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Milano: le nuove aperture di Febbraio 2022

di Nadia Corvino • Pubblicato 7 Febbraio 2022 Aggiornato 17:03

Quali sono state le aperture più interessanti a Milano negli ultimi mesi? Ecco qui 14 locali da provare nel 2022.

La ristorazione a Milano è un settore sempre in fermento: sono davvero moltissime le nuove aperture di cui varrebbe la pena tentare un assaggio, tra piccole cucine, delivery, bistrot e ristoranti gourmet. Via libera quindi alle uscite all’insegna della scoperta: per guidarvi abbiamo raccolto qui le aperture degli ultimi mesi da provare nel 2022.

  1. Panattonin – Via Mario Morgantini 33. Panattonin è una gastronomia dal cuore orgogliosamente lombardo che ha aperto a ottobre 2021. Come suggerisce il nome, il piatto forte del locale sono panini gourmet sviluppati con l’impasto del panettone, in una versione arricchita da miele e zucca – senza canditi e uvetta – pensata per adattarsi sia a panini dolci che salati. Quella dei piccoli panettoni è un’idea nata dalla scoperta di un’antica ricetta che testimonia come una volta la produzione di piccoli panettoni proseguisse tutto l’anno, proprio con il nome di panattonin. Tra i ripieni di questi peculiari panini troviamo rivisitazioni di piatti classici di Milano come l’ossobuco e l’orecchia di elefante, disponibili anche nella loro versione classica senza il panino.
  2. Uovo di seppia – via Lodovico Ariosto 22. Una versione del celebre ristorante siciliano due stelle Michelin di Pino Cuttaia ha aperto a dicembre anche a Milano, in versione bistrot, all’interno di Ariosto Social Club. L’offerta rimane legata alla tradizione culinaria siciliana, ma non manca la rivisitazione firmata Cuttaia: i piatti per quanto elaborati sono comunque studiati per ricordare il confort della cucina di casa. In nome del nuovo luogo d’adozione, nel menu compare anche un piatto dedicato alla città: lo spaghetto alla milanese con mollicata alle cipolle, il piatto che si portava in tavola quando mancavano le sarde, reinterpretato per l’occasione.
  3. Why nut – Corso di Porta Ticinese 100. Why nut si definisce una micro roastery: qui il menu, a partire dalla colazione fino alla cena, passando per il brunch e l’aperitivo, è incentrato sulla versatilità della frutta secca. Il locale presenta una cucina con una particolare attenzione al cibo salutare, reso divertente e goloso dal mix di tradizioni culinarie. Attenzione alle materie prime, poca manipolazione degli ingredienti e limitazione del servito usa e getta sono gli elementi principali della sua ottica green. Sia la frutta secca che quella disidratata sono prodotti da Why Nut insieme a creme spalmabili, acquistabili dai clienti anche al di fuori dei pasti. La cucina mescola diverse culture e influenze, passando dalla passione americana per bowl e smoothies, a quella finlandese con gli Smørrebrød, a influenze mediterranee come lo tztziki e l’hummus. Non mancano anche i riferimenti alla cucina italiana, per esempio nelle bruschette e nella scelta di formaggi tipicamente italiani come caprino, parmigiano DOP, stracciatella.
  4. Maccheroni cucina italiana – Via Pisacane 47. I cugini Giuseppe Russo e Pierandrea Leon hanno studiato all’Alma e, dopo una formazione itinerante e anche internazionale, questo novembre hanno aperto a Milano un ristorante dedicato alla tradizione culinaria italiana di stampo casalingo. I piatti che compongono il menu sono quelli delle nonne: e quindi via a sedani alla genovese, polpettone, polpette al pomodoro, melanzane alla parmigiana, pasta al forno e molti altri classici delle tavole italiane, che variano giornalmente anche in base alla stagionalità dei prodotti. Piatto forte è la carbonara, che molti già eleggono come una delle migliori che si possano assaggiare in città.
  5. Marea Seafood & Beverage – Via Papa Gregorio XIV 16. Né un ristorante né cocktail bar, ma entrambi: questa l’idea che lo chef Filippo Martinelli ha sviluppato per Marea. Come suggerisce lo stesso nome la cucina è incentrata sul prodotto ittico, diviso in bassa e alta marea in base al grado di complessità del piatto. L’offerta del menu è basata sia su pesce crudo (ostriche, gamberi e tonno) che cotto (tra cui polpo, capesante e astice), che viene abbinato ai grandi classici del mondo dei cocktail, rivisitati per adattarsi al meglio al concept di questo locale. Anche la scelta dell’arredamento e dei marmi richiama il mare, per un’esperienza completa che passa sia dagli occhi sia dalle papille gustative.
  6. Contrada Govinda – Via Valpetrosa 5. La nuova gestione di Govinda, ristorante e centro culturale Hare Krishna che è stato tra i primi ristoranti vegetariani di Milano, si presenta ora come un panificio e locanda contadina. Il nome Contrada Govinda richiama la storia del locale, che si trova all’interno di uno spettacolare edificio storico quattrocentesco, e ne suggerisce le innovazioni, come il banco del pane e dei dolci che ora accoglie i clienti (tocco inconfondibile della gestione di Davide Longoni). Chi prosegue verso la cucina trova ad aspettarlo un menu vegetariano ancora rispettoso dei precetti Hare Krishna, curato dalla chef di origini georgiane Nata Qatibashvili insieme al cuoco e scrittore Tommaso Melilli. Tratti caratteristici sono ingredienti italiani lavorati verso una direzione indoeuropea utilizzando le spezie e in abbinamento di cocktail analcolici, sia alla carta sia con un menu degustazione.
  7. La cassoeula del togn – via Andrea Solari 43. Torniamo alla tradizione lombarda con l’apertura a Milano de la Cassoeula del Togn, trasposizione meneghina del ristorante La Capanna di Lurago d’Erba, simbolo della cucina brianzola. Qui il piatto forte è per l’appunto la Cassoeula del Togn (soprannome del fondatore Antonio Cesana), proposta ai clienti con la stessa ricetta dal 1945. Il nipote Matteo Cesana ha scelto una modalità più contemporanea per servire questo piatto tipico, tramite una cucina dedicata unicamente all’asporto e al delivery. Alla cassoela vengono inoltre abbinati salumi brianzoli, polenta, formaggi e dolci fatti in casa.
  8. Immorale Osè – Via Tadino 43. Dopo il successo del predecessore Immorale, Luca Leone Zampa ha deciso di portare avanti il concept del suo locale attraverso l’apertura di Immorale Osè, che si spinge ancora più in là in termini di accostamenti e ricerca del gusto, il vero protagonista di questo ristorante. I piatti si possono provare sia alla carta che attraverso menu degustazione, pensati per riaccendere con il gusto l’intero spettro della sensorialità. Un’intenzione portata avanti non solo con la scelta dei piatti e con gli abbinamenti coraggiosi, ma anche con il curatissimo design del ristorante, vietato ai minori di 18 anni, che non manca di ospitare opere d’arte contemporanea.
  9. House of Ronin – via Alfieri 17. Quattro piani interamente ispirati alla cultura e alla cucina giapponese: questa è l’offerta di House of Ronin, un intero stabile che comprende al suo interno diverse offerte culinarie dedicate al paese del Sol Levante. Al piano terra si trova il Piccolo Ronin, un cocktail bar in stile izakaya dove si possono assaggiare creazioni legate alla tradizione giapponese insieme a drink sapientemente abbinati. Al piano superiore invece si trova il Robata, il ristorante gestito dallo chef Luigi Nastri, in cui le tradizioni italiana e nipponica si fanno gourmet. Al piano ancora superiore troviamo Shokunin, un ristorante omakase gestito dallo chef stellato Katsu Nakaji e il Cocktail & sake bar di Madame Cheng’s, curato dal manager Riccardo Speranza e arricchito da ben quattro sale per il karaoke.
  10. Folà – Via Luigi Varanini 12. Folà si definisce una bottega di quartiere, e ha di recente aperto i battenti a Nolo; qui oltre a comprare piccola e grande pasticceria, tavolette di cioccolato, creme spalmabili e confetture ci si può fermare per un assaggio della sua gastronomia di impronta internazionale, con un’offerta sia salutistica che estremamente gustosa, all’insegna di insalate croccanti, verdure arrosto, vellutate, zuppe e quiche. La cucina di Folà è pensata per tre momenti della giornata: la colazione, il pranzo e la merenda. Anche in questo caso sono gli ingredienti di qualità che fanno la differenza, e che si rintracciano in proposte come la zucca arrosto con stracciatella e nocciole IGP, oppure la quiche di stracchino valligiano stagionato delle Orobie.
  11. Parenti Bistrot – Via Pier Lombardo 14. Lo scorso novembre il Teatro Franco Parenti si è dotato di un bistrot: nel foyer del teatro si prospetta quindi la possibilità per chi arriva prima della visione di gustare un aperitivo; allo stesso modo dopo la pièce teatrale si avrà l’occasione di proseguire i commenti di fronte a una cena gustosa ideata dallo chef stellato Stefano Cerveni. Nella scelta dei piatti si intravede la centralità della cucina milanese, anche se non manca l’attenzione ai palati contemporanei. La gestione è di GUD, che già si occupa di diversi altri locali in luoghi iconici di Milano, come i vicini Bagni Misteriosi.
  12. Finger’s A.R.T.S. – Viale dell’Innovazione 20. Prima ancora del Franco Parenti è stato il Teatro degli Arcimboldi a dotarsi di un ristorante interno, questa volta guidato da Roberto Okabe, chef brasiliano di origini Giapponesi. La sigla A.R.T.S. sta per Arte, Racconto, Teatro, e Sushi, e infatti ricetta protagonista di questo nuovo ristorante fusion sarà proprio il pesce crudo giapponese.
  13. denis Milano Moscova – via Statuto 16. Nella lista dei nuovi ristoranti milanesi da provare non poteva assolutamente mancare una pizzeria. A dicembre a portare il proprio concetto di pizza a Milano è stato lo chef Denis Lovatel, tre spicchi Gambero Rosso, conosciuto per la sua pizza tonda, sottile, e croccante. Questa rivisitazione rinomata per la sua leggerezza è nata nella Pizzeria da Ezio ad Alano di Piave in provincia di Belluno e ora ha trovato il suo posto anche nel capoluogo lombardo. Quella ideata da Lovatel è una pizza gourmet, che si differenzia per le scelte in fatto di accostamenti, oltre che per la grande attenzione alla qualità delle materie prime e della preparazione.
  14. Remulass – Via Nino Bixio 21. Definita un piccola cucina con radici, Remulass ha aperto a dicembre in zona Porta Venezia. L’idea proviene da Cesare Battisti e Federica Fabi, chef e sommelier che portano con sé l’esperienza di Ratanà, il ristorante ispirato alla cucina lombarda in zona Isola. La chef è Laura Santosuosso, e la squadra è completamente al femminile. I piatti di Remulass si ispirano alla cucina circolare, per questo nelle preparazioni spicca l’attenzione a non sprecare nessuna parte degli ingredienti. Il menu si basa su un’esaltazione del sapore delle verdure, ma non mancano carne e formaggi di qualità, il tutto a rispecchiare una tradizione gastronomica di tipo agricolo, che non si rifà a un territorio nello specifico ma a un modo di cucinare rispettoso dei processi di produzione delle materie prime.