aggiunti zuccheri e lieviti, la bottiglia è chiusa e avviene una seconda rifermentazione che produce anidride carbonica, le famose bollicine.

Zone geografiche e terroir

Per Franciacorta e Champagne ci troviamo in due zone geografiche totalmente differenti e non paragonabili né per il clima, né per i terreni. Entrambe le zone sono effettivamente collinari ed entrambe vocate per la produzione di vino di ottima qualità. La zona della Champagne si trova si trova a 150 chilometri a Nord-Est di Parigi, alla latitudine più alta dove si può ancora coltivare la vite, e comprende i quattro dipartimenti di Marne, Aube, Aisne e Seine et Marne. Il terroir della Champagne è formato da uno strato di terra coltivabile che non supera il metro di profondità e che ricopre un sedimento gessoso chiamato craie. Oltre alle proprietà tipiche del gesso, drenaggio dell’acqua, capacità di trattenere il calore e condensare l’umidità per restituirla lentamente, questo terreno è ricco di sostanze minerali.

La Franciacorta invece si trova molto più a sud, nella zona collinare della Lombardia tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo. I terreni della Franciacorta sono ricchi di sabbia e limo, e poveri di argilla, hanno elevata permeabilità e notevole spessore. La zona è nata dal movimento di un antico ghiacciaio, cosa che dona al terroir un’enorme ricchezza di minerali aggiunti, base fondamentale per una viticoltura di qualità. Anche la storia dei due vini è molto differente. La tradizione vuole che lo Champagne nasca nel 1670 nell’abbazia d’Hautvillers, vicino a Épernay a opera dell’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, mentre il Franciacorta si inizia a produrre solo negli anni ’60 del secolo scorso.

La produzione

In Franciacorta troviamo spumanti di qualità eccellente, premiati sulle più famose guide, anche internazionali. Qui ci sono piccoli produttori che usano metodi naturali in vigna e in cantina, ma anche ottime aziende che utilizzano metodi convenzionali. “Un suggerimento nell’epoca del digitale e di Internet che ci segue dovunque – dice Pascoli – se non conoscete il produttore e non sapete nulla dell’annata riportata in etichetta, cercate informazioni su siti specializzati dove vi raccontano l’andamento di quella specifica annata di vendemmia, vi presentano il produttore e vi danno le recensioni“. Una regola generale è che sia in Franciacorta come nella Champagne le etichette più blasonate sono sinonimo di qualità costante ad alti livelli.

Scelta delle bollicine: meglio millesimato?

Se per un vino fermo il concetto di millesimo è abbastanza scontato – prosegue la sommelier – per uno spumante non sempre lo è. Se su un’etichetta di spumante troviamo in bella evidenza l’indicazione di un anno, vuol dire che quello spumante è stato creato con vini base che provengono dalla stessa annata di vendemmia. Questo è il significato del termine millesimato abbinato a un qualsiasi vino”. Quindi di per sé non è indice di qualità, dipende dalle annate: alcune vendemmie sono state più produttive e di qualità di altre. Nelle annate dove la qualità è meno performante si tende – in Franciacorta ma soprattutto in Champagne – a non produrre lo spumante con i vini base solo di quella annata ma assemblando altri di annate differenti così da mantenere uno standard qualitativo alto. E tenete d’occhio l’annata 2002 per gli Champagne: “Se vi capita di trovare degli Champagne che riportano in etichetta 2002 siatene felici – sottolinea Pascoli – è stata giudicata una delle migliori vendemmie al pari del 1996, anche se bottiglie di quell’annata non è facile trovarne“.

Abbinamenti a tavola

Per quanto riguarda poi gli abbinamenti a tavola, sfatiamo un mito: per il dessert Champagne e Franciacorta non sono particolarmente indicati. Al momento del dolce è meglio affidarsi a uno spumante dolce. Anche per il panettone, il pandoro e gli altri dolci c’è un’eccellenza italiana: il Moscato d’Asti Docg. “Se ci capita tra le mani una bottiglia di spumante demi sec – suggerisce la sommelier – possiamo abbinarla a un dolce che non contenga però troppi zuccheri o creme, uno spumante rosé si sposa facilmente con un dolce con i frutti di bosco freschi, non con le marmellate“.

E allora il Franciacorta e lo Champagne con cosa lo abbiniamo? Il Franciacorta Saten va benissimo con i primi delicati e non troppo grassi, un risotto con i gamberi per esempio, mentre un millesimato che ha un po’ di anni sulle spalle può essere abbinato a dei piatti più corposi e saporiti. La sommelier inoltre sconsiglia di abbinare Franciacorta o Champagne agli affettati, soprattutto al prosciutto crudo: il rischio è di percepire una spiacevole nota metallica in bocca. “In conclusione, comunque li abbiniate l’importante è bere di qualità perché, come diceva Wolfgang Goethe la vita è troppo breve per bere vini mediocri”, conclude Pascoli.