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Stoccafisso e baccalà: saperli riconoscere

di Carlotta Mariani • Pubblicato 5 Dicembre 2014 Aggiornato 28 Gennaio 2015 15:04

Baccalà e stoccafisso si ottengono tramite salagione ed essiccatura dal merluzzo, vi insegnamo a capire quale utilizzare per la ricetta del cuore.

Interrogati sulla differenza tra stoccafisso e baccalà al banco del pesce al mercato rimaniamo interdetti: non sappiamo se ordinare l’uno o l’altro. Nella cucina italiana a volte i due ingredienti si confondono, ad esempio nella tradizione veneta lo stoccafisso è chiamato in dialetto bacalà. Ma al palato, al tatto, all’olfatto, sono uguali? E la composizione chimica? Ci sono degli elementi che ci permettono di distinguerli e di cucinarli al meglio? Ebbene sì, non solo vengono prodotti in modo diverso – l’uno, il baccalà, sottoposto a salagione, l’altro, lo stoccafisso,  a essiccazione – ma sono caratterizzati anche da una differente analisi sensoriale e da alcune variazioni nei valori nutrizionali.

Caratteristiche organolettiche

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Partiamo dall’aspetto: lo stoccafisso secco, contiene una quantità di acqua inferiore – 12 g su 100 g di prodotto rispetto ai 52,4 g del baccalà – e quindi risulta più asciutto. Dopo l’ammollamento invece i 2 prodotti raggiungono un’idratazione pressoché identica. L’aroma del baccalà è leggermente più intenso, anche se per entrambi il profumo di mare è tanto forte da risultare per qualcuno non proprio invitante. Anche il sapore è marino e salino, soprattutto per il baccalà. Per questo è importante assaggiarlo prima di aggiungere il sale in fase di cottura. Alcuni consigliano persino di tagliarne un pezzetto, cuocerlo e testarne il sapore prima di interrompere la fase di ammollamento: questo procedimento è utile per evitare brutte sorprese quando ormai è troppo tardi. Baccalà e stoccafisso pur equivalendosi a livello nutrizionale hanno sapore, odore e consistenza diversi Anche la composizione chimica di questi alimenti è interessante. Stoccafisso e baccalà possiedono infatti un basso contenuto di lipidi, rispettivamente 0,9 g e 1 g ogni 100 grammi di prodotto ammollato, di proteine – 20,7 g e 21,6 g – e di carboidrati 0,3 g per lo stoccafisso. Mangiare 100 g di questo pesce, rifornisce il nostro organismo di molti sali minerali: hanno un’alta percentuale di ferro (rispettivamente 41,25% e 28,75% della dose giornaliera consigliata), di calcio (6% e 3,10%), fosforo (64,29% e 32%), vitamina B1 (11,67% e 4,17) e vitamina B2 (38,46 e 21,54%). Tutti questi componenti li rendono perfetti per chiunque voglia integrare la propria dieta con un alimento completo. Lo stoccafisso contiene inoltre sodio, potassio e niacina ovvero vitamina B3 o PP. Interessante anche l’aspetto delle calorie, tanto temuto: con questi prodotti a base di merluzzo potete mangiare con gusto e senza sensi di colpa, visto che 100 grammi di stoccafisso reidratato contengono 92 kCal, mentre lo stesso quantitativo di baccalà ammollato contiene 95 kCal.

Riconoscere un prodotto di buona qualità

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Sia per il baccalà che per lo stoccafisso le carni sono succulente, di colore chiaro ma non troppo (un colore bianco brillante potrebbe essere sintomo di uno sbiancamento con bicarbonato o altri agenti chimici non adatti al nostro organismo). “Stoccafisso e baccalà sono entrambi prodotti privati dell’acqua ma in modo diverso e questo fa sì che lo stoccafisso tenda ad avere una carne filamentosa, adatta a cotture lunghe o a mantecature”, sottolinea Andrea Vigna, cuoco, food blogger, nonché Ambassador del Norwegian Seafood Council. “Il baccalà è più versatile: il sale permette di mantenere le caratteristiche del pesce e questo ingrediente, se ammollato bene, è simile a un prodotto fresco. In cottura si formano delle fette naturali, elemento che rende questo ingrediente utile per la griglia, per la frittura, per la cottura al vapore o alla piastra”.

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Le ricette per preparare queste due tipologie di pesce sono tante, sia tradizionali che creative: dalle polpette al pesce in umido, dai filetti fritti alla versione mantecata, senza dimenticare le insalate, i pasticci e i primi piatti a base di questi due pesci. Potete per esempio preparare l’insalata di stocco calabrese o lo stoccafisso con le patate tipico della Campania oppure provare le originali mini cheesecake salate con stoccafisso e la millefoglie di baccalà. Unico problema: “Secondo me lo stoccafisso è ormai un prodotto da alta ristorazione – aggiunge Andrea Vigna – perché deve stare in acqua per 7 giorni e questa deve essere cambiata 2 volte al giorno”. In commercio esistono prodotti già reidratati ma attenzione alla qualità: occorre sempre accertarsi sulla provenienza; tutto il pesce prodotto in Norvegia ad esempio è sottoposto a rigidi controlli prima di essere esportato.  

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