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18 digestivi dal mondo per sopravvivere alle feste

di Walter Farnetti 26 Dicembre 2015 11:00

Se durante le cene delle feste avete decisamente esagerato, vi suggeriamo 18 digestivi dal mondo con cui rimettervi in sesto: fatene buon uso.

Vi eravate promessi di mangiare con moderazione, di assaggiare tutto ma in piccole quantità; avevate assicurato a voi stessi, alla vostra coscienza, di essere parchi, frugali, di passare un Natale meditativo e salutare; allegro, ma salutare. un aiuto valido per rimettersi in sesto dopo i pasti abbondanti, è il digestivo Al terzo piatto di lasagne, sapevate già che la vostra coscienza era andata a farsi friggere e che frugale era solo un concetto astratto, perduto nel tempo. Adesso, è inutile colpevolizzarsi: bisogna digerire. Un aiuto valido, tra l’altro un aiuto voluttuoso, nient’affatto dietetico o sobrio, può essere rintracciato nei tanti digestivi in commercio. Da definizione, il digestivo è una bevanda alcolica, a base di frutta, erbe o spezie, che riesce a facilitare il processo di assimilazione degli alimenti. In Italia quasi ogni regione mette a punto un digestivo saporito e rinfrescante, ma se vogliamo fare gli internazionali, ecco 18 idee dal mondo con cui tentare di finire il pasto.

  1. arakArak. Bevanda tipica di Siria, Giordania, Israele, molto diffusa in Iraq, non va confuso con l’arrak (che è invece un succo fermentato con cereali e melassa); in Libano potrete gustarne la versione di ben 25 diversi produttori. Si tratta di un succo d’uva distillato, lasciato a fermentare in contenitori di rame per 3 settimane; l’aggiunta caratteristica è quella dei grani d’anice.
  2. awamoriAwamori. Se avete esagerato col sushi, a Okinawa dovrete ricorrere all’awamori: si tratta di un sakè ricavato dalla distillazione di riso, acqua e lievito, secondo una tecnica importata dalla Thailandia già nel XV secolo. Normalmente è allungato con l’acqua e servito con il ghiaccio; la gradazione alcolica varia, anche sensibilmente, a seconda degli anni d’invecchiamento.
  3. Brombeergergeist. Delizia della Foresta Nera, è un liquore tedesco ottenuto dal succo di mora selvatica, per una gradazione alcolica del 40 %. Se sarete in grado di reperirlo, si assicura un effetto positivo sulla digestione, in virtù delle spezie aggiunte durante la distillazione.
  4. Cachaça. In Brasile, dove se ne contano più di 5000 marche, per finire il pasto potrete sfruttare questa acquavite dolce, ricavata dalla canna da zucchero; il succo è fatto fermentare con lieviti appositi, distillata, lasciata a riposo in botte, per poi subire un invecchiamento breve (di 2 anni) o lungo (anche 12).
  5. sidro calvados e pommeauCalvados. Durante le sue inchieste, il Commisario Maigret ne ordina a litrate; si tratta di un sidro di mela, prodotto nella Bassa Normandia (dove gode della Denominazione d’Origine Controllata). Se i distillatori di mele sono noti in Francia fin dall’epoca di Carlo Magno, è nel XIX secolo che, con la produzione industriale, il Calvados raggiunge la massima diffusione, fino diventare un simbolo del pasto francese; non è raro servirlo tra le varie portate di pranzi e cene, per agevolare la digestione e gustare meglio i piatti.
  6. Elisir Vegetale della Grande Chartreuse. Digestivo francese distillato dai monaci certosini nell’antichissima certosa di Voiron; la complessa ricetta (ovviamente segreta) arriva direttamente dal Seicento e prevede l’utilizzo di 130 erbe. L’effetto è miracoloso.
  7. Curaçao. Per questo amaro noto fin dall’Ottocento, i Paesi Bassi utilizzano una specifica varietà di arancia amara, rinvenuta nell’isola di Curaçao, appunto. Le scorze sono essiccate e poi lasciate a macerare in una saporita miscela, a base di acqua, alcool, zucchero, spezie. Di base, sarebbe trasparente, ma spesso è colorato, anche in maniera molto suggestiva, fino al rosso acceso o al blu elettrico.
  8. maitrankMaitrank. La cosiddetta bevanda di maggio, orgoglio della distilleria belga, vanta una citazione antichissima, addirittura dell’854, da parte di un monaco benedettino tedesco; diffuso anche in Francia, Germania e Lussemburgo, si ottiene macerando in acqua, zucchero e vino bianco il fiore di asperula (il Galium Odoratum). A fermentazione avvenuta sono aggiunti spicchi d’arancia e cognac.
  9. Drambuie. Da gustare puro o con ghiaccio, il Drambuie è un liquore scozzese profondamente aromatico; diffuso fin dall’Ottocento (alcune leggende cercano di retrodatarlo anche fino al ‘600), la distribuzione commerciale risale al 1910. Si ottiene mescolando whisky e miele, a cui si aggiungono zafferano, anice e molte altre spezie che forse non scopriremo mai.
  10. Kummel. A rigore, questo distillato olandese dovrebbe aiutare le più complicate delle digestioni: gli ingredienti sono infatti finocchio, semi di cumino e carvi; il carvi, detto anche cumino dei prati, è una pianta medicamentosa utilizzatissima in erboristeria, proprio in virtù delle capacità digestive e antisettiche. In Russia ha avuto larghissima diffusione, con una serie di modifiche sulla ricetta che riguardano soprattutto il tempo d’invecchiamento.
  11. OuzoOuzo. La storia appare molto intricata: pare che risalga addirittura ai tempi dell’Impero ottomano, con le modifiche apportate al più antico raki. In ogni caso, dall’Ottocento è difusissimo in Grecia, dove si produce con mosto d’uva e semi di anice. A Plomari, presso gli stabilimenti Varvagiannis, troverete addirittura un suggestivo museo dell’Ouzo.
  12. Qneu. La ciliegia mahaleb, detta anche di Santa Lucia, dal gusto amarognolo, è l’ingrediente principale di questo liquore libanese; i frutti si fanno macerare nel vino rosso per mesi, per poi gustare il succo estratto e zuccherato in purezza.
  13. Southern ComfortSouthern Comfort. Questo liquore statunitense potrebbe trovare un inventore ufficiale in Martin Wilkes Heron, un barman irlandese che mise a punto la ricetta nel 1874 e cominciò a venderla autonomamente nel Tennessee pochi anni dopo. Se in un primo momento era composta da whisky, cannella e arancia, attualmente il contenuto di whisky è diminuito a vantaggio di erbe e spezie, che ne accentuano la funzione digestiva.
  14. Thibarine. Si tratta di un distillato messo a punto in svizzera, da ardimentosi monaci domenicani, che poi lo esportarono, assieme al loro monastero, fino in Tunisia. Ancora oggi, questo amaro che per gradazione alcolica supera il 40%, costituisce un vanto della regione di Thibar; per produrlo si fanno macerare i datteri con molte erbe.
  15. Tilus. La Repubblica di San Marino può permettersi di fare distillati addirittura col tartufo; per questa ricetta il tartufo è lasciato a macerare in una miscela di acqua e spezie (anche in questo caso, segretissime, ma si assicura, tutte raccolte nel territorio di San Marino); si può allungare con l’acqua, ma l’efficacia come digestivo è massima se servito puro.
  16. tuicaTuica. In Romania si usa soprattutto per cominciare il pasto, ma non è raro recuperarlo dopo cena, per aiutare la digestione e placare la voglia di dolce. La Tuica deve essere imbottigliata prima di Natale ed è costituita da frutta macerata per circa 8 settimane (prugne, ciliegie, pere), da far stagionare esclusivamente in botti di legno di gelso.
  17. Vana Tallinn. In Estonia, vi potrebbe capitare di correggerci il caffè; si tratta di uno dei più noti prodotti di Tallinn, ottenuto mescolando rum, cannella, vaniglia, ma soprattutto oli essenziali di agrumi (soprattutto limone); servito quasi sempre con ghiaccio, non è raro vederlo unito alla soda.
  18. baijuBaijiu. Digestivo cinese a base di cereali, ha una gradazione alcolica alta (può arrivare al 60%); si ottiene stimolando la fermentazione del sorgo con un apposito fungo filamentoso; al posto del sorgo, a seconda della regione, si possono usare orzo, miglio, grano; raramente, è aggiunta della frutta. Normalmente si beve caldo e si trovano in vendita gli appositi fornelli per servirlo.
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