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Le 13 donne del Trentodoc, il lato rosa del vino

di Stefania Leo 5 Marzo 2021 09:30

Trentodoc celebra le donne che rendono possibile ogni giorno il successo dello spumante più amato del Trentino.

È biondo come la mimosa, ma questo mondo che stiamo per raccontarvi è anche rosa grazie a 13 imprenditrici, agronome, enologhe, professioniste del marketing e della comunicazione che compongono l’universo Trentodoc. Da Camilla Lunelli di Cantine Ferrari a Roberta Lunelli di Abate Nero, da Elena Dell’Adami di De Tarczal a Lisa Maria Endrici di Endrizzi, da Lucia Letrari di Letrari a Maddalena Nardin di Villa Corniole: l’amore per la famiglia, il territorio trentino e il marchio Trentodoc sono gli ingredienti principali di una ricetta di successo per tutte queste cantine.

I loro percorsi sono tutti diversi. C’è chi ha deciso di lavorare all’interno dell’azienda di famiglia, crescendo tra le vigne di casa. Altre sono arrivate al mondo del vino solo dopo un percorso di formazione e di esperienza più articolato. Tra loro c’è chi ha creato dei ruoli nuovi nell’azienda in cui lavora e chi ha dimostrato che anche una donna può eccellere in enologia o agronomia. Tutte condividono cinque specifiche caratteristiche: la sensibilità, la dedizione e la cura, l’intuito, ma soprattutto un legame profondo con il Trentino, regione dove le bollicine di montagna trovano la più limpida espressione. Ecco le storie delle 13 donne icone del Trentodoc.

  1. Roberta Lunelli – Abate Nero. Fin da bambina Roberta Lunelli, unica figlia di Luciano, fondatore di Abate Nero e uno dei padri storici del Trentodoc, ha frequentato la vigna. Per anni si è occupata di fotografia, ma ad un certo punto ha sentito che era tempo di tornare a casa, a seguire le orme del padre fino alla sua prematura scomparsa. “Se dovessi dare un consiglio a una giovane ragazza che vuole intraprendere questa strada, le direi di lasciarsi condurre dalla passione per il vino, senza dimenticare, però, che alcuni luoghi comuni legati, per esempio, all’importanza della forza fisica necessaria al lavoro in vigna ancora resistono“. Dunque per lei la parola d’ordine è: superare i luoghi comuni.
  2. Clementina Balter – Balter. Clementina è la creatrice del comparto marketing e comunicazione nell’omonima azienda di famiglia. Prima del suo arrivo nel team, nel 2011, non esisteva. Ora è lei a gestire tutte le attività commerciali e promozionali ed è stata lei a introdurre i servizi di visita e degustazione in cantina. “Nel nostro settore sono sempre più presenti figure femminili, spesso giovani, che dimostrano con i fatti le loro competenze“, spiega Clementina. Per lei la parola d’ordine è: aprirsi alla comunicazione e all’accoglienza.
  3. Camilla Lunelli – Cantine Ferrari. Al fianco del fratello Alessandro e dei cugini Matteo e Marcello, Camilla Lunelli segue con passione e amore la comunicazione delle Cantine Ferrari, con particolare attenzione alle bollicine Ferrari Trentodoc. “Quella del vino è una passione da coltivare giorno dopo giorno e, per me, è un privilegio lavorare in questo settore: è un mondo che affonda i piedi nella terra, ha un forte legame con essa, ma al tempo stesso mi permette di essere a contatto con molte realtà diverse, da quella di sommelier e ristoratori al mondo dello sport, dello spettacolo, della cultura, che sempre più spesso sceglie il Trentodoc per brindisi importanti (come quelli della Formula Uno che da quest’anno useranno le bollicine Ferrari, ndr.). E sono felice soprattutto di rappresentare, ogni giorno, la mia famiglia e la mia terra“. Parola d’ordine: Dai vigneti di montagna ai grandi brindisi nel mondo.
  4. Maddalena Nardin – Villa Corniole. Membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Maddalena Nardin si è licenziata da un altro impiego per supportare il marito a Villa Corniole. La sua priorità è la famiglia e ha riversato questo impegno anche nell’azienda, trascinando con il suo entusiasmo anche le tre figlie, Sabina, Linda e Sara. A loro tre è dedicata la bollicina Trentodoc di Villa Corniole, il Saìsa, nome che unisce le prime lettere delle tre sorelle. Due di loro, oggi, sono coinvolte nell’azienda, tra i brand più significativi della Val di Cembra. Parola d’ordine: sempre più donne nei board. “Negli ultimi anni la componente femminile è cresciuta, anche perché sono cambiate le esigenze delle aziende vitivinicole“.
  5. Roberta Giuriali Stelzer – Maso Martis. A legare Roberta alle bollicine di montagna è una storia d’amore: quella con suo marito, che dura da trent’anni. Insieme sono subentrati nella conduzione dell’azienda di famiglia di lui, formatosi alla Fondazione Mach. Il contributo di Roberta prende spunto dalla sua formazione umanistica e dalla formazione ricevuta da suo suocero, da cui ha cercato di carpire i segreti del mestiere. Parola d’ordine: l’impronta delle donne si riconosce sempre. “La presenza di una donna in azienda si riconosce sempre perché aggiunge valore creativo e capacità organizzative nelle varie attività svolte“.
  6. Silvia Baldessari – Cenci. In un’altra vita Silvia Baldessarri era lontana dal vino, immersa in un impiego amministrativo. Ha lasciato tutto per iniziare un’avventura imprenditoriale a conduzione familiare insieme al marito Valentino. Mentre lui affianca l’enologo come cantiniere, lei si occupa della gestione dei clienti e delle attività di comunicazione. Il loro progetto ha preso forma grazie alle energie di entrambi: costruire insieme un’azienda dedicata a Trentodoc. Parola d’ordine: non smettere mai di imparare.
  7. Elena Dell’Adami de Tarczal. De Tarczal è un’impresa familiare: insieme al padre, Ruggero Dell’Adami de Tarczal e all’enologo che li affianca da sedici anni, ci sono due sorelle, Elena, che è impegnata in cantina, e Felicia che gestisce l’agriturismo di proprietà della stessa casa spumantistica. Elena ha sempre respirato l’aria della cantina e, per questo, per lei Trentodoc è sinonimo di casa. La scelta di lavorare nel mondo del vino per lei è stata naturale e la sua personalità poliedrica spazia dalle attività amministrative a quelle commerciali e ricettive. Parola d’ordine: nessuna distinzione di genere. “Ora gli uomini hanno come interlocutrici anche professioniste donne e ognuno apporta il proprio fondamentale contributo, senza distinzioni di genere“.
  8. Martina, Valentina e Romina Togn – Gaierhof e Maso Poli. Insieme alle sorelle Valentina e Romina, Martina Togn guida le aziende Gaierhof e Maso Poli, quest’ultimo antico luogo di produzione dell’azienda vinicola di famiglia. Ricoprendo rispettivamente il ruolo di responsabile tecnico, commerciale estero e amministrativo, le sorelle Togn condividono l’avventura imprenditoriale dedicata alle bollicine di montagna. Per loro la parola d’ordine è: non fermarsi mai. “Condurre un’azienda di famiglia rappresenta un dovere verso chi è venuto prima di te e verso chi lavora insieme a te. Va sempre mantenuto un equilibrio tra tradizione e modernità. La grinta è essenziale per andare avanti“.
  9. Lisa Maria Endrici – Endrizzi (in copertina). L’amore per la campagna e l’azienda di famiglia è antico: fin dall’infanzia Lisa Maria Endrici si è impegnata accanto al padre, alla madre e al fratello nella produzione di bollicine di montagna. Per servire al meglio la missione di famiglia, ha conseguito una laurea in Relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa, ha approfondito gli studi in economia internazionale vinicola, in Germania e in Francia, ed è stata impiegata presso cantine specializzate in comunicazione del vino. Dal 2017 riveste il ruolo di responsabile marketing di Endrizzi. Parola d’ordine: la passione è una libera scelta.
  10. Lucia Letrari – Letrari. Lucia è una delle enologhe del mondo Trentodoc. La passione per questo mondo le è stata trasmessa dal padre, che l’ha cresciuta tra le botti e le cataste di bottiglie. Si è formata all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach (in una classe di soli allievi maschi) ed è impiegata in azienda da oltre trent’anni. Parola d’ordine: pensare in avanti. “Questo lavoro richiede uno sforzo fisico in cantina che lo lega inevitabilmente al mondo maschile, ma l’enologo non lavora soltanto con le mani. Oggi tanti si avvicinano all’enologia per una fascinazione data da quello che si trova nel calice: è dalla terra, invece, che nasce la vite, da lì bisogna partire. Questo mestiere mi ha abituato a ragionare su quello che accadrà tra cinque anni, e a tener conto del ritmo della natura, del vino e delle tante e diverse variabili. E questo le donne lo sanno fare bene, credo che abbiano in dono una sensibilità maggiore rispetto agli uomini“.
  11. Barbara Darra – Rotari. Per Barbara Darra l’approdo al mondo del vino arriva dopo anni di formazione e competenza, che oggi la rendono responsabile marketing della Rotari, una delle aziende partecipanti alla società cooperativa di Mezzacorona. Qui Barbara si occupa della promozione destinata al pubblico finale di tutti i brand del gruppo. Parola d’ordine: trasmettere l’emozione. “Una donna che racconta Trentodoc, oltre alla diffusione dei suoi aspetti tecnici, è capace di trasmettere una storia sincera, emotiva, e di promuovere un prodotto vivo, legato a un territorio prezioso come il Trentino“.
  12. Donatella Pedrotti – Pedrotti Spumanti. Donatella e Chiara Pedrotti sono le titolari dell’azienda di famiglia che produce solo Trentodoc. Le due sorelle hanno deciso di seguire con determinazione e passione l’evoluzione del brand e sono la quarta generazione della Pedrotti Spumanti a lavorare in sede, dando il cambio a papà Paolo. Donatella è responsabile delle attività amministrative e commerciali mentre Chiara, laureata in Ingegneria Gestionale, segue la filiera del comparto produttivo. Parola d’ordine: quella del metodo classico, per la mia famiglia, è un’avventura tutta femminile.
  13. Giulia ed Erika Pedrini – Pravis. Vivere lo spumante come un parco giochi: è così che Giulia ed Erika Pedrini hanno iniziato. Entrambe oggi sono coinvolte nella casa spumantistica, dopo un lungo percorso di formazione nel settore vinicolo: Giulia ha frequentato l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach e, poi, a Londra, una delle scuole di degustazione più antiche al mondo, il WSET (Wine & Spirit Education Trust), per specializzarsi, infine, in economia e gestione aziendale a Trento. Erika, invece, che oggi cura la produzione in cantina insieme al padre, dopo l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach, ha studiato enologia, sia a Milano che in Germania. Parola d’ordine: le competenze femminili sono arrivate anche in vigna. “Il mondo femminile ha molto da dare a Trentodoc. Rispetto ad anni fa le donne del vino sono molte di più: si occupano soprattutto di marketing e vendite. Risulta meno naturale avere donne in cantina perché il lavoro è faticoso, proprio a livello fisico, però se una donna ha le giuste competenze, ottiene il riconoscimento di tutti, anche in vigna“.